Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Area boschiva
- CAP:
- 55020
- Latitudine:
- 44.0514602
- Longitudine:
- 10.3417012
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- piazzale ''mamma Viola''
- Data di collocazione:
- Informazione non reperita
- Materiali (Generico):
- Pietra, Altro
- Materiali (Dettaglio):
- Informazione non reperita
- Stato di conservazione:
- Ottimo
- Ente preposto alla conservazione:
- Informazione non reperita
- Notizie e contestualizzazione storica:
- IL GRUPPO VALANGA E LA BATTAGLIA DEL MONTE ROVAIO ;
IN LOCALITA' PIGLIONICO, UNA CHIESETTA INTITOLATA ALLA LORO MEMORIA. . .
Il monumento preso in considerazione attorno a cui è sviluppato tutto l'elaborato seguente , sorge in località ''Piglionico'', ai piedi del massiccio del monte ''Pania della Croce'' nel comune di Molazzana. Si tratta di una piccola cappella religiosa all'interno della quale si trovano alcune lapidi commemorative recanti i nominativi dei partigiani appartenenti al ''gruppo valanga'' morti in azione nelle zone limitrofe , in particolare, in uno spazio apposito , vi sono impressi tutti quelli dei caduti durante la sanguinosa battaglia che si svolse sul vicino monte Rovaio, nell'agosto del 1944, in cui ben diciannove ragazzi della formazione persero la vita.
Prima di trattare nello specifico di questo però è bene avere presente un quadro generale della situazione italiana durante LA SECONDA GUERRA MONDIALE per capire a fondo le cause che hanno portato a quei tragici avvenimenti :
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nel settembre 1939, l'Italia restò inizialmente neutrale. La scelta della "non belligeranza", fu principalmente dovuta all'impreparazione militare e alla scarsità delle risorse belliche, oltre che a una politica attendista finalizzata a comprendere come ottenere maggiori vantaggi diplomatici e di conquista territoriale in base allo sviluppo del conflitto. I successi iniziali della "guerra lampo" del Terzo Reich portarono però presto il regime fascista a confidare in una rapida vittoria nazista e quindi, già dal marzo 1940 iniziarono i preparativi per l'entrata in guerra.
Così il 10 giugno 1940 Mussolini annunciò, a una folla entusiasta radunata a Piazza Venezia e a tutta la popolazione che lo ascoltava attraverso la radio, che era giunta l' ”ora fatale”: l’Italia entrava in guerra contro la Francia e la Gran Bretagna.
Mussolini dichiarò che quella dell’Italia sarebbe stata una “guerra parallela”, cioè decisa autonomamente a Roma e combattuta su Fronti diversi da quelli Tedeschi.
I fronti aperti dall'italia comprendevano (escluso quello delle Alpi occidentali, dove gli scontri in territorio francese durarono solamente tre giorni) il teatro dell'Africa settentrionale e quello dei Balcani. La situazione per le nostre truppe non prese una bella piega fin da subito , ed i tedeschi si videro costretti ad intervenire a fianco delle truppe italiane per evitarne il collasso. Ciò nonostante, I successi delle truppe dell'asse in ambito militare si protrassero fino al 1942, quando le cose iniziarono a mutare a causa della mancata riuscita dell'operazione ''barba Rossa'' in Russia e dell'entrata nel conflitto del colosso americano. . . ben presto la guerra approdo' sulle coste della nostra penisola, in Sicilia, con l'operazione Husky , il 10 luglio 1943. A breve distanza da quella data , il 25 luglio, Mussolini fu sfiduciato dal suo incarico dal gran consiglio del fascismo ed egli fu incarcerato in un albergo sul Gran Sasso per ordine diretto di sua eccellenza Vittorio Emanuele III; La guerra continuava comunque ad imperversare sul territorio italiano in quanto il re ed il maresciallo Badoglio, che in quel momento si erano sostituiti alla figura di potere del Duce, confermarono all'alleato germanico che non sarebbero venuti meno al loro impegno di proseguire assieme la lotta. Questo andò avanti fino all'8 settembre del 1943, quando il Re e Badoglio scapparono da Roma a Brindisi, a seguito dell'emanazione pubblica della firma dell'armistizio con le nazioni alleate, lasciando l'intero regio esercito allo sbando e senza ordini. Si venne così a creare una situazione esplosiva;i problemi si fecero subito gravissimi perché gli Anglo-Americani, dopo aver risalito l’Italia meridionale, restarono bloccati a Cassino e mezza Italia si trovò sotto l'occupazione nazista. Questo territorio venne assegnato nuovamente al dominio di Mussolini , il quale per ordine diretto di Hitler venne liberato dalla sua prigionia, il 12 settembre 1943. Nasce così la repubblica sociale italiana.
Da questa data in poi prende vita anche il comitato di liberazione nazionale, il CNL, che nei 20 mesi successivi sarà guida politica e militare della lotta di Liberazione. Il movimento di Resistenza è animato da forze eterogenee, diverse tra loro per orientamento politico e impostazione ideologica, unite tuttavia dal comune obiettivo di lotta contro il nazifascismo, per la liberazione del paese dal nemico straniero e da quello interno. Partecipano alla lotta militari e civili, persone di ogni età, sesso, provenienza geografica e politica.
Nella primavera-estate del 1944, dopo lo sfondamento alleato della linea Gustav e l'avanzata anglo-americana nell'Italia centrale, ampie zone del territorio settentrionale sono sottratte all'occupazione tedesca e fascista: sorgono così le "Zone Libere" e le repubbliche partigiane come quelle di Montefiorino (Appennino modenese), della Val Trebbia e della Val Taro (provincia di Parma). I governi democratici provvisori delle repubbliche non possono però reggere a lungo, poiché i tedeschi scatenano nei loro confronti offensive pesantissime costringendo i partigiani ad abbandonare paesi e vallate per ripiegare sulle montagne. Qui vengono continuamente attaccati, soprattutto dall'inverno 1944-1945, quando l'avanzata alleata si arresta sulla linea Gotica. . . quest'ultima verrà sfondata solamente nell'aprile del 1945 , quando poi la guerra finirà. . .
è proprio a ridosso di questa ultima fase del conflitto, nelle immediate retrovie del fronte della linea gotica in Garfagnana che il gruppo Valanga viene costituito e sostiene i suoi scontri più accesi .
il gruppo valanga nasce con il giovane studente universitario gallicanese Leandro Puccetti , sul finire del 1943, il quale decide di rompere ogni indugio; l'ardore patriottico e combattivo nel suo animo era superiore ad ogni cosa e diventerà infatti il comandante del Gruppo Valanga . Già prima di quel tempo egli svolgeva una certa attività che tendeva ad aggregare conoscenti per formare una banda partigiana. Nel giugno '44, ormai il Valanga era divenuta una formazione partigiana attiva a tutti gli effetti. I partigiani sono organizzati sempre meglio e sono sempre più armati grazie ai lanci americani e ai saccheggi dei magazzini della TODT. il settore di azione della banda comprende la bassa Garfagnana (Gallicano, Molazzana, Fabbriche di Vallico, Vergemoli) . Il 13 luglio 1944 ci fu il primo significativo scontro contro i tedeschi nei pressi del Rifugio Rossi , dove da qualche giorno i partigiani si erano stanziati per trovare riparo. Ma qui vennero assaliti da una pattuglia di 15 soldati della wehrmacht. La banda partigiana si era arricchita ancora di uomini provenienti da Gallicano( ormai il Valanga sfiorava le cinquanta di unità) ma ai primi colpi di mitraglia nemica molti si dileguarono ed i pochi rimasti tentarono di resistere accanitamente , con tutte le loro forze . il duello di fuoco si sviluppò per circa una mezz'ora, al termine della quale i tedeschi si ritirarono, non subendo alcuna perdita. Dopo questo fatto il Valanga si disgregò molto e attorno al Puccetti rimasero solamente tredici uomini . A dar loro man forte arrivarono 36 partigiani emiliani appartenuti alla disfatta Repubblica Partigiana di Montefiorino. Si trattava di uomini ben armati e con esperienza di combattimento, per cui furono sostanzialmente bene accolti dai vecchi membri, anche se delle divergenze politiche saltarono subito fuori. Questo perchè Il Valanga politicamente non era inquadrato in nessuna fazione e così voleva rimanere, mentre gli emiliani di "Stella Rossa", comunisti, ritenevano che dovesse prendere una connotazione ben precisa. . .
A seguito della loro venuta dall'emilia , molti altri ragazzi garfagnini ripresero coraggio e fiducia nella già più volte menzionata banda partigiana, decidendo di raggiungere la formazione in montagna e intraprendere con loro la lotta armata.
Fondamentale per la sopravvivenza dei partigiani del Valanga fu la figura della signora Viola Bertoni , da tutti conosciuta come ''Mamma Viola'' , residente nella località isolata di Trescala . La sua storia di coraggio rimane ancora oggi indelebilebile a molti abitanti della bassa garfagnana: perchè fu artefice di un grande atto di coraggio e solidarietà. Viola Bertoni nacque il 10 aprile 1891 in una famiglia che basava la sua sopravvivenza sulla coltivazione di alcuni pezzi di terra nel paese dell'Alpe di Sant'Antonio (frazione del comune di Molazzana)e anche lei nel corso della sua vita continuò a vivere in quella maniera. A soli 17 anni sposò Francesco Mori , da cui avrà otto figli. La sua vita e quella del marito trascorsero tranquille , anche se costernate dalle immaginabili fatiche che caratterizzavano un tempo le vite dei contadini e dei pastori di montagna, almeno fino a quando la linea del fronte non arrivò ad essere vicinissima a casa loro, che nel 1944, si trovava proprio ai ridossi delle retrovie italo-tedesche. In quella già difficile situazione , con i tedeschi che circolavano in buon numero nella zona , i bombardamenti e , non per ultima, la scarsità di generi alimentari legata alla povertà, lei e la sua famiglia si offrirono di propria spontaneità a dare sostegno e riparo ai partigiani che operaravano nella zona, assumendosi tutti i rischi di cui erano ben a conoscenza( i tedeschi avevano in precedenza già condotto azioni di intimidazione nel paese dell'Alpe di S. Antonio e dato alle fiamme una bottega , il cui proprietario fu condannato complice di aver fornito cibo ai ribelli ). è importante ribadire che la presenza di soldati in quella zona è notevole perchè essa ha un notevole interesse strategico per tutta la tenuta del fronte della linea Gotica. Questo è ben noto anche ai partigiani , tant'è che gran parte delle loro energie venne incanalata proprio in questo fazzoletto di terra.
L'esempio di Viola incoraggiò molte altre famiglie a schierarsi dalla parte dei partigiani e al termine della guerra le sua gesta diventeranno famose in tutta la zona vicina, ma non solo, infatti lo Stato le assegnarà la Medaglia d'oro al Valor civile. Negli anni successivi Viola si trasferisce a Cardoso di Stazzema dove morirà nel 1969 .
''Ma non sono le medaglie che contano, quello che conta è il cuore di una mamma, che dopo aver partorito otto figli, ne volle adottare altri sessanta, e proprio come fa una vera madre mise a disposizione la sua vita per la sopravvivenza di quei ragazzi, per questo e per tutti è e rimarrà sempre la ''mamma dell'Alpe''. ''
LA BATTAGLIA DEL MONTE ROVAIO
fu lo scontro di maggiore portata sostenuto dalla formazione guidata dal comandante Puccetti . Il 29 agosto del 1944, un maresciallo tedesco al comando di una pattuglia in perlustrazione era caduto al Colle di Panestra , in uno scontro con una sentinella partigiana (il suo nome di battaglia era Tarzan). Il comandante Leandro Puccetti , una volta venuto a sapere di questo fatto, decise di non voler abbandonare la popolazione inerme alla rappresaglia dei nazi- fascisti (che egli già prevedeva di che portata potesse essere) e con lui concordarono tutti i suoi uomini, o almeno tutti quelli legati in qualche modo a quella terra. Questo portò alla terribile battaglia frontale tra truppe germaniche e partigiani . Il Gruppo valanga rimase compatto fino alla fine del combattimento sulla sommità del Monte Rovaio, dove erano state allestita in fretta e furia piccole opere di fortificazione , e così nel giro di poco tempo i partigiani furono accerchiati da forze preponderanti. Diciannove patrioti, fra i quali il comandante, perirono sotto il fuoco incessante dei tedeschi ;la casa di Viola, le sue capanne, vennero incendiate e fatte saltare con la dinamite . Nel mezzo del combattimento Viola ed i suoi di famiglia , con bambini anche molto piccoli, trovarono scampo rifugiandosi in alcune grotte naturali. . . . le stesse grotte saranno usate da lei e dalla sua famiglia come ricovero per tutto l'inverno del 1944/1945 visto che la loro abitazione in pratica non esisteva più, portando a una condizione di disagio facilmente immaginabile. La battaglia ebbe termine solo quando i partigiani esaurirono quasi tutte le munizioni che avevano a disposizione e decisero di uscire dall'accerchiamento , scendendo a valle per scappare, da un versante quasi impraticabile del massiccio montuoso. Quando i sopravvissuti a quella tremenda battaglia del 29 agosto 1944 si lasciarono per disperdersi fra i monti e i boschi sottostanti alla vetta del Rovaio, onde sottrarsi alla morte o alla cattura, si promisero che si sarebbero incontrati ancora per ricomporre la formazione. Il punto di incontro sarebbe stato Vergemoli, lassù vicino alla Pania Secca. . . . e così fu.
Contenuti
- Iscrizioni:
- (lastra esterna)
CHI PASSI PER QUESTE VALLI A LAVORO O A DIPORTO
NELLA SUGGESTIVA QUIETE DEL PAESAGGIO MONTANO
SAPPIA O RICORDI
E TUTTI RIPENSINO
CHE QUESTO CRINALE ROCCIOSO
CHE GLI SI ERGE DAVANTI DETTO
IL NOME DI GESÙ
IL 29 AGOSTO DEL 44
CONOBBE CREPITIO D'ARMI E STRAZIO DI MORTE
E VIDE ANIMOSI GIOVANI OFFRIRE LA PURISSIMA VITA
PERCHÉ LA PATRIA RISORGESSE A LIBERTÀ
(lastre interne)
CADUTI DEL GRUPPO VALANGA
•LUCCA-29.6.1944
BARTOLOZZI ROBERTO-NATO A LA SPEZIA IL 23. 4 .1914
-RIFUGIO PANIA- 13.7. 1944
DONATI RENATO -NATO A VILLAFRANCA LUNIGIANA- MASSA CARRARA
FRANCHI LUCIANO -NATO A GALLICANO-LUCCA IL 4. 12.1926
VANGIONI PIETRO - NATO A VERGEMOLI-LUCCA IL 12. 10 .1924
•FABBRICHE DI VALLICO - 13.7. 1944
CASINI ALBERTO-NATO A FABBRICHE DI VALLICO-LUCCA IL 22 7 1927
•FOCCHIA-13.7.1944
MASSARA ORAZIO -NATO A CATANZARO
PAOLINELLI LILIANO - NATO A MARLIA CAPANNORI - LUCCA IL 23.2.1928
PASQUINI ADRIANO -NATO A BARGA-LUCCA IL 10.1.1925
-BAGNI DI LUCCA: 18.7. 1944
FRATI GIOVANNI -NATO A FABBRICHE DI VALLICO IL 2. 9.1926
-ZOPPELLO DI TRASSILLICO - 3.10 .1944
MANGIONI FEDELE -NATO A VERGEMOLI -LUCCA IL 27. 12 . 1915
-MONTE FORAT0 - 29.12. 1944
MORI ALFREDO - NATO A MOLAZZANA-LUCCA IL 13. 10. 1921
GRUPPO VALANGA CADUTI IL 29 AGOSTO 1944
PUCCETTI LEANDRO - MEDAGLIA D'ORO AL VALOR MILITARE
NATO A GALLICANO -LUCCA IL 25. 3.1923
BRUNI ETTORE - MEDAGLIA D'ARGENTO AL VALOR MILITARE
NATO A CASTELFRANCO EMILIA IL 10. 11. 1923
SASSI RENZO - MEDAGLIA D'ARGENTO AL VALOR MILITARE
NATO A CASTELNUOVO RANGONE - MODENA IL 16. 2. 192 4
BERGAMINI EDOARDO -NATO A BOMPORTO - MODENA IL 10. 4 . 1918
BERTONI MARIO-NATO A MOLAZZANA-LUCCA 1'11. 11 .1926
BORRO GIOVANNI-NATO A BARRAFRANCA - ENNA NEL 1913
BORSI REMO -NATO A MALALBERGO - BOLOGNA IL 29. 9 1924
BUCCI SERGIO -NATO A ROMA
CIPRIANI PASQUALE -NATO A VERGEMOLI - LUCCA IL 3. 1.1925
DAVINI MARIO-NATO A S. MARIA DEL GIUDICE - LUCCA IL 6 8. 1925
FRANCESCO DETTO IL NAPOLETANO- DA ALBANOVA-CASERTA
LORENZONI RENATO-NATO A ANZOLA D'EMILIA-BOLOGNA IL 15.2. 1925
OLIVIERI RUBINO -NATO A ZOCCA-MODENA IL 3. 5. 1926 DISPERSO
PIERANTONI WALTER DA BOLOGNA
PIERONI LAURO.NATO A MOLAZZANA-LUCCA L'11. 3.1926
PUCCETTI GABRIELE- NATO A GALLICANO - LUCCA IL 27 .6.1922
RUSTICELLI ALDO-NATO A S. GIOVANNI IN PERSICETO - BOLOGNA
L'11.6.1920
TOGNOLI FERRUCCIO-NATO A MALALBERGO - BOLOGNA
VENTURELLI MARIO-NATO A MOLAZZANA-LUCCA IL 19. 10 .1926
- Simboli:
- Nelle lastre non sono presenti simboli. Nella parete di fondo, sopra l'altare, croce in legno.
Altro
- Osservazioni personali:
- Dal luogo dove è stato eretto il monumento in questione parte un sentiero denominato ''sentiero della libertà'' che ripercorre i luoghi in cui per mesi vissero e lottarono i membri della formazione del gruppo valanga .