114008 - Cippo a Carlo D’Asburgo – Lastebasse

Cippo dedicato all’arciduca Carlo D’Asburgo durante la Grande Guerra a Busatti di Lastebasse (Vicenza).

Costituito da una piramide tronca a base quadrata, con la cupside scolpita a forma di proiettile per mortaio Skoda da 305 mm M.11.

Il monumento è collocato nel luogo d’azione a lato della strada, dove all’epoca era il confine tra l’Austria, in comune di Folgaria, e l’Italia, nel comune di Lastebasse.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Busatti
Indirizzo:
SR 350
CAP:
36040
Latitudine:
45.91975321032052
Longitudine:
11.259355545043945

Informazioni

Luogo di collocazione:
Lato Strada Regionale 350 a 10 m dal ponte sul torrente Astico
Data di collocazione:
Terminus post quem: 02/05/1916
Materiali (Generico):
Pietra
Materiali (Dettaglio):
E' costituita da una piramide tronca a base quadrata in pietra, sormontata da una cuspide scolpita a forma di proiettile, nella medesima pietra, e poggiata su un basamento a forma di parallelepipedo, sempre in pietra.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Associazione Combattenti e Reduci assieme al Comune di Lastebasse
Notizie e contestualizzazione storica:
Il monumento di Busatti a Carlo d'Asburgo si trova in un luogo importante dal punto di vista storico. E' posto infatti a pochi metri dall'antico confine tra Italia e Austria, sul lato opposto della strada rispetto al punto dove sorge tuttora la "caserma tedesca" (come viene chiamata dagli abitanti del posto), cioè la dogana della I.R. Gendarmeria austriaca. A qualche decina di metri, lungo la medesima Strada Regionale 350, sorge infatti ancor oggi anche la cosiddetta "caserma italiana", cioè la Regia Dogana Guardia di Finanza di Busatti attivata presso l'edificio di proprietà Pierotto dal 1904. Esistevano altre due dogane italiane: una dal 1888 (a meno di 2 km) in piazza a Lastebasse e l'altra dal 1910 sull'altopiano dei Fiorentini presso il rifugio omonimo.
Ma tornando al confine, all'epoca era l'Astico a segnare la linea di demarcazione tra i due stati e questo in conseguenza di antiche questioni confinarie tra Lastebasse e Folgaria fin dalla Sentenza Roboretana del 1605. Infatti la Valle dell'Astico (in provincia di Vicenza), da sempre terra di confine, dopo essere stata teatro di aspre contese tra la Serenissima e l'Austria, agli inizi del '900 divenne poi luogo di grandi manovre, preludio della Grande Guerra. La “linea dei forti” austro-ungarica e italiana, qui costruita agli inizi del secolo, fu l'ulteriore premessa del conflitto, caratterizzata dalla realizzazione di fortezze di presidio minacciose: quelle austriache più vicine alla valle erano il Forte Cherle e il Forte Belvedere, quelle italiane Forte Ratti e Forte Campomolon. Inoltre nel 1908-'11, in parallelo con questa "corsa agli armamenti", gli austriaci intrapresero altre azioni: costruirono una strada militare sulla sponda destra dell'Astico, strada che ha inizio proprio dal ponte posto accanto al cippo a Carlo d'Asburgo. Tale strada (gravemente danneggiata nel secondo dopoguerra da alluvioni) collegava la dogana austriaca di Busatti con quella di Casotto e fu realizzata in alternativa a quella italiana, posta sul versante destro del torrente, per facilitare le comunicazioni sia in tempo di pace che in tempo di guerra.
E alla fine scontro fu: dopo aver abbandonato la Triplice Alleanza con il Trattato di Londra, il 24 maggio 1915 l'Italia dichiarò guerra all'Austria-Ungheria. Mentre sugli altopiani i forti scatenavano tutta la loro forza bellica, la popolazione di Lastebasse e San Pietro sul versante italiano, quella di Pedemonte e Casotto sul versante austriaco avevano poche ore per scappare. Iniziava il profugato, una storia sottaciuta e sopraffatta dalla retorica del potere: doveva essere per pochi giorni, durerà 4 anni. I profughi italiani della valle, seguiti un anno dopo nella medesima sorte da quelli dell'altopiano dei Sette Comuni, furono deportati soprattutto a Morbegno, Corbetta e Talamona, in Lombardia, quelli austriaci soprattutto a Braunau, in Austria, poi tristemente nota per aver dato i natali a Adolf Hitler. Ma in realtà questi cittadini, divisi prima da un confine e poi da un esodo separato, erano legati da vincoli di cultura, di economia e di sangue, essendo separati solo dal greto di un torrente. Quando tornarono, nel 1919, trovarono i loro paesi distrutti, ebbero sovvenzioni minime per la ricostruzione e patirono di conseguenza le condizioni drammatiche di povertà che decretarono l'emigrazione di migliaia di loro in cerca di fortuna.
Mentre erano profughi, la Grande Guerra tornò nella loro valle con la cosiddetta "Strafexpedition", nel 1916, e la loro microstoria si intrecciò ulteriormente con la macrostoria nella figura dell'erede al trono d'Austria, arciduca Carlo d'Asburgo, che a capo del XX Corpo d'Armata giunse a combattere in valle. Memoria ai posteri della sua discesa sono i due monumenti posti sul territorio, di cui questo è il più antico. Fa infatti riferimento al 2 maggio 1916, data in cui Carlo d'Asburgo scese in Val d'Astico per incontrare le truppe e prendere visione della situazione. Il monumento fu eretto poco dopo, come accenna l'iscrizione, a ricordo dell'avvenimento.

Contenuti

Iscrizioni:
Iscrizione in lingua tedesca:
"Am 2.Mai 1916 ein Uhr
nachm überschrift hier
Seine Kais.u.Kӧnigl Hoheit
Erzherzog Thronfolger
K.u.K.F.M.Lt.
Viceadmiral
Carl Franz Josef
als Kommandant
des k.u.k. XX Korps
die italienische Grenze und
verweilte weit vor den
Drahthindernissen eine halbe Stunde
auf feindlichen Boden"

Errichtet v.k.u.k. J. R. Friedrich
Grossherzog v.Baden N.50

Verrentigt&gesetz p.
v.d.ldst. P.P.btlg. N. 250/13

Traduzione:
"Il 2 Maggio 1916, alle ore una del pomeriggio, Sua Altezza Reale e Imperiale l'Arciduca successore al trono imperiale e Regio Luogotenente generale Viceammiraglio Carl Franz Josef, quale Comandante dell'Imperiale e Regio XX Corpo, oltrepassò il confine italiano e si soffermò oltre i reticolati per una mezz'ora in territorio nemico."
Eretto dall'Imperiale e Regio Granduca J.R.Friedrich Baden N.50
Eseguito & posato dalla Divisione Tedesca principale N. 250/13"

Simboli:
Il proiettile Skoda da 305 mm M. 11, citato sulla cuspide a forma appunto di proiettile, è l'unico simbolo.

Altro

Osservazioni personali:
La figura di Carlo d'Asburgo è molto interessante. Di fronte al monumento c'era l'Oratorio di San Rocco, successivamente spostato più oltre. Esiste una foto (gentilmente concessa come altre da Delmo Stenghele, autore di La Grande Guerra in Valle dell'Astico. Terra di confine) che lo ritrae mentre esce dalla piccola chiesetta dopo essersi ritirato qui in preghiera. Lui che è il comandante del XX Corpo d'Armata e che a giugno del 1916 potrà festeggiare la conquista di Arsiero e Asiago con la nomina del figlio Otto a Margravio dei due paesi, in realtà è passato alla storia come un comandante umano e sollecito verso i soldati, mite e impegnato a promuovere la pace, come attesta la beatificazione voluta da Giovanni Paolo II nel 2004.

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