264382 - Cippo a Mario Ernesto Tamagnone partigiano caduto in località Dota – Bosia (CN)

Il partigiano savonese Mario Ernesto Tamagnone cadde in combattimento presso Bosia il 17 Dicembre 1943 durante uno scontro con i carabinieri. Il cippo a lui dedicato, fatto erigere dagli antifascisti di Bosia e Savona, si trova lungo il margine della Strada Provinciale 31. E’ composto da una lastra quadrata di marmo sorretta da due supporti di metallo fissati da quattro punzoni di bronzo. Su detta lastra è composta l’epigrafe attraverso caratteri di bronzo in rilievo; questa riporta il nome del Caduto e la data d’inaugurazione del cippo. Nella sua parte superiore, in posizione centrale, è collocato il fotoritratto in ceramica del Tamagnone, racchiuso in una cornice rettangolare di bronzo. La lastra si trova al centro del primo ripiano di un apposito muretto realizzato a secco con pietre. Al centro del secondo ripiano si trova un masso al cui vertice è stata inserita una piccola bandiera di ferro dipinta con il Tricolore nazionale.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Località Dota
Indirizzo:
Strada Provinciale 31
CAP:
12050
Latitudine:
44.5916452
Longitudine:
8.1438068

Informazioni

Luogo di collocazione:
Lato strada
Data di collocazione:
30 Marzo 2008
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo, Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Marmo per la lapide. Bronzo per i caratteri che compongono l’epigrafe, per la cornice e per i quattro perni di sostegno della lapide. Ceramica per fotografia del Caduto. Metallo per i due sostegni laterali della lapide. Ferro per la bandiera. Pietra per il muretto a secco e per il masso soprastante.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Bosia
Notizie e contestualizzazione storica:
Mario Ernesto Tamagnone era un operaio portuale savonese che, abbracciato tra i primi il movimento resistenziale, divenne comandante del Distaccamento “Stella Rossa”, una piccola formazione nata a Savona già nel Settembre 1943 grazie all’iniziativa del locale Partito comunista. Erano pochi uomini, per lo più renitenti alla leva, marinai della Regia marina, antifascisti già condannati dal Tribunale Speciale per la difesa dello Stato. Col tempo si erano aggiunti militari sbandati, impossibilitati a raggiungere le proprie residenze, ed ex prigionieri di guerra alleati fuggiti dai campi di concentramento italiani. Il primo insediamento risale al 25 Settembre 1943 a Santa Giulia di Dego (Sv) per poi passare a Gottasecca (Cn) nella seconda metà dell’Ottobre successivo. A Novembre le fila si erano ingrossate con nuovi volontari arrivando addirittura a reclutare anche un austriaco ed un polacco disertori della Wehrmacht.
I fascisti di Savona organizzarono per il 4 Dicembre un rastrellamento nella zona compresa fra Saliceto (Cn), Gottasecca e Monesiglio (Cn), che portò alla cattura di due “ribelli”.
A fronte di questo e per timore di un altro rastrellamento, il 10 Dicembre il Comando partigiano si spostò a Feisoglio (Cn). L’indomani mattina i tedeschi si portarono a Gottasecca dove razziarono il bestiame e saccheggiarono le abitazioni, per poi incendiarle insieme ai fienili.
Nel frattempo i partigiani attaccarono la Caserma dei carabinieri di Cravanzana (Cn), i cui militi si erano dimostrati particolarmente attivi nella caccia ai renitenti alla leva perseguitandone anche i loro familiari.
Il 17 Dicembre 1944 gli uomini della “Stella Rossa” intercettarono nei pressi di Bosia un’auto con a bordo quattro carabinieri diretti a Cravanzana, per procedere alle indagini relative all’attacco alla Caserma. Nello scontro a fuoco erano morti Tamagnone e i quattro carabinieri.
A seguito della perdita del comandante, la formazione si divise in due gruppi: uno verso San Michele Mondovì (Cn) e l’altro a San Giacomo di Roburent (Cn). Quest’ultimi vennero catturati la vigilia del Natale’43 dai partigiani “autonomi” di Italo Cordero, che li avevano scambiati per una banda di grassatori. Dodici di questi, condotti in Val Maudagna, verranno arruolati tra gli “autonomi”. Gli altri quindici furono consegnati ai carabinieri di Mondovì (Cn), subendo poi una drammatica sorte una volta giunti nelle carceri di Cuneo a disposizione dei tedeschi. Infatti quattro partigiani finiranno fucilati a Cairo Montenotte (Sv) il 16 Gennaio 1944 e sei, dopo essere stati trasferiti alle carceri “Nuove” di Torino moriranno nel lager di Mauthausen (Austria).

• Mario Tamagnone, nato il 24 Maggio del 1914 a Savona, ivi residente; operaio. Riconosciuto Caduto partigiano della Divisione Garibaldi “Angelo Gin Bevilacqua”.

Dati biografici desunti da “Vite spezzate”, database dei Caduti della e nella provincia di Cuneo durante la II Guerra Mondiale consultabile nel sito dell’Istituto Storico della Resistenza e della Società contemporanea in provincia di Cuneo


FONTI:

“Strade delle memorie partigiane. Itinerario Enrico Martini Mauri”, quaderno n. 3, Città di Alba, Anpi sezione di Alba, Ass. Colle della Resistenza, L’Artigiana, Alba 2012.

Contenuti

Iscrizioni:
A MARIO ERNESTO TAMAGNONE,
PORTUALE,
SALITO NELLE LANGHE DA SAVONA
A COMANDARE
UNA DELLE PRIME BANDE PARTIGIANE.
PRIMO A CADERE NEL DICEMBRE 1943

GLI ANTIFASCISTI DI BOSIA E SAVONA
30 MARZO 2008
Simboli:
Bandiera di ferro dipinta con il Tricolore nazionale inserita sul vertice del masso.

Altro

Osservazioni personali:
Coordinate Google Maps: 44.5916452, 8.1438068

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