227666 - Croce ai Partigiani Caduti – Lozzo di Cadore (BL)

La croce in legno con targa commemorativa, posta in ricordo dei Partigiani “Garbin”, “Lilli” e “Mingi”, caduti durante la battaglia in località Sant’Anna, si trova a lato della strada silvo-pastorale che sovrasta la SS 51bis, tra Domegge e Lozzo di Cadore.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Località Sant'Anna
Indirizzo:
CAP:
32040
Latitudine:
46.473271600681
Longitudine:
12.430328126735

Informazioni

Luogo di collocazione:
Lato Strada silvo-pastorale
Data di collocazione:
20 Settembre 2008
Materiali (Generico):
Ottone, Altro
Materiali (Dettaglio):
Croce in legno e targa in metallo.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
ANPI Sezione Cadore - Giovanna Zangrandi
Notizie e contestualizzazione storica:
La Resistenza italiana fu l'insieme di azioni politiche e militari che in Italia, tra il 1943 e il 1945, si opposero al nazifascismo. Coloro che presero parte attiva alla “Guerra di Liberazione” la percepirono come una serie di eventi personali, condivisi con molti altri ragazzi o giovani uomini, il cui unico desiderio era quello di liberare le zone italiane dal controllo tedesco, ponendo così fine ad uno dei periodi storici più difficili vissuti sino ad allora. Inizialmente la maggior parte di aderenti erano membri del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), istituito il 9 settembre 1943, che propagandavano le loro azioni, giustificandole con lo slogan “ITALIA LIBERA”. Di fatto fu proprio questo loro scopo a spingere molti giovani, che di conoscenze politiche e sociali ne avevano ben poche e che mai prima d’ora avevano imbracciato le armi, a combattere per la loro patria. La Resistenza italiana ebbe talmente tanto seguito che poco dopo aver dato inizio alla propria attività si presentò la necessità di costituire dei veri e propri gruppi o brigate che operassero in modo autonomo in ogni parte della Nazione.
In Cadore si andò così a costituire il Distaccamento “Cadore” (1944), primo nucleo della futura “Brigata Calvi”, inserito nella Divisione bellunese "Nino Nannetti", destinata ad operare su tutto il territorio cadorino.
La Brigata Calvi, seguendo l’esempio di tutte le altre, divise il proprio organico in tre distaccamenti: Cadore, Bepi Striss e Oberdan, assegnando ad ognuno di loro delle zone di operazione diverse a seconda degli specifici compiti assegnati. Il primo comandante della Brigata fu “Garbin”, Alessandro Gallo.
Uno degli avvenimenti che più ha segnato la storia della Brigata Calvi è stato l'uccisione di tre partigiani presso la "Curva dei sindaci". Il 20 settembre 1944 “Garbin" era stato scortato da alcuni uomini tra Lozzo e Domegge di Cadore per attendere una staffetta con vestiario e documenti, che gli sarebbero serviti per raggiungere Belluno, dove, sembra, avrebbe dovuto prendere il comando della Divisione "Nannetti". In attesa del contatto, sentirono entrare in funzione la mitragliatrice della "Osoppo" verso Lorenzago. Intuendo che di lì a poco sarebbero sopraggiunti i rinforzi tedeschi, si posizionarono sopra il paese di Lozzo per effettuare un agguato alle truppe nemiche. Dato che però la posizione scelta, strategica per loro, avrebbe potuto comportare rappresaglie naziste ai danni della popolazione, decisero di spostarsi nei pressi della “Curva dei Sindaci”, in Località Sant'Anna, più lontana dall'abitato. Quando arrivò la camionetta dei tedeschi aprirono il fuoco contro il convoglio con delle bombe a mano, ma a questa ne seguirono inaspettatamente altre due. "Garbin" e due partigiani della sua scorta, "Mingi" e "Lilli", perirono nella cruenta battaglia che si sviluppò. Arturo Fornasier, il partigiano "Volpe", che si salvò, nel suo libro “Il nonno racconta” ricorda questo episodio così: "Garbin, ogni tanto mi raggiungeva, non sentivo nemmeno più gli spari. I miei compagni erano qualche metro sotto. Eravamo di fronte all'ultima rampa, pochi metri ancora, poi ci sarebbe stato il fienile e a lato una piccola valletta entro la quale ci saremmo definitivamente defilati alla vista. Balzai per primo fuori dall'ultima siepe mentre le pallottole sibilavano intorno e le zolle del prato mi saltavano negli occhi; quegli ultimi metri, forse gli ultimi della mia vita, non li vidi nemmeno. Raggiunsi il fienile e mi voltai: una decina di metri sotto vidi "Garbin" esanime, che stava per essere raggiunto da un tedesco.“

Giovanna Zangrandi, detta “Anna”, staffetta e combattente della Brigata “P. F. Calvi”, raccontò, il 20 ottobre 1944, in un periodico dell’epoca, della morte del comandante.
"Alla curva tristemente nota comparve un autocarro carico di tedeschi, lo attaccò con bombe a mano. Ne sopraggiunsero altri due. Garbin e i due compagni Lilli e Mingi caddero sotto i colpi di mitraglia. Accorsi al cimitero di Lozzo: ti ritrovammo Garbin tra i due fidi tuoi; ti ritrovammo così, con la bocca piena di sangue e gli occhi aperti e sereni che guardavano ancora lontano come quando ti incontravamo vivo per le valli e per le crode."


Contenuti

Iscrizioni:
AI PARTIGIANI

Alessandro Gallo "Garbin"
Giovanni Valentini "Lilli"
Alfredo Piccin "Mingi"

Qui caduti il 20 settembre 1944 per la Libertà
A.N.P.I.
Sez. "CADORE-GIOVANNA ZANGRANDI"
20 Settembre 2008
Simboli:
Croce

Altro

Osservazioni personali:
Nel 2008 l'ANPI sez. Cadore - Giovanna Zangrandi ha voluto onorare il sacrificio dei tre partigiani caduti in combattimento, posizionando una nuova croce con targa commemorativa alla presenza delle autorità locali, delle scuole e dei partigiani ancora in vita.

Alessandro Garbin fu il fondatore, l’organizzatore e il comandante della Brigata “P. F. Calvi”, inserita nella Divisione Garibaldi “Nino Nannetti”, la quale operò in tutta la regione del Cadore, sulla destra Piave, da Selva a Vigo, Pieve, Cortina d'Ampezzo, Laggio, Auronzo, S. Stefano, Passo Monte Croce Comelico e in Val Pusteria.
Egli nacque a Venezia il 30 maggio 1914. Di famiglia benestante, studiò nei più prestigiosi istituti e successivamente all'Università di Padova. Era un ragazzo amante della cultura, curioso e appassionato delle vicende politiche contemporanee: negli anni della gioventù iniziò a sviluppare il proprio pensiero antifascista, divenuto sempre più forte nel periodo degli studi universitari. Questo suo atteggiamento antitotalitario lo portò a stringere rapporti con alcuni gruppi antifascisti veneziani. Dopo un periodo dedicato all'insegnamento, il giovane iniziò a collaborare con l’organizzazione comunista veneziana e, a causa della propria posizione politica, poco dopo fu arrestato. Dopo alcuni mesi di carcere a S. Maria Maggiore a Venezia, le guardie lo trasferirono al carcere di regina Coeli a Roma e successivamente ad Avezzano, dove gli era stato prescritto un confino biennale per «scritte contro il regime e il capo del governo». In agosto, però, Alessandro Gallo ed altri furono arrestati perché erano riusciti a trovare il modo di ascoltare radiocomunicazioni nemiche, in base alle quali svolgevano poi opere di disfattista ed antifasciste. Fece così ritorno a Regina Coeli dal quale venne poi inviato al confino a Tremiti. Al termine di questo periodo lontano da casa, fece ritorno a Venezia, dove fondò il Comitato di Unione antifascista, poi trasformatosi in Comitato di Liberazione Nazionale. Dopo l’Armistizio di Cassibile dell'8 settembre 1943, Alessandro Gallo ricevette dal CLN di Belluno l'incarico di organizzare la resistenza armata nel Cadore. Il 27 luglio del 1944 attaccò quello che un tempo era il confine con il Reich (la Dogana Vecchia, alle porte di Cortina) mettendo in fuga il presidio tedesco. Un'altra azione il 2 settembre: Garbin fece saltare il ponte sulla Cavallera, tra Perarolo e Pieve di Cadore, interrompendo così una via strategica per le comunicazioni tedesche. Il 20 settembre 1944 a Lozzo di Cadore, al comando di una pattuglia di quattro garibaldini, attaccò una colonna motorizzata tedesca, rimanendo ucciso insieme a due commilitoni. Alessandro Gallo fu sepolto nella Chiesa degli Alpini, insieme agli altri Caduti della Sua Brigata, nel monumento eretto ai Caduti della Brigata Garibaldina “P. F. Calvi”. Nel dopoguerra, gli fu conferita la medaglia d’argento al valor militare alla memoria, l’Università di Padova gli concesse la seconda laurea honoris e Venezia intitolò a suo nome la principale via di Lido.

Piccin Alfredo nacque a Domegge il 19 febbraio 1921 lavorò come ottico fino al momento in cui decise di prendere parte attiva nella guerra di Liberazione. Cadde il 20 settembre 1944 nel celebre episodio della Curva dei Sindaci nei pressi di Lozzo di Cadore insieme al proprio comandante e ad un altro compagno. Nel cimitero di Domegge di Cadore fu realizzato un complesso monumentale in ricordo ai Caduti del paese durante questo periodo storico; affianco al nome di Piccino Alfredo, "Ming", ci sono i nomi di Cian Duilio, Papazzoni Arrigo, "Linda" e De Bernardo Renato, "Ivan".

Valentini Giovanni nacque ad Arona il 7 luglio1923. Inizialmente occupato nel recupero di materiale telefonico per conto dei tedeschi, si alleò successivamente con i partigiani, assumendo il nome di battaglia di "Lilly". Cadde il 20 settembre 1944 nel celebre episodio della Curva dei Sindaci nei pressi di Lozzo di Cadore insieme al proprio comandante e ad un altro compagno.

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