Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- via Concordia 135
- CAP:
- 41032
- Latitudine:
- 44.851799098421
- Longitudine:
- 11.011498843566
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- A bordo della strada, all’interno di un aiuola circondata da un inferriata.
- Data di collocazione:
- Informazione non reperita
- Materiali (Generico):
- Laterizio, Pietra
- Materiali (Dettaglio):
- Su alcuni gradoni è posto il cippo in laterizio intonacato. Esso è composto da un cubo, su cui è attaccata una lastra di pietra con incisa la dedica, e da un piccolo obelisco.
- Stato di conservazione:
- Insufficiente
- Ente preposto alla conservazione:
- Comune di Cavezzo
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Il 3 marzo 1945 le Brigate Nere effettuò un rastrellamento nella zona di Cavezzo per piombare nelle case coloniche in cui vivevano individui sospettati di adesione al movimento partigiano. Una delazione condusse la “banda dei Tupin”, del Capitano della Guardia Nazionale Repubblicana Carlo Tortonesi, presso la cascina della famiglia Benatti, dove i militi catturarono Giovanni Benatti e Renzo Jemma. I due cercarono di fuggire, ma furono falciati dalle raffiche dei fascisti. Dopo la doppia uccisione, i militi incendiarono la cascina della famiglia Benatti.
Giovanni Benatti nacque a Nonantola (MO) il 3 luglio 1920, da Pietro e Dirce Bellei. Residente a Cavezzo, fu agricoltore. Il 3 aprile 1944 entrò nella Brigata “Walter Tabacchi” con il nome di battaglia “Ezio”. Il 3 marzo 1945 fu arrestato poiché i militi fascisti impegnati in un rastrellamento trovarono un rifugio pieno di armi nel perimetro della sua casa. Fu quindi ucciso. Gli fu conferita la Medaglia di Bronzo al Valor Militare alla Memoria con la seguente motivazione: “Combattente della lotta partigiana, si distingueva per decisione e per coraggio nel corso di numerosi combattimenti. Caduto in mani nemiche e brutalmente interrogato manteneva fiero contegno nulla rivelando. Durante la sua traduzione alle carceri perdeva la vita nell’ardimentoso tentativo di riacquistare la libertà”
Renzo Jemma o Iemma nacque a Mirandola (MO) il 26 agosto 1913, da Ildegardo e Celsina Mattioli. Fu agricoltore residente a Cavezzo. Marito di Pace Benatti, sorella di Giovanni, viveva nella stessa casa del cognato. Il 20 aprile 1944 entrò nella Brigata “Remo” con il nome di battaglia “Fedo”. Il 10 settembre 1944 la moglie e il figlioletto morirono per gli effetti di un bombardamento. Il 3 marzo 1945 Renzo fu arrestato poiché i militi fascisti impegnati in un rastrellamento trovarono un rifugio pieno di armi nel perimetro della sua casa. Fu quindi ucciso.
Fonti:
http://www.straginazifasciste.it
http://decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org/#
Contenuti
- Iscrizioni:
- QUESTA PIETRA TI RICORDI
O PASSEGGIERO
DUE GIOVANI NOMI
GIOVANNI BENATTI E RENZO IEMMA
CADUTI A CAVEZZO IL 3 MARZO 1945
PER MANO NEMICA
DELLA LORO GIOVINEZZA FECERO OLOCAUSTO
AFFINCHE’ LA NOSTRA GENTE
NEL FAUSTO RITORNO DELLA ITALICA PRIMAVERA
POSSA SCRIVERE SULLE PROPRIE INSEGNE
UN NOME SACRO
LIBERTA’
- Simboli:
- Sulla lastra della dedica ci sono due fotoceramiche ovali con le immagini dei partigiani uccisi.
Altro
- Osservazioni personali:
- Il cippo andrebbe restaurato perchè versa in pessime condizioni.