43592 - Lastra ai martiri della famiglia Baffè – Massa Lombarda

Lapide in marmo in memoria della famiglia Baffè, trucidata dai nazifascisti il 17 ottobre 1944 a Massa Lombarda, in una delle pagine più crudeli della guerra in provincia di Ravenna.

NOTA STAFF PIETRE:  questa lastra commemorativa è stata censita dagli studenti dell’ ITI Nullo Baldini  e dell’I.C. San Biagio di Ravenna,  nell’ambito della 3^ed. 2015-16 per l’Emilia Romagna del Concorso “Esploratori della  Memoria”

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Martello, 1
CAP:
48124
Latitudine:
44.4544891
Longitudine:
11.846951399999966

Informazioni

Luogo di collocazione:
sulla parete esterna -lato strada- della casa ricostruita dove i nazifascisti fecero esplodere ed incendiarono la casa dei Baffè
Data di collocazione:
17/10/1952
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Lapide in marmo, con testo inciso e colorato in nero e oro
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Famigliari
Notizie e contestualizzazione storica:
Il 17 ottobre 1944 fu consumato uno dei più feroci e tremendi massacri avvenuti nella provincia di Ravenna in cui furono uccise 23 persone appartenenti alle famiglie Baffè e Foletti insieme ad amici, ospiti occasionali, vicini e dipendenti.
La strage fu un atto di rappresaglia dei nazifascisti contro civili inermi uccisi senza pietà e senza ragione.
Dopo la carneficina le abitazioni dei Baffè e dei Foletti furono incendiate e fatte saltare con mine e i cadaveri delle vittime lasciati alle fiamme.

Nella notte del 16 ottobre 1944 alcuni camion provenienti da Lugo e Sant’Agata si avviaro verso la periferia del paese, più o meno nei pressi di via Martello. All’interno dei mezzi , decine di nazisti e fascisti pronti per un rastrellamento mirato. Il loro obiettivo è casa Baffè.
La famiglia era nota per il suo impegno nella lotta antifascista. Giuseppe era già stato condannato due volte dal tribunale speciale per la sua avversione al fascio. Sua figlia Osvalda (Lalla) era staffetta e caposquadra di un Gap di Massa Lombarda. Alfonso, fratello di Giuseppe, aveva da tempo aperto la sua casa ai partigiani, mentre gli altri membri della famiglia sono impegnati nella lotta e fanno parte del distaccamento “Umberto Ricci”.
Il manipolo nazifascista rastrellò tutta la zona dirigendosi verso la proprietà dei Baffè, ma lungo il percorso venne intercettato da un gruppo di gappisti che li impegnarono tutta notte. Nello scontro morirono un ufficiale tedesco ed il partigiano Giulio Scardovi.
Alle 5 di mattina del 17 ottobre i nazifascisti arrivarono a destinazione. I Baffè vennero picchiati, senza distinzione di sesso o età. I nazifascisti volevano avere informazioni sull’organizzazione partigiana, ma nessuno parlò, e allora li caricarono sui camion. Alla casa del fascio di Massa Lombarda i Baffè furono crudelmente torturati, ma nessuno parlò.
Tutti furono ricondotti a casa, dove si consumò la loro fine. I dieci Baffè (Alfonso, Angelo, Davide, Domenico, Federico, Giuseppe, Maria, Osvalda, Pio e Vincenza), i loro garzoni Severino Gallo e Giuseppe Cassani, gli sfollati Germano e Giulio Baldini, l’amico Augusto Maregatti e i coloni Leo e Antonio Landi. Alcuni furono fucilati sull’aia. Gli altri vennero stipati in casa, insieme ai cadaveri dei loro parenti e amici appena spirati. I nazisti fecero esplodere le mine e diedero fuoco alle macerie, sulle quali poi posero il cartello: «Qui abitava una famiglia di partigiani e di assassini».
La loro sete di morte però non era ancora placata. Un’altra casa e un’altra famiglia diventarono vittime del loro massacro.
Si tratta dei Foletti. Vennero catturati i fratelli Adamo, Angelo e Antonio, insieme al garzone Giuseppe Cavallazzi. Sull’aia la loro vita fu spezzata da una raffica di mitra. L’ottantenne Giuseppe Foletti, infine, venne infilzato con un forcone e poi arso nel fienile.
Alla morte del partigiano Scardovi, si sono così aggiunte le vite dei Baffè e dei Foletti. In un solo giorno 23 persone sono spirate a causa della spietata rabbia nazifascista.
La piccola Albertina fu l’unica che venne risparmiata. Per due giorni i nazifascisti impedirono a chiunque di avvicinarsi alle macerie e finalmente fu affidato a lei il triste compito di riconoscere i suoi cari tra quei cadaveri carbonizzati. 45 anni dopo, nel 1989, si sentì in dovere di ricordare quel terribile eccidio, scrivendo un necrologio in cui protestò con il direttore di RAI2 che aveva mandato in onda un servizio sui “felici anni” del fascismo. Nel 1993 ha pubblicato una raccolta di poesie, tra cui UN S PO’ SMINGHE’ (E’ IMPOSSIBILE DIMENTICARE) la sua testimonianza contro un revisionismo che offende la Storia. Queste alcune delle su parole:
“A VOLTE BASTA UNA PAROLA UN GESTO PERCHE’ VI SENTIATE TUTTO RIMESCOLARE IL SANGUE E TORNINO ALLA MENTE I PIU’ BRUTTI GIORNI DELLA VITA CHE PAREVANO SEPOLTI DAL TEMPO CHE PASSA.”

Contenuti

Iscrizioni:
QUI IL 17 OTTOBRE 1944
SOTTO IL PIOMBO MALEDETTO
DEGLI INVASORI TEDESCHI
E DEI TRADITORI FASCISTI
FRA LE MACERIE DELLA LORO CASA DISTRUTTA
CADDERO
BAFFE' PIO
BAFFE' DAVIDE
BAFFE' FEDERICO
BAFFE' MARIA
BAFFE' VINCENZA
BAFFE' ALFONSO
BAFFE' ANGELO
BAFFE' DOMENICO
BAFFE' GIUSEPPE
BAFFE' OSVALDA
GOLLO SEVERINO
CANORI GIUSEPPE
BALDINI GERMANO
BALDINI ADERITO
LANDI LEO
LANDI ANTONIO
MAREGATTI AUGUSTO
VITTIME
DEL VECCHIO MONDO CHE MUORE
EROI
DI UN NUOVO MONDO CHE SORGE
A RICORDO DEI LORO CARI
I FAMIGLIARI SUPERSTITI
17 OTTOBRE 1952
Simboli:
Non sono presenti simboli

Altro

Osservazioni personali:
Evento tragico per la comunità massese, il ricordo dei Baffè - e dei Foletti- è vivo ancora oggi nella città ed ogni anno viene celebrato il ricordo con una cerimonia presso la lapide che ha tra i promotori ANPI e Comune di Massa Lombarda.

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