Questo volume parla dell'occupazione nazista in Danimarca, in Norvegia, in Belgio e in Olanda. Nonostante che i mezzi e i modi impiegati fossero in sostanza sempre gli stessi - violenti, brutali, senza risparmio di distruzioni e di vite umane - tuttavia i tedeschi cercarono di mettere in atto diverse politiche di occupazione nei vari paesi dell'Europa nord-occidentale. A guidarli nella scelta di queste politiche fu, in primo luogo, uno strano criterio: quello della maggiore o minore affinità - presunta o reale - dei vari popoli alla razza tedesca; criterio che seppe suggerire loro persino delle sottigliezze diplomatiche, dalle quali - come si sa - essi furono quasi sempre alieni. In tal modo si può comprendere come l'occupazione della Danimarca abbia avuto carattere piuttosto moderato, come l'occupazione della Norvegia abbia potuto essere definita un patto di difesa dall'aggressione anglosassone, come in Belgio e in Olanda si sia cercato ad ogni costo la collaborazione della popolazione o almeno di parte di essa. Tuttavia l'inganno grossolano, la brutalità appena frenata, l'irriducibile avversione suscitata dalle truppe occupanti, il conseguente sorgere della resistenza organizzata ed infine le vicende stesse della guerra fecero sì che il carattere dell'occupazione andasse mutando in un crescendo di violenza, fino a far conoscere anche a queste popolazioni e le atrocità e le persecuzioni ben note alle altre. Volume II della collana “L’occupazione nazista in Europa” - edizione per gli Amici della storia.