262495 - Lastra commemorativa alla Medaglia d’Oro al Valor Civile Don Giuseppe Bernardi – Boves (CN)

La lastra, che ricorda le motivazioni per le quali a Don Bernardi, Parroco di Boves, fu conferita le Medaglia d’oro al Valor Civile è posta sotto il portico del Municipio di Boves. E’ fatta con marmo bianco e scritte nere, ed è poggiata su una stretta base orizzontale, supportata da due bugnati affissi al muro. La parte superiore è coronata da un motivo architettonico scolpito nello stesso marmo. Sul fondo, c’è una fotografia in fotoceramica di Don Giuseppe. La M.O.V.C. fu conferita a Don Bernardi il 26/7/1961 dal Presidente della Repubblica, On. Giovanni Gronchi.

Il 19 settembre 1943, giorno della prima strage nazifascista in Italia, a Boves il parroco Don Bernardi, con il suo vice don Mario Ghibaudo, si adoperò per la salvezza del paese, vivendo da pastore la tragedia della sua gente: pregando, benedicendo ed esortando a mettersi in salvo. Conscio del pericolo, su ordine del comando delle SS, si fece ambasciatore presso i partigiani per la liberazione di due SS cadute nelle loro mani.  Nonostante il compimento della missione, crudele fu la sua morte: ucciso (o forse ferito) con arma da fuoco, ed il suo corpo dato alle fiamme. La stessa sorte la subì Antonio Vassallo, anche lui vittima innocente per essersi prestato con il parroco a parlamentare con i partigiani. Il vice-parroco Don Ghibaudo fu colpito a morte dalle truppe naziste durante il compimento della sua missione pastorale verso i bovesani in quel tragico frangente.

Visualizza la mappa

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Piazza Italia 64
CAP:
12012
Latitudine:
44.329759445808
Longitudine:
7.5520921669342

Informazioni

Luogo di collocazione:
Portico del Municipio, su una delle colonne portanti.
Data di collocazione:
Successiva al 26 luglio 1961, data del conferimento della M.O.V.C.
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Lastra in marmo bianco striato di grigio e scritte in carattere stampatello nero.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Amministrazione comunale
Notizie e contestualizzazione storica:
Don Giuseppe Bernardi nasce a Caraglio (CN) il 25 novembre 1897. A dieci anni entra nel seminario di Cuneo. Ordinato sacerdote nel 1923, il 29 giugno 1938 inizia il suo ministero come parroco a Boves. A Giugno del 1943, gli viene affiancato il ventitreenne, neo ordinato, don Mario Ghibaudo, di Borgo San Dalmazzo (CN).

Dopo l’Armistizio firmato l’8 settembre 1943 dal Maresciallo Badoglio, i soldati italiani restano privi di comando e sono allo sbando. I tedeschi ne approfittano per prendere possesso di tutti i territori italiani non ancora in mano agli alleati.
Nel paese di Boves si costituisce una delle prime formazioni partigiane italiane: un reparto di militari italiani, comandati dall'ufficiale della Guardia alla Frontiera Ignazio Vian, dopo l'8 settembre, si rifugia sulle montagne intorno a Boves e inizia un'azione di resistenza contro le truppe tedesche. La domenica 19 settembre un gruppo di partigiani sceso in paese a far provviste si imbatte in un'auto con a bordo due SS tedeschi, catturandoli senza troppe difficoltà e conducendoli prigionieri in montagna, mentre sono già in arrivo da Cuneo mezzi e militari che attaccano le postazioni partigiane.
Nello scontro muore il marinaio Italiano Domenico Burlando (che dopo l’8 settembre si unì alla formazione partigiana di Ignazio Vian) e un soldato tedesco, il cui corpo viene abbandonato dai camerati in ritirata. Le SS, comandate dall’Oberführer Theodor Wisch e dal Sturmbannführer Joachim Peiper, occupano allora Boves, e convocano immediatamente il parroco, Don Giuseppe Bernardi, e il commissario della prefettura. Non trovando traccia di quest'ultimo, il suo posto viene preso dall’ingegnere bovesano Antonio Vassallo. Ai due viene intimato di organizzare un'ambasceria presso i partigiani, chiedendo la restituzione degli ostaggi, pena la rappresaglia su Boves.
Il parroco chiede al comandante tedesco di scrivere su un pezzo di carta che avrebbe risparmiato il paese se l'ambasceria fosse andata a buon fine. Ma il comandante risponde che non ce n'era bisogno e che la parola di un tedesco valeva più di cento firme di italiani. Con un'auto, alla cui guida vi è Vittorio Luigi Dalmasso, e una bandiera bianca don Bernardi e Vassallo risalgono la valle superando vari posti di blocco tedeschi, fino a raggiungere il luogo divenuto base dei partigiani. Dopo una lunga trattativa, pur col dubbio di cedere l'unica garanzia contro la rappresaglia tedesca, i partigiani riconsegnano gli ostaggi con tutta l'attrezzatura e anche la loro auto. Al ritorno in paese del parroco e del commissario con i due ostaggi e, tra l'altro, il corpo del tedesco caduto in battaglia, le SS danno inizio nonostante tutto all'eccidio.
A Boves molti sono fuggiti in campagna nelle ore e nei giorni precedenti, ed è rimasto principalmente chi non era in grado: anziani, invalidi, donne e bambini. Le SS incendiano il paese, circa 350 case la cifra ufficiale, e uccidono 25 persone compresi il parroco don Bernardi e Vassallo i quali, addirittura, vengono bruciati forse ancora vivi dopo essere stati portati in giro per le strade, costretti ad assistere alla distruzione del paese e colpiti con arma da fuoco. Anche il vicecurato don Mario Ghibaudo di appena 23 anni viene barbaramente assassinato mentre aiuta vecchi e bambini a fuggire: è colpito nell'intento di dare l'assoluzione ad un anziano mentre sta morendo.

Contenuti

Iscrizioni:
CITTÀ DI BOVES
DON GIUSEPPE BERNARDI
MEDAGLIA D'ORO AL VALOR CIVILE

PARROCO DEL COMUNE NON ESITAVA ALLA
INGIUNZIONE DELL'UFFICIALE COMANDANTE DI
UN REPARTO DI S.S. E DIETRO FORMALE
IMPEGNO CHE SOLO IN TAL MODO SI SAREBBERO
EVITATE SPIETATE RAPPRESAGLIE AI DANNI
DELLA COMUNITÀ CITTADINA A RECARSI CON
ALTRO ANIMOSO NEL CAMPO PARTIGIANO PER
OTTENERE LA RESTITUZIONE DEI DUE MILITARI
TEDESCHI FATTI PRIGIONIERI. CONDOTTA A
TERMINE CON SUCCESSO LA MISSIONE, VENNE
PERO' TRATTENUTO COME OSTAGGIO DAL
REPARTO TEDESCO CHE AVEVA INIZIATO NEL
FRATTEMPO LA DISTRUZIONE DELLA CITTÀ ED
IL MASSACRO DI MOLTI CITTADINI. QUINDI
MALTRATTATO E SEVIZIATO, VENIVA ABBATTUTO
CON IL COMPAGNO A COLPI DI ARMA DA FUOCO
NEL CORTILE DI UNO STABILE DATO ALLE FIAMME.
FULGIDO ESEMPIO DI CORAGGIOSA DEDIZIONE
E DI SUBLIME ALTRUISMO SPINTO FINO
ALL'ESTREMO SACRIFICIO."

BOVES, 19 SETTEMBRE 1943
Simboli:
Informazione non reperita

Altro

Gallery