Quest'opera ha una notevole importanza dal punto di vista storico, e non potrà che suscitare favorevoli giudizi di stampa e di critica. Troviamo delineata l'autentica figura dell'Internato Militare, che permetterà finalmente di attribuirgli quella qualifica che, al di là di tutti i cavilli giuridici, sarà poi la sua definitiva, cioè quella di resistente, che lo accomunerà nella grande famiglia dei costruttori della democrazia italiana. Ma pregevole soprattutto appare per l'invito a raccogliere il messaggio tramandatoci da migliaia di internati e deportati rimasti nei campi di concentramento, vinti solo dalla morte, mentre nessuna forza umana potrà piegare. Da qui una evidente constatazione: se le Patrie sono ricostruite, se il mondo migliore può essere soltanto un'aspirazione, c'è qualcosa che dobbiamo fare: tutelare, difendere la libertà.