183361 - Monumento ai Caduti di Chignolo d’Isola

Monumento ai Caduti della Prima e della Seconda Guerra Mondiale. Si tratta di un dinamico gruppo statuario in bronzo (630x400x1050 cm), realizzato mediante la tecnica della fusione e raffigurante un uomo e una donna travolti dall’orrore della guerra: essi, slanciati verso l’alto, si sviluppano su un semicerchio compositivo. La struttura portante è invece in cemento. Alla base del monumento è presente una lapide a forma di libro, ove sono incisi i nomi dei Caduti.

É stato inaugurato nel 1987, anche se una prima lapide ai Caduti era già presente nel 1920.

                          

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Pablo Picasso
CAP:
24040
Latitudine:
45.664338505302
Longitudine:
9.5284134464882

Informazioni

Luogo di collocazione:
Percorso viario in prossimità del Giardino pubblico.
Data di collocazione:
Seconda metà XX sec. (inaugurazione del gruppo statuario: 1987).
Materiali (Generico):
Bronzo, Altro
Materiali (Dettaglio):
Il gruppo statuario è stato realizzato in bronzo mediante la tecnica scultorea della fusione; la struttura è invece in cemento.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Ente pubblico territoriale (soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Milano, Bergamo, Como, Lecco, Lodi, Monza, Pavia, Sondrio, Varese). Nello specifico Comune di Chignolo d’Isola, via IV Novembre, 3.
Notizie e contestualizzazione storica:
Come riportato a pagina 49 della rivista “Abelàse” (numero 6, febbraio 2019), il 7 novembre del 1920 veniva inaugurata una prima lapide ai Caduti di Chignolo d’Isola. La cerimonia, descritta in una cronaca dell’Eco di Bergamo del 9 novembre 1920, fu imponente e nostalgica. Al solenne ufficio funebre parteciparono tutti i giovani e tutti i reduci, tutte le scuole e l’intera popolazione. La Santa Messa, tenutasi presso la lapide dinanzi a un catafalco circondato dai soldati in divisa, adornato dalle bandiere tricolori, dai trofei di guerra e da una artistica fresca corona di fiori, fu molto commovente.
Il monumento, invece, è stato inaugurato nel 1987. Dalla fotografia edita nel volume “Ai Bergamaschi caduti in guerra” di Raffaelli e Zoja (1988, p. 152) si può notare come originariamente fosse previsto soltanto il gruppo statuario: la lapide a forma di libro con i nomi dei caduti è un’aggiunta successiva.
L’autore del gruppo statuario è Tommaso Pizio (17 settembre 1932 / 18 febbraio 2003). Nativo di Schilpario e trasferitosi poi all'età di trent'anni a Bergamo, Pizio ha contribuito alla commemorazione dei caduti con diverse opere diffuse in tutto il territorio bergamasco. Fra i più conosciuti vi è sicuramente la Madonnina degli Sportivi, meglio nota come Madonnina dei Campelli e situata a Schilpario. Tommaso Pizio ha ottenuto innumerevoli premi e riconoscimenti.
Per quanto concerne i Caduti annoverati sulla lapide, tra essi è menzionato Pansieri Giuseppe, figlio di Giuseppe. Citato a pagina 625 dell’Albo d’Oro dei Militari Caduti nella Guerra Nazionale 1915-1918 (Lombardia II – Vol XI, sub in pagina 27), Giuseppe Pansieri nasce a Centrisola (attuali comuni di Chignolo d’Isola e Madone) il 12 Luglio 1891. E’ stato sottotenente di complemento, arruolato nel Distretto militare Di Bergamo ed è appartenuto al 207° Reggimento di Fanteria. E’ morto il 15 Maggio 1916 in Val Lagarina, ove rimase gravemente ferito e morì poco dopo il ricovero nel locale ospedale da campo. Pansieri Giuseppe è stato decorato di medaglia di bronzo al valore militare. Secondo il sito dell'Istituto del Nastro Azzurro, la motivazione della decorazione è quella di seguito riportata: “Resisteva con il suo plotone in una posizione che stava per cadere nelle mani del nemico soverchiante di numero, finché, ferito gravemente da una bomba a mano era costretto a farsi trasportare indietro incorando ancora con la parola i propri dipendenti alla resistenza” Val Lagarina, 17 maggio 1916.
Originario di Centrisola è anche Barossi Carlo (indicato anche come Barozzi), figlio di Luigi, nato il 12 Luglio 1898, soldato del 117° Reggimento Fanteria, arruolato anche lui nel Distretto militare Di Bergamo. E’ morto il 4 Giugno 1918 presso l’Ospedale Chirurgico Mobile Città Di Milano per ferite riportate in combattimento sul Monte Fior. Barossi Carlo è presente a pagina 62 dell’Albo d’Oro dei Militari Caduti nella Guerra Nazionale 1915-1918 (Lombardia II – Vol XI, sub in pagina 1).
Sulla lapide sono inoltre riportati diversi caduti recanti lo stesso cognome. E’ il caso di Bonacina Giuseppe, figlio di Angelo, nato anche lui a Centrisola il 23 Settembre 1883. Presente a pagina 133 dell’Albo (sub in pagina 10), è stato Caporale del 51° Reggimento Fanteria, 3° battaglione (Distretto militare Di Bergamo) ed è morto il 9 Marzo 1916 alle ore 12:00 a causa di ferite riportate in combattimento per via di una valanga avvenuta presso il Monte Col Di Lana, Tabia Palazze. Di lui è indicato anche il luogo di sepoltura. Inizialmente sepolto a Tabia Palazze in una grande fossa comune, è stato in seguito traslato al Sacrario di Pocòl (tomba n. 20).
Un altro figlio di Angelo Bonacina è ricordato nel Monumento ai Caduti di Chignolo d’Isola. Sempre presente a pagina 133 dell’Albo (sub in pagina 17), Vittore è nato il 25 Gennaio 1897 a Centrisola per l’appunto ed è stato un soldato del 2° Reggimento Genio (Distretto militare Di Bergamo). È morto il 24 Settembre 1917 nella 20° Sezione Di Sanità a causa di ferite riportate in combattimento nel Vallone di Doberdò.
Bonacina Andrea è invece figlio di Antonio Bonacina (pagina 132, sub in pagina 27). Nato a Chignolo D'isola il 17 Dicembre 1893, fu soldato del 7° Reggimento Bersaglieri (Distretto militare Di Bergamo) ed è morto il 23 Maggio 1917 per ferite riportate in combattimento nel Carso.
Degni di menzione sono anche quei caduti non annoverati in Albo, giacché quest’ultimo riporta solo i nominativi di coloro che hanno combattuto nella Grande Guerra. Bravi Carlo, che in verità è nato a Carvico ed è stato residente a Bottanuco, viene menzionato nel sito www.cambattentibergamaschi.it. sotto la voce “Chignolo d’Isola”. E’ stato Caporal Maggiore, graduato di Fanteria (matr. 24912) e ha combattuto nella Guerra italo-turca del 1911-1912. L’uomo, caduto a Derna (Libia) il 9 maggio 1912, è sepolto a Bari nel Sacrario Militare Caduti Oltremare ed è stato, inoltre, decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare alla memoria. Nel sito dell'Istituto del Nastro Azzurro è riportata la seguente motivazione: “Si portò con esemplare coraggio in combattimento, ove fu colpito a morte” Derna, 9 maggio 1912.
La lapide, difatti, presenta caduti di diverse guerre come Brembilla Giacomo che è stato un Legionario della Guerra di Spagna (1936-1939).
Altri, invece, sono periti nella Seconda Guerra Mondiale: in molti sono caduti in Russia. E’ il caso di Brembilla Giuseppe, nato il 15 gennaio 1912, soldato del 5° Reggimento Alpini e morto il 26 gennaio 1943 in una località imprecisata della Russia. Anche Rota Giuseppe (03/05/1921) apparteneva al suo stesso Reggimento. È deceduto in prigionia in Russia nell'Ospedale n. 2074 di Pinjug il 21 aprile 1943. E così anche Leghi Luigi (25/07/1912), sempre del medesimo Reggimento e disperso in una località imprecisata della Russia il 26 gennaio 1943.
Si ricordino a tal proposito Pagnoncelli Edoardo, figlio di Francesco (21/10/1922), soldato della 256° Squadra Panettieri Weiss nella 156° Divisione Vicenza sul fronte russo e disperso il 31 gennaio 1943 in una località imprecisata oppure Locatelli Pietro (10/12/1911), soldato del 37° Reggimento Fanteria, sempre disperso in Russia 16 dicembre 1942.

Bibliografia:
"Abelàse: quaderni di documentazione locale” a cura del Sistema bibliotecario Area Nord-Ovest della Provincia di Bergamo - numero 6, febbraio 2019
“Ai Bergamaschi caduti in guerra” di Raffaelli Pietro e Zoja Alessandro – 1988

Sitografia:
www.cadutigrandeguerra.it
www.albodorolombardia.it
www.difesa.it
www.cambattentibergamaschi.it
decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org

Contenuti

Iscrizioni:
Sul lato frontale:
CHIGNOLO D’ISOLA / AI / CADUTI

Sul libro, lato sinistro:
BRAVI CARLO / PANSIERI GIACOMO / BONASIO DOMENICO /
BONACINA GIUSEPPE / PANSIERI GIUSEPPE / BRAVI GIUSEPPE /
LOCATELLI CARLO / PAGANELLI GIOVANNI / BONACINA ANDREA /
BONASIO BONAVENTURA / RAVASIO CARLO / BONACINA VITTORE
/ MONZANI ANTONIO / BONALUMI EMILIO / MONZANI FRANCESCO /
ROTA AMBROGIO / MONZANI RAIMONDO / ROTA GIACOMO / PAPINI
ALESSANDRO.

Sul libro, lato destro:
PREVITALI GIACOMO / BAROSSI CARLO / ANGIOLETTI PRIMO /
GRASSI ENRICO / BONASIO LUIGI / ROTA ANGELO / BREMBILLA
GIACOMO / BIELLA VINCENZO / LEGHI ANGELO / BONOMI
GIACOMO / BREMBILLA GIUSEPPE / ROTA GIUSEPPE / BONOMI
BORTOLO / RONCALLI CAMILLO / LEGHI LUIGI / LOCATELLI PIETRO
/ BAROSSI DOMENICO / ANGIOLETTI LUIGI / CAP. PAGNONCELLI
EDOARDO.
Simboli:
Soggetto del gruppo statuario: un uomo e una donna stretti e travolti dall’orrore della guerra. Il gioco della tecnica a fusione, tra le forme, le linee, le matrici e le direttive è dato dal tocco inconfondibile del Pizio, costante in molte delle sue opere quali ad esempio il Gallo e il Cavallo a cera persa. Il risultato è pertanto estremamente unico e personale: astratto, semplice e lineare, ma assai vivo, dinamico e di forte impatto. Come se quelle due figure dolenti fossero letteralmente travolte dall’onda che simboleggia le atrocità della guerra.
Sulla lapide a libro sono inoltre presenti delle decorazioni scultoree ramificate.

Altro

Osservazioni personali:
Censimento a cura dell'allieva Chiara Cumerlato, Liceo Classico P. Sarpi, 3^B, anno scolastico 2020/2021.

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