Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- CAP:
- 60011
- Latitudine:
- 43.506136049838
- Longitudine:
- 12.92053479266
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Area dedicata lungo il margine della strada
- Data di collocazione:
- Informazione non reperita
- Materiali (Generico):
- Bronzo, Marmo, Pietra, Altro
- Materiali (Dettaglio):
- Pietra per la struttura generale del cippo. Scaglie di pietra per il basamento. Marmo per le lapidi su cui sono incisi l'epigrafe ed i nomi dei Caduti. Vernice di colore nero a riempire tutti i caratteri. Bronzo per il braciere. Ghiaia di colore bianco sulla superficie in cui sorge il cippo. Cemento per il pilone portabandiera.
- Stato di conservazione:
- Ottimo
- Ente preposto alla conservazione:
- Comune di Arcevia
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Alle prime luci del 4 Maggio 1944, intorno alle ore 4.00, reparti tedeschi si portarono sul Monte Sant'Angelo, altura sovrastante l'abitato di Arcevia, ed assaltarono il casolare della famiglia Mazzarini, dove, in quel momento, si trovavano acquartierati numerosi partigiani appartenenti ai Distaccamenti garibaldini “Sant'Angelo” e “Alessandro Maggini”. Gli uomini di quest'ultima formazione, al comando dell'ex vicebrigadiere dei carabinieri Onelio Manoni e provenienti da Vaccarile di Ostra (An), erano giunti la sera prima con un camion a Montefortino (frazione di Arcevia) poi avevano deciso di sostare sul Monte Sant'Angelo prima di riprendere la marcia verso la loro destinazione finale a San Donnino di Genga (An). Il risultato di quest'azione fu un vero e proprio massacro: non essendoci testimoni sopravvissuti all'attacco, ancora oggi non è sicuro se le vittime siano state colte nel sonno o se vi sia stato uno scontro armato tra le due parti. I cadaveri dei partigiani e dei civili vennero bruciati, forse usando dei lanciafiamme e, di conseguenza, si è rivelata problematica l'identificazione dei Caduti i cui corpi furono subito sepolti in fosse comuni e non ebbero pubblici funerali. Non furono registrati neanche gli atti di morte nei registri comunali, se non in tempi successivi. Il casale della famiglia Mazzarini venne distrutto.
Dopo aver compiuto questo massacro, i tedeschi giunsero a Montefortino, dove si trovava il Comando del “Sant'Angelo” e qui, una volta perquisite tutte le case, catturarono 13 (o 14) partigiani che subirono terribili torture prima di essere fucilati e gettati ormai cadaveri lungo un fosso sottostante il paese.
Per quanto concerne la forza nemica impiegata nei giorni 4 e 5 Maggio, fonti locali parleranno di un contingente formato da 2000 nazifascisti. Un numero consistente, comunque, per controllare il territorio da rastrellare. Studi recenti ipotizzano che a dirigere l'azione si stato il Banden-Bekampfungsstab (Stato maggiore per la lotta contro le bande, ovvero strutture create in ogni Comando territoriale delle SS e della Ordnungspolizei per coordinare l'attività antipartigiana) stanziato a Spoleto (Pg) e diretto dal SS-Obergruppenfuhrer und General der Polizei Jurgen Von Kamptz. Sarebbero stati impiegati il 1° Bataillon dell'SS-Polizei-Regiment 20, comandato dal maggiore Werner Wilcke ed alcune compagnie del 2° Bataillon del “Brandenburg” Regiment 3. Reparti della Guardia Nazionale Repubblicana di Ancona e Pesaro parteciparono in funzione informativa ed ausiliaria. Un ruolo non marginale lo svolsero anche le spie locali e questo porterà alla controversa fucilazione da parte dei partigiani di 13 persone (7 uomini e 6 donne) in una cava posta in località Madonna dei Monti la notte tra il 13 ed 14 Luglio 1944.
La vivace attività partigiana svolta nei giorni precedenti all'attacco aveva praticamente reso libero gran parte del territorio di Arcevia e, inevitabilmente, preoccupato i fascisti del locale presidio che avevano chiesto aiuto ai tedeschi. Questo fece sì che circolassero voci di un imminente rastrellamento e, in previsione di questo, il Distaccamento “Sant'Angelo” eseguì l'ordine del Comando partigiano di dividersi in gruppi: uno a San Donnino di Genga, uno ad Avacelli di Arcevia ed un altro a Colonnetta di Serra de'Conti (An). Sul Monte Sant'Angelo dovevano restare solo pochi uomini a guardia dei prigionieri fascisti e comunque pronti a sganciarsi qualora il nemico li avesse investiti.
Il rastrellamento nazifascista sortì l'effetto sperato disperdendo i gruppi partigiani ed interrompendo quei legami di solidarietà, sostegno ed approvvigionamento che avevano con la popolazione del luogo, ora terrorizzata dalla violenza del nemico. Solo grazie all'opera di Alfredo Spadellini (“Frillo”) e Rodolfo Sarti (“Ernesto”), inviati nella zona dal Comando regionale, i Distaccamenti partigiani si riorganizzarono nella macchia di Fugiani, tra Serra dei Conti e Castiglioni di Arcevia.
L'azione di rastrellamento, grazie all'opera subdola dei delatori, portò anche alla cattura di una settantina di abitanti di Arcevia, raccolti in un primo momento nel Campo di concentramento di Sforzacosta (frazione di Macerata) e poi deportati come lavoratori coatti in Germania. Due di questi vi troveranno la morte: Luigi Carboni e Giorgio Santini.
Infine, il 5 Maggio 1944, ad Arcevia, 5 partigiani furono fucilati dai tedeschi lungo le mura di San Rocco, fuori Porta Santa Lucia. Questa pubblica esecuzione aveva lo scopo di servire da monito agli abitanti di Arcevia e dintorni a non solidarizzare o aiutare il movimento partigiano, ristabilendo l'ordine nazifascista.
Partigiani caduti appartenenti al Distaccamento “A. Maggini”:
Mario Albertini, nato ad Ancona il 17 Febbraio 1925, ivi residente, fattorino;
Vittorio Barchiesi, nato a Massagno (Svizzera), di anni 27, residente a Belvedere Ostrense (An), calzolaio, capo nucleo;
Igino Brutti, nato ad Ostra (An) il 15 Agosto 1917, residente a Belvedere Ostrense, contadino;
Ferreres Fabretti, nato ad Ancona il 2 Giugno 1924, ivi residente, operaio, vicecomandante di battaglione. Nel cippo indicato come Fabbretti;
Walter Germontari, nato ad Ancona il 15 Novembre 1923, ivi residente, meccanico, vicecommissario politico di battaglione;
Giuseppe Loretelli, nato ad Arcevia il 4 Maggio 1899, residente a Roma, bracciante;
Americo Pietro Magnani, nato a Belvedere Ostrense il 2 Giugno 1920, ivi residente, elettricista;
Onelio Manoni, nato a Deusehott (?) l'11 Febbraio 1913, vicebrigadiere dei Reali carabinieri, residente ad Ostra, comandante di distaccamento, poi comandante di battaglione;
Umberto Terzi, nato a Roma il 9 Aprile 1924, residente ad Ancona, barbiere, commissario politico di distaccamento, poi commissario politico di battaglione;
Edgardo Vannini, nato a Belvedere Ostrense l'8 Agosto 1922, ivi residente, infermiere, capo nucleo.
Partigiani caduti appartenenti al Distaccamento “Sant'Angelo”:
Giulio Dominici, nato a Sassoferrato (An), di anni 19, residente a Genga (An), agricoltore;
Elio Ercolani, nato ad Arcevia il 30 Agosto 1922, ivi residente, bracciante;
Vincenzo Giovannini, nato a Genga il 14 Luglio 1918, ivi residente, agricoltore;
Marino Mazzarini, nato a Montecarotto (An) il 22 Settembre 1890, residente ad Arcevia. Marito di Rosa Cecchini e padre di Maria, Nello, Palmina, Pietro e Santa, mezzadro;
Giuseppe Rossi, nato ad Arcevia il 18 Dicembre 1920, residente a Genga, agricoltore;
Nazzareno Sargenti, nato ad Arcevia il 26 Maggio 1920, ivi residente, bracciante;
Elio Venturi, nato ad Arcevia il 19 Gennaio 1923, ivi residente, mezzadro.
Altri partigiani caduti:
Michele Secondo Canigiani, nato ad Itri (Lt) il 7 Dicembre 1905, residente a Frosolone (Cb), manovale, già detenuto nel carcere di Ancona;
Primo Fraboni, nato a Barbara (An) il 10 Maggio 1916, residente ad Arcevia; mezzadro. Partigiano del Distaccamento “Sant'Angelo” su cui non è stato possibile accertare con esattezza il luogo di morte, dal momento che, a seconda delle fonti, viene indicato come caduto sul Monte Sant'Angelo o trucidato a Montefortino;
Carlo Alberto Trapani, nato a Montecarotto, brigadiere della G.N.R. passato ai partigiani. Ma l'identificazione non è sicura;
Frane Juraga, ex prigioniero di guerra, forse originario del Montenegro (“Angelo” sul cippo del Monte Sant'Angelo);
Stipe Juraga, ex prigioniero di guerra, forse originario del Montenegro (“Stefano” sul cippo del Monte Sant'Angelo);
Lovro Martinovic, ex prigioniero di guerra, forse originario del Montenegro (“Lorenzo” sul cippo del Monte Sant'Angelo).
3 Ignoti.
Civili caduti:
Rosa Cecchini nei Mazzarini, nata a Rosora (An) il 15 Marzo 1890, residente ad Arcevia, mezzadra. Moglie di Marino Mazzarini e madre di di Maria, Nello, Palmina, Pietro e Santa;
Maria Mazzarini, nata a Genga il 2 Aprile 1926, residente ad Arcevia, mezzadra;
Nello Mazzarini, nato a Poggio San Marcello (An) il 7 Aprile 1924, residente ad Arcevia, mezzadro;
Palmina Mazzarini, nata ad Arcevia il 10 Aprile 1938, ivi residente;
Pietro Mazzarini, nato ad Arcevia il 23 Dicembre 1932, ivi residente;
Santa Mazzarini, nata a Ripe (An) il 18 Ottobre 1914, residente ad Arcevia, mezzadra.
Partigiani fucilati a Montefortino (tutti appartenenti al Distaccamento “Sant'Angelo”):
Italo Biagetti, nato ad Arcevia il 4 Agosto 1923, ivi residente, bracciante;
Eugenio Biagioli, nato a Serra San Quirico il 17 Marzo 1913, residente ad Arcevia, mezzadro;
Tommaso Bianchetti, nato ad Arcevia il 25 Maggio 1922, ivi residente, agricoltore;
Mario Bordi, nato ad Arcevia il 30 (o 20) Settembre 1925, ivi residente, bracciante;
Primo Bramucci, nato a Castel Colonna (An) il 22 Aprile 1915, residente ad Arcevia, caposquadra, bracciante;
Adelmo Bussoletti, nato ad Arcevia il 15 Aprile 1912, ivi residente, muratore;
Giuseppe Lenci, nato ad Arcevia il 26 Aprile 1926, ivi residente, bracciante;
Giulio (o Gilio) Mancini, nato ad Arcevia il 3 Novembre 1918, ivi residente, mezzadro;
Giuseppe Mattei, nato ad Arcevia il 13 Aprile 1921, ivi residente, mezzadro;
Nazzareno Rossi, nato ad Arcevia il 22 Marzo 1926, ivi residente, agricoltore;
Andrea Silvi, nato ad Arcevia il 31 Gennaio 1924, ivi residente, agricoltore;
Gino Spoletini, nato ad Arcevia il 25 Luglio 1926, ivi residente (riconosciuto solo come “caduto per rappresaglia”), bracciante;
Mario Terzoni, nato ad Arcevia il 26 Febbraio 1924, ivi residente, agricoltore;
Nella strage i nazifascisti uccisero anche Ernesto Loretelli, sergente maggiore dell'Aviazione Nazionale Repubblicana, nato ad Arcevia l'11 Luglio 1903, residente a Pesaro e l'avvocato Giampiero De Strani, ex segretario federale del Partito Nazionale Fascista di Ancona, nato ad Arcevia il 28 Ottobre 1899, residente a Genova, tenuti prigionieri dai partigiani sul Monte Sant'Angelo come ostaggi. Il numero delle vittime fasciste potrebbe però salire, sebbene non vi siano nominativi e prove certe a sostegno di questa tesi. Resta però il fatto che dodici militi della G.N.R. a presidio della miniera di Cabernardi di Sassoferrato (An) furono catturati dai partigiani del Distaccamento “Sant'Angelo” la notte tra il 18 ed il 19 Aprile 1944. Appartenevano alla 52a Compagnia O.P. (Ordine Pubblico) della 52a Legione G.N.R. di Rovigo ed anch'essi si trovavano sul Monte Sant'Angelo, forse qualcuno ancora in qualità di prigioniero oppure come partigiano. Infatti altri due militi dello stesso reparto avevano disertato la notte tra il 25 ed il 26 Aprile successivo raggiungendo i partigiani del Gruppo “Sant'Angelo” ed unendosi ad essi.
Potrebbero quindi aggiungersi i nominativi di:
Vito Mingolla, milite passato ai partigiani;
Ceschino Fabris, milite;
(?) Sartin, milite.
Partigiani fucilati il 5 Maggio 1944 sotto le mura di San Rocco, ad Arcevia (tutti appartenenti al Distaccamento “Sant'Angelo”):
Eraclio Cappannini, nato a Jesi (An) l'8 Gennaio 1924, ivi residente, studente, medaglia d'Argento al Valor Militare alla memoria;
Giuseppe Latieri, nato a Montecarotto (An), ivi residente, muratore;
Giuseppe Milletti, nato ad Arcevia il 27 Febbraio 1919, ivi residente, bracciante;
Marino Patregnani, nato ad Arcevia il 16 Giugno 1922, residente a Barbara, vicecomandante di battaglione, perito agrario;
Dealdo Scipioni, nato ad Arcevia il 7 Ottobre 1926, ivi residente, bracciante.
Cappannini, Latieri, Milletti e Scipioni erano stati catturati dai tedeschi la sera del 3 Maggio presso la postazione che i partigiani avevano costituito nei pressi del ponte al trivio Castiglioni-Avacelli- Arcevia. Poco prima, infatti, un gruppo di partigiani, tra cui i sopraindicati, avevano bloccato un'auto tedesca e fatto prigionieri gli occupanti, ma poi era sopraggiunta un'autocolonna nemica che aveva ribaltato facilmente la situazione. Patregnani, invece, era stato catturato ad un posto di blocco mentre cercava di raggiungere i compagni per avvisarli del rastrellamento nemico. Torturato non fece nessuna rivelazione che potesse compromettere il movimento resistenziale.
Da notare che sul cippo eretto sul Monte Sant'Angelo vi sono riportati i nomi dei partigiani Italo Biagetti, Giuseppe Mattei, Nazzareno Rossi e Gino Spoletini che risulterebbero trucidati a Montefortino.
Sempre su questo cippo il nome Cecchini C. è da intendersi in Cesare Cecchini, mezzadro, nato ad Arcevia il 31 Luglio 1872, ucciso dai tedeschi il 9 Luglio 1944 presso la frazione di Ripalta.
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