Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Strada provinciale 152
- CAP:
- 58023
- Latitudine:
- 42.949123517065566
- Longitudine:
- 10.923977494239807
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Striscia di terreno tra la ferrovia e la strada provinciale
- Data di collocazione:
- Informazione non reperita
- Materiali (Generico):
- Marmo
- Materiali (Dettaglio):
- Basamento e formella scultorea ispirata all'accaduto in marmo
- Stato di conservazione:
- Buono
- Ente preposto alla conservazione:
- Comuni di Gavorrano e Scarlino, la famiglia, Associazioni
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Passaggio in terra di Maremma, da Capalbio fino a Massa Marittima ed i paesi dell'entroterra, del fronte di guerra durante il secondo conflitto mondiale con le conseguenze collaterali della ritirata tedesca .
Caduti nel Comune di : MONTEROTONDO MARITTIMO 10 giugno 1944, ROCCALBEGNA 11 giugno 1944, CASTIGLIONE DELLA PESCAIA 11 giugno 1944, POTASSA 11 giugno 1944, MASSA MARITTIMA 13 giugno 1944, CAMPAGNATICO 13 giugno 1944, SORANO 14 giugno 1944, GROSSETO 15 giugno 1944, MONTIANO 15 giugno 1944, ROCCASTRADA 17 giugno 1944, CAMPAGNATICO 18 giugno 1944, CAMPAGNATICO 21 giugno 1944.
Si riportano elementi tratti dalla biografia di Flavio Agresti:
....Flavio Agresti nacque a Scarlino, quarto di sei fratelli, da Ezio Agresti e Antonia (Tonina) Toninelli, nel maggio del 1915. Soldato di leva fu arruolato nel 21° Reggimento Cremona, dove fu richiamato, col grado di sergente, allo scoppio della seconda guerra mondiale, fino all’8 settembre ’43. Nel frattempo si era sposato ed aveva avuto un figlio.
L’8 settembre segnò la fine della sua “carriera militare”, e lui, tornato a casa, si dedicò totalmente alla famiglia e al suo lavoro. Fu forse per questo motivo che non entrò da subito nella formazione partigiana di Scarlino, e fu forse per recuperare questo suo ritardo che si offrì volontario nelle ultime missioni.
Nella primavera del ’44 i tedeschi convogliavano le loro divisioni verso sud a fronteggiare gli Alleati che risalivano la Penisola. Una colonna, forse proveniente dalla linea Gustav, venne ad accamparsi nella zona della Vallicella e di Uliveto ai piedi del paese. Le formazioni partigiane locali erano in stato d’allerta e costantemente vigili sui movimenti della colonna: erano in continuo contatto tra di loro e col comando del CLN, onde approntare eventuali azioni di difesa.
Fu durante uno scambio di informazioni tra i partigiani di Scarlino e quelli di Gavorrano, dove la colonna avrebbe fatto la sosta successiva, che avvenne la cattura di Flavio e del partigiano gavorranese Primo Moscatelli. Flavio Agresti, in quei giorni, lavorava al podere di Col di Sasso, proprietà del prof. Righetti, la cui moglie, di origine tedesca, era lì residente. Lo scambio di informazioni doveva avvenire, fuori orario di lavoro, presso il podere di Campo Valerio, limitrofo a Col di Sasso dalla parte di Gavorrano.
Mentre Flavio si recava all’appuntamento percorrendo la strada che dal cimitero di Scarlino porta alla deviazione sulla destra per Col di Sasso, ai lati della quale, si ergono due colonne, fu notato da due sorelle, anch’esse di Scarlino e di larghe simpatie fasciste (una di loro, la più anziana, aveva esercitato in paese la professione di levatrice e, stravaganza del destino, fu lei a farlo nascere…), queste lo segnalarono, come partigiano, a due soldati nazisti, che incrociarono per strada, i quali lo seguirono come ombre e lo colsero a ridosso di una grossa quercia, in Campo Valerio, nel momento in cui incontrava il compagno di Gavorrano. Scattò la trappola, fatalmente.
Sotto la minaccia dei mitra raggiunsero Col di Sasso, dove i nazisti pretesero un barroccino per condurli in località Le Case dove li attendeva una cantina buia, nella quale furono imprigionati fino al giorno seguente. Furono lasciati senza sorveglianza. Potevano anche fuggire: uno del posto gli tirò qualche arnese, dalla finestra inferriata, per forzare la serratura. Non fuggirono, sapevano che i nazisti, trovando la cella vuota, avrebbero fatto una strage di civili innocenti. A giorno fatto, dopo che la signora Righetti aveva generosamente tentato una intercessione presso il comandante, nella speranza di ottenere un gesto salvifico, arrivarono ordini precisi ed infausti: col solito barroccino furono accodati alla colonna che si spostava presso la stazione ferroviaria di Gavorrano dove, poco distante, era allocato un comando nazista.
Qui, pare, siano rimasti in cattività per alcuni giorni. Allorché la colonna riprese la sua marcia verso sud, all’alba dell’11 giugno, furono fucilati a ridosso della ferrovia, nel punto in cui, oggi, il cippo marmoreo in questa scheda descritto , in mezzo a due cipressi, tra la ferrovia e la vecchia Aurelia, ricorda quegli spari.
Undici giorni dopo, il 22 di giugno, Scarlino fu liberato dagli Alleati, coadiuvati dai partigiani. Fu un giorno di festa: suonarono a distesa le campane per tutta la giornata.
Primo Moscatelli, per sua fortuna, non fu colpito in punti vitali e riuscì a sopravvivere.
A Flavio Agresti fu conferita la medaglia d’Argento al V.M. con la seguente motivazione:
“In un tragico periodo della Patria invasa dal nemico, si faceva organizzatore ed animatore del Fronte Clandestino di Liberazione nel paese di Scarlino. Offertosi spontaneamente per una difficile e rischiosa missione di collegamento, tra un gruppo e l’altro di patrioti, veniva catturato dai reparti tedeschi. Sottoposto a stringente interrogatorio e ad ogni specie di sevizia e di tortura, onde rivelare l’entità dei patrioti e la missione a lui affidata, si rifiutava decisamente.
Legato, poi, dietro a un barroccino con le braccia incatenate dietro la schiena e trascinato per diversi chilometri, non avendo voluto tradire i compagni, veniva barbaramente finito da una raffica di fucile mitragliatore, chiudendo, così gloriosamente, una vita interamente dedicata alla Patria.”
Contenuti
- Iscrizioni:
- A RICORDO IMPERITURO
DI FLAVIO AGRESTI
DA SCARLINO
SOTT’UFF. PARTIGIANO CADUTO 11-6-1944
PER LA LIBERTA’ D’ITALIA
L’AMM. COMUNALE
LA FAMIGLIA
- Simboli:
- Ramo di palma, lampada accesa con fiamma sempre ardente
Altro
- Osservazioni personali:
- Foto 2015 Prof. MAURO BENEDETTELLI : Docente IISS MANETTI GROSSETO- Costruzioni Ambiente Territorio, Coordinatore del progetto Pietre della memoria per l’IISS Manetti, Componente della Fondazione ANMIG Sezione di Grosseto