38656 - Lapide ai Caduti di Calice Ligure nella Grande Guerra

Lapide rettangolare di marmo grigio composta da quattro lastre affiancate, completate ai lati da due colonne molto elaborate con decorazioni e frutti, sormontate da capitelli sui quali sono incise le date della prima  guerra mondiale 1915-1918. Una grande aquila, dalle ali spiegate,  sovrasta la lapide e sventola la bandiera sabauda. Sulla base, al centro, è scolpita una corona d’alloro. La lapide è sorretta ai lati dalle teste di due leoni, che tengono fra le fauci gli anelli che l’ agganciano alla facciata. La parte inferiore è decorata con bassorilievi di rami, nastri e foglie di ulivo e querce. Sul bordo inferiore sono incisi i nomi dell’architetto e dello scultore che hanno realizzato l’opera.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Piazza Massa
CAP:
17020
Latitudine:
44.20505
Longitudine:
8.29434

Informazioni

Luogo di collocazione:
Facciata palazzo comunale di Calice ligure
Data di collocazione:
In occasione del primo anniversario della Vittoria
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Tutta l'opera è realizzata in marmo dello stesso tipo, scolpito e ricco di decorazioni
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Amministrazione comunale
Notizie e contestualizzazione storica:
COMMISSIONE PRO – LAPIDE CADUTI

Calice Ligure, 16 Maggio 1920

Onorevole Sig. Sindaco del Comune di Calice Ligure
Consegniamo alla S.V. quale rappresentante del paese, la lapide dedicata ai nostri Padri che, combattendo nelle guerre dell’indipendenza, hanno iniziato la sacrosanta redenzione nazionale, e l’altra ai più recenti e numerosi Caduti. Ambedue furono portate a termine a mezzo di pubblica sottoscrizione e da oggi si devono considerare proprietà del Comune. Siano gelosamente, religiosamente custodite. Contemporaneamente consegniamo al Municipio un’artistica pergamena che ricorda i Fratelli immortali, opera dell’Arch. Prof. O.L. Grondona, e un ritratto riproducente l’effigie di PASTORINO Antonio, da Calice, soldato del 153° Fanteria, caduto gloriosamente a Castagnevizza – quale simbolo e campione magnifico, quanto umile, di quest’Italia che attraverso titanici sforzi e sanguinante, tende verso il suo sicuro raggiante destino.
È desiderio dei sottoscrittori che, allorquando l’Edificio Scolastico sia costrutto, le due lapidi vengano, POSSIBILMENTE, colà trasportate ed infisse. ED ANCORA SI DESIDERA CHE “LA PRESA IN CONSEGNA” E QUANTO PIU’ SOPRA E’ DETTO, VENGANO MESSI A VERBALE NELLA PRIMA SEDUTA DEL CONSIGLIO, previa lettura della presente.
Nella supposizione che questa lettera venga archiviata, crediamo opportuno aggiungere alcuni dati:
la lapide monumentale dedicata ai più recenti Caduti è stata eseguita, su disegno dell’Architetto Pro. Luigi Oreste Grondona di Genova, dallo scultore Giusta Agostino di Mondovì. Il Prof. Grondona ne ha curato inoltre l’esecuzione. Egli ha pure eseguito la pergamena, la cui cornice è opera di Cesare Bonomo da Calice.
Mentre il Giusta ha scolpito semigratuitamente il ricordo marmoreo, l’Arch. Grondona, anima mite, buona, generosa, ha il tutto donato. Ad entrambi gratitudine, ma il miglior ricordo sia per l’ultimo. Ed ancora sia dato grazie a Giovanni Andreoni da Calice, mutilato di guerra, che ha murato le due lapidi gratuitamente.
Il trasporto da Mondovì a Calice, della lapide maggiore, fu fatto, a prezzo ridotto, da Fratelli Saccone di Finalborgo.
Il ricordo dedicato ai veterani delle patrie battaglie, è opera dello scultore Maragliano, genovese, abitante ad Albenga. Entrambe le epigrafi furono dettate da Scanavino Attilio.
Nell’erigere tali memorie, sacre agli artefici della nostra redenzione e della redenzione dei popoli, fu precipuo scopo di rendere, oltreché doveroso omaggio ai Caduti anche alle loro famiglie, e perché i contemporanei ed i posteri ricordassero che la “Patria non si nega ma si merita, si conquista” e che sapessero di quanto sangue grondi il raggiungimento di tale sublime ideale. Vittoria fu del Bene sulle malefiche forze che tendevano ad intralciare il libero divenire dei popoli! E si volle ancora che i venturi ricordassero che la vita dei fratelli fu brindata colla certezza che un giorno gli uomini, elevatisi spiritualmente e materialmente, si sarebbero affratellati ed alto sarebbe salito il loro canto alla pace e alla bellezza della vita sulla terra!
Alle generazioni venture il proseguimento dell’arduo compito.
Chiudiamo la presente con ogni ossequio.
Il Comitato Pro Lapide Caduti
Baj Luigi
Barusso Giovanni
Risso Filippo
Attilio Scanavino
Bertone Benedetto *
Sacerdote Benedetto Carzolio Prevosto?
Vittorio Richeri
Nicolò Poggi
*Sindaco di Calice Ligure al momento della consegna

(Documento conservato nell’Archivio Comunale di Calice Ligure gentilmente avuto dal Signor Angelo Tortarolo)

Contenuti

Iscrizioni:
Per l'umana libertà e la giustizia
seppero combattere eroicamente morire
riconcongiunsero alla patria
le sparse membra
aprirono il varco
alle più alte aspirazioni umane.
Fulgido esempio ai posteri
ammonimento ai vinti e al mondo:
l'umanità non si ferma
per un colpo di spada
o un tratto di penna.
I Calicesi
nel 1°anniversario della Vittoria
posero
onorando e glorificando
per l'eternità della vita
i martiri impiccati dagli Asburgo
morti del mare, del cielo, della terra
e della prigionia
ed i più umili eroi ignorati.

MORTI SUL CAMPO
Bruzzone Candido
Oliveri Emilio
Lagorio Davide
Calcagno Luigi di Luigi
Lagorio Serafino
Folchi Paolo Celeste
Pastorino Antonio
Siri Giov. Giacomo-disperso

MORTI IN SEGUITO A FERITE
Patrone Giovanni
Casalini Giovanni
Zunino Sebastiano
Calcagno Angelo Luigi
Lanza Giovanni

MORTI PER MALATTIA
Bruzzo Domenico
Rebagliati Nicola
Siri Giuseppe
Cappa Enrico
Pampararo Luigi
Chiazzaro Filippo
Badano Giobatta
Bellenda Giuseppe
Simboli:
La lapide è ricca si simboli: sono presenti un'aquila con le ali spiegate che sorregge tra le zampe lo stendardo sabaudo; una corona di alloro dedicata alla Patria, teste di leone, frutti , rami di ulivo e di quercia (simboli presenti nello stemma di Calice).

Altro

Osservazioni personali:
Staff Pietre: foto della Cerimonia di inaugurazione dall'archivio del signor Angelo Tortarolo

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