Terracina a Perugia racconta gli orrori della deportazione ad Auschwitz

PERUGIA – “L’inizio dell’inferno è cominciato il 5 settembre 1938, quando sui giornali venne pubblicata la notizia del decreto per la difesa della razza nella scuola fascista”. Poi la deportazione nel campo di sterminio Auschwitz, dove “ai prigionieri veniva tolta ogni dignità”. E’ la tragica storia di Piero Terracina, sopravvissuto al campo di concentramento di Auschwitz, che per due giorni a Perugia ha incontrato oltre 400 studenti delle scuole del capoluogo umbro per raccontare gli orrori subiti dalla popolazione ebraica durante la seconda guerra mondiale. Una iniziativa, quella che si è tenuta alla sala dei Notari di Palazzo dei Priori, nel cuore del centro storico, promossa dall’Avis Perugia e patrocinata dall’amministrazione comunale.
In entrambi gli incontri (18 e 19 febbraio) Terracina è stato accolto dagli studenti con un lunghissimo applauso. A loro il sopravvissuto dal “campo costruito scientificamente per la morte” ha sottolineato l’importanza del “mantenimento della memoria, quel filo che lega il passato al presente e proietta verso il futuro”. Terracina venne catturato insieme a tutta la famiglia a Roma la sera del 7 aprile 1944. “Il prelievo dall’abitazione fu operato da due SS accompagnante da due giovani fascisti – ha spiegato -. Quando tornai dall’inferno ero l’unico sopravvissuto della mia famiglia. Se sono riuscito ad andare avanti è stato grazie agli amici che mi ero fatto alla scuola ebraica”.
A Terracina sono andati i ringraziamenti della città di Perugia “per aver accolto l’invito e per la forza con cui continua a diffondere gli importanti valori della vita”, ha detto l’assessore comunale Ilio Liberati. In occasione del secondo incontro con gli studenti il sindaco Wladimiro Boccali gli ha conferito il baiocco d’argento, simbolo della città. Presente alla sala dei Notari anche Amedeo Tedesco, che perse il padre nell’eccidio delle Fosse Ardeatine.

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