136184 - Cippo a ricordo di Armando Rizzente – Petritoli (FM)

Cippo posto sul lato sinistro della strada che congiunge Monte Giberto a Petritoli a ricordo di Armando Rizzente. Era stato in origine collocato a destra e venne spostato in seguito a dei lavori di ampliamento della carreggiata. Si compone da un basamento in pietra su cui è posto un blocco di forma rettangolare, dello stesso materiale. Nella parte frontale del blocco verticale è fissata con quattro borchie di bronzo una lastra di marmo su cui è stata incisa la dedica al Caduto. Sulla sommità è posta una croce in bronzo. Non è riportata una data precisa del giorno, mese ed anno in cui è stato inaugurato sul luogo dove il Rizzente aveva perso la vita. L’unica data presente è quella del giorno in cui fu ucciso.

NOTA STAFF PIETRE: scheda aggiornata in data 03/09/2022 con aggiunta fotografie della scuola IC Paladini Treia

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Strada Provinciale 66
CAP:
63848
Latitudine:
43.08391163782642
Longitudine:
13.646856032327605

Informazioni

Luogo di collocazione:
E' collocato lungo la strada che da Monte Giberto porta a Petritoli.
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo, Ottone, Pietra
Materiali (Dettaglio):
La stele commemorativa è composta da un basamento in pietra su cui è posto un blocco di forma rettangolare, dello stesso materiale. Nella parte frontale del blocco verticale è fissata con quattro borchie di bronzo una lastra di marmo su cui è stata incisa la dedica al caduto Armando Rizzente. Sulla sommità della stele è posta una croce in bronzo.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Il Comune di Petritoli
Notizie e contestualizzazione storica:
La pietra ricorda un triste episodio avvenuto durante la seconda guerra mondiale, proprio nel luogo in cui è stata posta.
La storia, che ci è stata raccontata dai nipoti dell'uomo, è quella di Rizzente Armando, nato a Monte Giberto il 6 aprile 1894, e residente a Bologna, che tornato a far visita ai suoi parenti, cosa che faceva abitualmente, fu fucilato da un soldato tedesco. I tedeschi avevano preso tre prigionieri, due cittadini di Ponzano di Fermo e Armando Rizzente: il 15 giugno 1944 i due uomini di Ponzano furono rilasciati mentre Rizzente venne trattenuto perché doveva accompagnare il tedesco a Petritoli per ricongiungersi con i suoi compagni. Durante il tragitto, però, per qualche motivo, scoppiò un diverbio tra i due. Sicuramente ci fu una colluttazione perché, quando fu trovato il cadavere di Rizzente, l'uomo stingeva ancora tra le mani la cinta del soldato. Rizzente cercò di scappare tra i campi ed il soldato tedesco gli sparò: continuò la sua fuga ma morì dissanguato e il suo cadavere fu trovato da alcuni patrioti e trasportato su una scala di legno in paese. La cittadinanza rimase profondamente sconvolta dal tragico evento e, a memoria indelebile dell'assurda ferocia che privò un uomo innocente della sua vita, fu posta la pietra.

Contenuti

Iscrizioni:
Il 15 giugno 1944
un soldataccio germanico
tipico rappresentante
della sua razza
non essere umano
ma iena
assetata di sangue
qui uccideva
a rivoltellate
senza motivo alcuno
ARMANDO RIZZENTE
inerme pacifico cittadino
da Montegiberto
Simboli:
Non sono presenti simboli.

Altro

Osservazioni personali:
L'iscrizione è piuttosto "forte" nel contenuto , ma esprime chiaramente il sentimento provato dalla cittadinanza di fronte ad un crimine tanto efferato.
Purtroppo non  è del tutto visibile da chi la percorre in auto perché è in buona parte coperta dalla vegetazione; inoltre, come si può vedere dalle  foto, il tempo e gli agenti atmosferici ne  hanno in parte modificato le tonalità originarie.
Certamente non è una stele che si lascia notare da un passante frettoloso anche perché non ci sono fiori o altri abbellimenti che possano catturarne l'attenzione, anzi può essere confusa, anche per la posizione, con una pietra voluta da qualche privato per ricordare la morte di un familiare a causa di un incidente stradale. Diversa è la sensazione che lascia a chi si sofferma a leggerne l'iscrizione: chi ha commissionato l'incisione voleva manifestare tutto il suo dolore, inconsolabile, anche perché inutile ed ingiusto. Le parole sono dure e non ammettono repliche, non c'è giustificazione per chi uccide un innocente; certa è  la volontà di non permettere che un semplice cittadino, vittima della guerra, sebbene non fosse caduto in battaglia, fosse dimenticato. A dimostrazione di questa volontà al signor Armando Rizzente è stata dedicata anche una via del paese che gli aveva dato i natali.

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