Donne e uomini della Difesa,
la ricorrenza del 4 novembre, Festa dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate, oltre a rinnovare il ricordo delle vicende della “Grande Guerra”, il primo decisivo banco di prova per il nostro allora giovane Paese, ci offre l’occasione per una riflessione sul passato; una riflessione che può aiutare ciascuno di noi a trasformare il “ricordo” di quegli eventi in “memoria condivisa”, in esempio concreto, riferimento storico e reale a quel complesso di principi e valori fondanti della nostra società, alla base dei nostri sforzi per modellare il nostro futuro, ora come allora.
L’Armistizio di Villa Giusti con l’Austria fu per gli Italiani molto più che la dichiarazione formale della fine delle ostilità e della vittoria contro il nemico: quell’atto segnò il momento conclusivo di un processo di maturazione politico-sociale che aveva avuto inizio con le travagliate ma esaltanti pagine del Risorgimento. La Grande Guerra fu, per un’Italia ancora fragile, un difficile e doloroso “battesimo del fuoco”, che permise al seme dell’Unità nazionale di germogliare compiutamente, di generare quel profondo senso di identità e di appartenenza che consentì poi al nostro Paese di superare anche le ulteriori durissime prove affrontate fino alla costituzione repubblicana.
La Grande Guerra fu una guerra di popolo, con una moltitudine di Eroi: militari e civili, uomini e donne, gente del Sud e nel Nord, tra essi tanti contadini e operai; tutti uniti in uno sforzo corale, epico e condiviso, nel quale le Forze Armate furono le protagoniste, come sempre al servizio e a presidio delle Istituzioni del Paese, la cui difesa e sicurezza resta, oggi come allora, un dovere delle Forze Armate, e di tutti gli Italiani, che non può non definirsi “sacro”.
Le sfide, i rischi e le minacce a questa sicurezza, anche nella sua prospettiva euro-atlantica, si moltiplicano, si diversificano, si influenzano e si amplificano reciprocamente in un mondo sempre più globalizzato. Un mondo nel quale situazioni difficili anche di natura economica e sociale costringono a delicate scelte in termini di priorità: anche per questo motivo, le nostre Forze Armate si stanno oggi trasformando. Un processo di trasformazione già in atto, le cui direttrici saranno ridefinite a breve nel “Libro Bianco per la sicurezza internazionale e la difesa”, in termini di gravitazione del contributo alla comunità internazionale, di ottimizzazione e riorganizzazione interna, di modello operativo e sistema integrato di capacità. Militari e civili della Difesa,
con il vostro encomiabile impegno, misurando quotidianamente Voi stessi nel Vostro servizio alle Istituzioni e alla collettività nazionale, non solo rendete onore ai moltissimi Italiani che, in tante forme, si sono sacrificati nella Grande Guerra, ma contribuite significativamente a rendere possibile agli Italiani di oggi e di domani crescenti livelli di libertà, di civiltà, di sicurezza, di qualità della vita e di serenità che non dobbiamo mai dare per scontati.
Nel giorno in cui celebriamo l’Unità Nazionale e insieme, evocativamente, festeggiamo le nostre Forze Armate, esprimo il sincero ringraziamento e la profonda vicinanza, di tutto il Governo e miei personali, alle Vostre famiglie, che condividono con Voi tutto il peso dei sacrifici e dei disagi che una professione quale la Vostra, splendida ma difficile, comporta.
Con gli stessi sentimenti, rivolgo, a nome di tutti noi, un commosso omaggio alle famiglie dei militari caduti anche in questo ultimo anno in servizio.
Un nostro pensiero particolare va, altresì, alle famiglie e ai commilitoni dei Fucilieri di Marina Latorre e Girone, ai quali ci uniamo per sostenere Massimiliano e Salvatore fino alla conclusione della loro difficile vicenda.
Voglio, infine, concludere esprimendo la certezza che lo spirito di sacrificio, l’amore per il proprio Paese, la forza di carattere, la solidarietà, l’altruismo, ma anche la speranza nel futuro, la fiducia in un mondo migliore, più giusto e più prospero, che gli Italiani della generazione dei nostri nonni hanno saputo esprimere nella Prima Guerra Mondiale vive ancora negli Italiani di oggi.
Dopo i nostri nonni, dopo i nostri padri, tocca ora a noi fare tutto il possibile per contribuire a costruire un mondo migliore.
Viva le Forze Armate!
Viva l’Italia!