4636 - Complesso monumentale del Monte San Martino

Complesso monumentale composto da un sacrario in pietra con altare centrale in pietra e loculi in marmo rosa su entrambi i lati, un monumento di cemento scolpita a rilievo posta di fronte al sacrario,  una lastra di marmo su parete di pietra  a sinistra del sacrario e una iscrizione su lastra in marmo bianco a destra del sacrario.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Strada per il Monte San Martino
CAP:
21030
Latitudine:
45.926597
Longitudine:
8.743647699999997

Informazioni

Luogo di collocazione:
Largo piazzale al termine della strada che porta al Monte San Martino
Data di collocazione:
01/10/1963
Materiali (Generico):
Marmo, Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Sacrario in pietra con altare in pietra e loculi in marmo, stele di cemento scolpita a rilievo, lastra di marmo su parete di pietra , iscrizione su lastra in marmo.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Duno
Notizie e contestualizzazione storica:
La strada che collega Duno al Monte San Martino fu costruita nel 1916 dai militari per servire le fortificazioni della Linea Cadorna. Nel 1946 si costituì a Varese il Comitato Effettivo per le onoranze ai Caduti del Monte San Martino (montagna sita tra la Valcuvia e il Lago Maggiore) che annoverava tra i suoi obiettivi la ricostruzione della chiesetta all’interno della quale raccogliere e custodire le salme dei caduti della battaglia del Monte San Martino (13-15 ottobre 1943), che secondo alcuni fu la prima battaglia della Resistenza italiana. Di certo fu una delle prime, dato che avvenne poco più di un mese dopo la firma dell'armistizio con gli Anglo-Americani, l'8 settembre 1943.
Successivamente, viste le difficoltà incontrate dal Comitato nella realizzazione del progetto, l’Associazione Gruppo Cinque Giornate Monte San Martino di Cuvio e Val Alta di Cassano Valcuvia (Va) Medaglia d’Oro Colonnello Croce, nata nel 1953 per volere dei partigiani e dei collaboratori della formazione partigiana che operò sul San Martino, unitamente alla moglie del tenente colonnello Carlo Croce, si prodigò affinché fosse ricostruita la chiesa ed edificato un sacrario che accogliesse i partigiani caduti.
Finalmente nel 1960, con il patrocinio della Provincia di Varese, fu avviata un’iniziativa volta alla realizzazione del sacrario, con il concorso economico di Enti Pubblici, associazioni e privati cittadini. Il progetto dell’architetto Pietro Scurati Manzoni di Milano prevedeva la costruzione di una cripta entro la quale custodire le salme e il posizionamento, al limite di un piazzale e in posizione frontale rispetto alla cripta, di una stele in cemento alta dodici metri con cinque pannelli scultorei per rievocare la lotta partigiana.
La presentazione pubblica del progetto avvenne il 12 novembre 1961 e nel giugno 1962 ci fu l’approvazione da parte del Comitato per le Onoranze riunito presso la Provincia di Varese. I lavori iniziarono nel luglio 1962 e si conclusero nel 1963 con l’inaugurazione che ebbe luogo il 13 ottobre.
Il sacrario non conserva le salme di tutti i partigiani morti nella battaglia, ma solo di quelli che per scelta delle famiglie furono tumulati accanto al colonnello Carlo Croce.

L'amministrazione provinciale di Varese con la collaborazione di comuni enti e cittadini eresse questo sacraio in onore dei caduti per la memorabile prima battaglia della resistenza italiana. San Martino, ottobre 1963: è una delle iscrizioni su una lastra posta appena fuori dall'area del sacrario

Contenuti

Iscrizioni:
A SINISTRA DEL SACRARIO, su lastra di granito: L'8 settembre 1943 il governo italiano sottoscrisse l'armistizio con gli Anglo-Americani,immediatamente Hitler ordinò alle sue truppe di occupare la penisola e di deportare in Germania quanti idonei alle armi non avessero accettato di arruolarsi nell'esercito della Repubblica Fascista costituita da Mussolini dopo che i Tedeschi l'ebbero liberato dalla prigionia sul Gran Sasso.I più ardimentosi scelsero allora la ribellione per resistere al tracotante straniero e ai suoi alleati in camicia nera e diedero inizio alla guerra di liberazione.Su questo monte San Martino si raccolsero duecento giovani in maggioranza militari sbandatisi dopo l'armistizio richiamati da un magnifico comandante, il colonnello Carlo Croce, che assunse il nome di battaglia giustizia e battezzò la sua formazione gruppo cinque giornate.Le popolazioni delle città e dei paesi vicini aiutarono i partigiani fornendo loro armi munizioni viveri raccolti e trasportati con il rischio di essere sorpresi dai nazifascisti e di subire gravi persecuzioni.Il colonnello Croce avrebbe voluto fare della montagna una fortezza inespugnabile in grado di resistere per lungo tempo agli assalti nemici. Il piano era ambizioso e coraggioso ma difficilmente realizzabile. invano superiori militari e rappresentanti del comitato di liberazione Nazionale invitarono i ribelli del san Martino a scegliere una strategia meno rigida e rischiosa. il previsto attacco tedesco ebbe inizio il 13 e si concluse il 15 novembre 1943 con la sconfitta del gruppo Cinque giornate Furono gli aerei a preparare con un nutrito bombardamento l'azione dei soldati germanici che i partigiani contrastarono eroicamente finchè non furono sopraffatti dalla preponderante forza del nemico. L'esistenza di un sistema di gallerie, costruite durante la prima guerra mondiale, consentì alla maggior parte dei combattenti italiani di riparare in territorio elvetico. Ma due partigiani caddero durante il combattimento e altri catturati durante lo scontro armato, furono fucilati dai Tedeschi. Duecento soldati germanici sarebbero caduti secondo fonti ufficiali durante il combattimento. Il colonnello Croce entrato per ultimo nelle gallerie riuscì a riparare in Svizzera ma rientrato poco tempo dopo in Italia per riprendere il suo posto nella guerra di liberazione fu arrestato dai tedeschi e massacrato. Il combattimento del San Martino fu il primo fatto d'arme della Resistenza italiana; se il suo risultato fu, dal punto di vista militare, a causa anche della mancanza di esperienza della guerra per bande, sfortunato, esso ebbe un valore altissimo sul piano morale e convinse molti dubbiosi a contribuire alla lotta contro i nazifascisti.
PARTE CENTRALE: sacrario con altare centale e file di loculi a dx e a sin.
LOCULI ASINISTRA: Alberti Lorenzo, 16/04/1924-15/11/1943; Aridi Domenico, 06/01/1924-15/11/1943, Serg. Arman Giorio, naz. Greca, 15/11/1943; Caravatti Attilio, 26/05/1909- 16/11/1043;Brioschi Osvaldo, 25/06/1925-15/11/1943, Caminata Sergio, 10/01/1925-15/11/1943; Labbri Giacomo, 26/05/1924- 16/11/1943; Ten. Manciagli Alfio, 05/01/1917- 15/11/1943; Tosi Mario, 27/12/1922- 16/11/1943; Cataldo Giuseppe, 26/10/1919- 16/11/1943; Colombo Alvarus, 07/03/1925-15/11/1943; Ten.Col.Croce Carlo, 15/04/1892- 24/07/1944; Seveso Albertina, 07/06/1904-15/04/1979; Vacca Giovanni, 24/05/1923-15/11/1943; Colombo valentino, 05/03/1925-15/11/1943; Corazza Italo, 28/02/1919-15/11/1943; salme di ignoti(5), 15 e 16/11/1943; Donzelli Mario, 10/12/1925- 15/11/1943; Frascaroni Antonio, 27/11/1925- 15/11/1943; Galetti Celso, 08/04/1926-15/11/1943; Glozzi Franco, 31/12/1924-15/11/1943, Gullotto Giovanni, 12/09/1922-16/11/1943; Lonati Fernando, 15/11/1924-15/11/1943; Lotti Luigi, 05/11/1924- 15/11/1943; Nossivera Bruno, 11/05/1925-15/11/1943.
LOCULI A DESTRA:Padovani G. Battista, 13/12/1924-15/11/1943; Padovani Vittorio, 03/08/1925-15/11/1943; Pavarotti Pargelippo 06/01/1923-15/11/1943; Pavarotti Remno, 24/10/1925- 15/11/1943; Pellegatta Giuseppe 13/07/1925-15/11/1943; Rossi Elvezio, 11/06/1926-15/11/1943; Spotti Idalio, 25/07/1925-15/11/1943; Ventura Angelo, 16/08/1904-15/11/1943; Balzarini Bruno Fossoli, 12/07/1944; Bonomi Luigi 26/04/1945; Colombo Mario Ebensee, 17/05/1945; Diamanti Antonio, S. Lombardo 14/01/1944; Giuffrida Antonio, Arona 15/12/1944; Giuliani Mario, Buchenwald, 19/03/1945; Lupano Vittorio, Schorgenhub, 03/12/1944; Morellini Luigi, Hinterbruch, 06/04/1945; Moro Aurelio, Gusen, 24/04/1945; Rossi Gino, Gusen, 16/12/1944; Satriani Guglielmo, Gusen, 24/11/1944; Todescato Pericle, Bavano, 21/06/1944; Tranfaglia Franco, Uberlingen, 17/01/1945; Venturini Romualdo, Luino, 19/06/1945; Vischi Orlando, Gusen, 10/03/1945; Vitali Lino, Varese, 01/10/1944; Caligara Osvaldo, Mauthausen, 22/04/1945; Comi Emilio, 03/01/1945;Marrone Calogero, Dachau, 15/02/1945; Molteni Mario, Gusen, 09/03/1945; Sulmincio Giuseppe, Floridsorf, 06/02/1945; Vergani Attilio, Gusen, 22/04/1945.
A DESTRA DEL SACRARIO: iscrizione su lastra di marmo: "Abbiamo preso le armi per la libertà di tutti"
Simboli:
Non sono presenti simboli, a parte la croce posta sopra l'altare, ma in realtà tutte le scene scolpite sulla stele sono simboliche: raccontano con poche immagini scene di guerra, morti, rappresaglie, la distruzione di famiglie e di case.

Altro

Osservazioni personali:
Tutti i caduti parteciparono alla battaglia del S. Martino contro i nazifascisti, come si evince dalle date di morte (15/11/1943), una delle prime della Resistenza, o forse la prima. ( 13-15 novembre 1943); la maggior parte dei combattenti morirono durante la battaglia, soprattutto a causa dei bombardamenti della Lutwaffe, che non lasciò scampo; altri, sopravvissuti alla battaglia, furono uccisi dopo la battaglia in una serie di rappresaglie; alcuni furono deportati in Germania e morirono nei campi di concentramento tedeschi, internati come prigionieri politici e di guerra, essendosi rifiutati di combattere con gli eserciti nazifascisti, come si evince dai luoghi di morte (Dachau, ecc.)

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