Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- S.P. 56
- CAP:
- 63900
- Latitudine:
- 43.132778111155
- Longitudine:
- 13.714198567128
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Lato strada (strada provinciale 66), campagne di Petritoli.
- Data di collocazione:
- Informazione non reperita
- Materiali (Generico):
- Bronzo, Marmo, Pietra, Altro
- Materiali (Dettaglio):
- Cippo i pietra bianca, su base in laterizio, a pianta quadrata, circondata da una piccola recinzione nera in metallo. Cornici delle fotografie dei due caduti e scritte in bronzo. Piccolo camminamento in cotto.
- Stato di conservazione:
- Ottimo
- Ente preposto alla conservazione:
- Amministrazione Comunale
- Notizie e contestualizzazione storica:
- FONTE: http://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/schede/Caldarette%20Ete,%20Fermo,%2019.06.1944.pdf
Nel corso del ripiegamento nazifascista verso Nord, la zona di Caldarette Ete, in provincia di Fermo, diviene dal 13 giugno 1944 un fondamentale punto di passaggio per le truppe tedesche. Il 19 giugno si verificano una serie di fatti che portarono alla morte di quattro civili inermi. Il primo è un tragico episodio di violenza, che la memoria popolare ricorda come “l’eccidio dei fratelli-cugini Fortuna”. Mentre un reparto di tedeschi stava minando il ponte che collega Fermo con i paesi oltre la collina, alcuni giovani, presumibilmente partigiani della zona, spararono contro di loro qualche colpo di mitragliatrice, scatenando di lì a poco la rappresaglia. Ci furono sicuramente dei feriti e dei morti tra i tedeschi, ma a oggi non si sa il numero esatto. Messisi alla ricerca dei partigiani, che si erano già allontanati dalla zona, i soldati nazisti si diressero verso le case lì vicino, appiccando il fuoco. In una di queste abitava la famiglia Fortuna, in quel momento intenta nel far colazione. Senza troppe spiegazioni prelevarono i due uomini presenti: i cugini Giuseppe e Luigi Fortuna, erroneamente ritenuti partigiani. Costretti a uscire fuori, furono crivellati di colpi a pochi metri dall’abitazione. I corpi rimasero per tutta la giornata sul ciglio della strada perché nessuno ebbe il coraggio di spostarli. Il funerale venne celebrato solo dopo qualche giorno. Quel 19 giugno morirono anche il signor Santino Serafini, bruciato vivo per aver tentato di riappropriarsi delle proprie bestie, confiscategli dai tedeschi; e Giovanni Protasi, all’epoca di soli sei anni che, colpito da una scheggia di cannonata allo stomaco, non ricevette le cure necessarie e morì dopo qualche giorno.
Contenuti
- Iscrizioni:
- QUI IL 19-6-1944
PIOMBO TEDESCO
BARBARAMENTE TRUCIDAVA
I FRATELLI GIUSEPPE
E LUIGI FORTUNA
UNA PRECE
- Simboli:
- Non sono presenti simboli. Sono presenti le foto delle due persone uccise.
Altro
- Osservazioni personali:
- Informazione non reperita