227520 - Croce in memoria dei Partigiani Caduti – Località Stabie – Lorenzago di Cadore (BL)

La croce in ferro battuto è posta su di un basamento di cemento e pietra. Sono riportati i nomi di Arrigo Papazzoni “Linda”, sulla fascia posta sulla croce e di Peis Sparin Pio “Brusco”, sulla pallottola stilizzata attaccata al basamento, partigiani caduti nei combattimenti avvenuti sul Passo della Mauria il 14 giungo 1944.

Visualizza la mappa

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Località Stabie
Indirizzo:
CAP:
32040
Latitudine:
46.459365721538
Longitudine:
12.52489461639

Informazioni

Luogo di collocazione:
Lato strada silvo-pastorale
Data di collocazione:
16 Giugno 1996
Materiali (Generico):
Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Basamento in pietra. Croce e bossolo in ferro battuto.

Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
La Resistenza in Cadore venne pianificata nel 1944, quando il veneziano Alessandro Gallo "Garbin" fu incaricato dal Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) di Belluno, responsabile dell’organizzazione della Resistenza in provincia, di organizzare militarmente la zona cadorina. Il 25 aprile del 1944 si formò il primo gruppo partigiano, inizialmente composto da sei cadorini con a capo "Garbin", che decise di salire in montagna, presso l'attuale rifugio Tita Barba. Nei mesi successivi si sarebbe ampliato costituendo la Brigata Calvi, formata da tre Battaglioni: Striss, Cadore e Oberdan. Dal mese di maggio i Partigiani erano in attesa di un primo lancio di armi, viveri e vestiario da parte degli Alleati presso la Val de Palù sul Passo della Mauria. Il luogo sarebbe stato segnalato al momento opportuno con tre fuochi, dopo la comunicazione dell'arrivo dell'aereo attraverso il messaggio segreto "Bracciano è un lago", che doveva venire trasmesso su 'Radio Italia Libera'. Questo avvenne tra il 12 e il 13 giugno e gli uomini preposti salirono immediatamente verso il Passo, sentirono il rombo dell'aereo e accesero le cataste ma il paracadute non si vide. Il lancio era finito sul versante carnico del passo, presso la Val di Rave e i colli dovevano essere recuperati. Gli autisti Velio Zandanel e Giacinto Bianchi trasportarono nel cassone, basso e senza alcuna copertura, di un camion della ditta 'Ciotti' di Nebbiù di Cadore, i partigiani, tra cui "Max", "Stris", "Tom", "Brusco" e "Linda". Quando passarono a Lorenzago di Cadore vennero visti e riconosciuti sia da alcuni tedeschi alla finestra della gendarmeria, anche perché indossavano gli inconfondibili fazzoletti rossi al collo e detenevano una mitragliatrice e altre armi, sia dai Carabinieri, perché obbligarono il comandante del posto di blocco a sollevare la stanga in località 'Ramaiò'. Giunti nel luogo del recupero del materiale venne sconsigliato agli autisti di ritornare verso il Centro Cadore subito o per lo meno senza il mezzo di trasporto, che poteva essere intanto nascosto in qualche strettoia, ma questo non avvenne e persero la vita nella cabina del camion, trucidati dai tedeschi.
Nel frattempo, la notte tra il 13 e il 14 giugno, i partigiani impegnati sul Mauria avevano cercato un posto più sicuro per occultare il materiale paracadutato dagli alleati.
La mattina del 14 giugno i partigiani sentirono sopraggiungere due camion tedeschi e si prepararono al combattimento. Una volta che i nemici furono a tiro aprirono il fuoco, anche utilizzando le armi appena recuperate dai colli alleati. Lo scontro fu cruento e i partigiani combatterono con vigore, ma prevalsero i tedeschi che avevano posizionato una mitragliatrice sulla strada del Miaron e dei tiratori scelti. I partigiani colpiti furono: Renato Frescura "Max", Giuseppe Gandin "Stris" e Arrigo Papazzoni "Linda", mentre il comelicese Pio Peis Sparin "Brusco" venne colpito mortalmente alla gola. Viste le perdite, il Comandante Giampaolo Gallo "Paolo" decise di mettere in atto la ritirata. I partigiani fuggirono lungo la valle del Piova, portando con loro "Brusco”, gravemente ferito. Passarono la notte a Piniè e poi cercarono riparo verso Pian dei Buoi.

Contenuti

Iscrizioni:
ARRIGO PAPAZZONI (LINDA)
N 26-6-1927
+ 14-6-1944

PIO PEIS SPARIN
(BRUSCO)
N 20-5-25
+ 16-6-44

14 6 1996

PIAZZA '95 (Firma dell'artista)
Simboli:
Croce

Altro

Osservazioni personali:
Arrigo Papazzoni "Linda" era nato a Domegge di Cadore il 24 giugno 1927 ed era uno studente delle scuole professionali di Pieve di Cadore. Quando avvenne lo scontro a fuoco sul Mauria, stava aiutando i compagni a recuperare il materiale lanciato dagli alleati, ma risalì dal fondovalle per dare man forte nella battaglia. Venne circondato dai soldati tedeschi che lo massacrarono con i calcio dei fucili.

Peis Sparin Pio "Brusco" era nato a San Pietro di Cadore nel 1925. Durante i combattimenti sul Mauria venne ferito mortalmente, i compagni riuscirono a trasportarlo nella ritirata, ma non trovando un'adeguata assistenza a Pelos di Cadore, lo accompagnarono a casa in Comelico dove morì poche ore dopo.

Arturo Fornasier "Volpe", presente quel giorno, cos' ricorda quei tragici episodi nel suo libro "Il nonno racconta":
"(...) Il giorno dopo la tragedia del Mauria ci raggiunse "Garbin". Ci disse che anche "Linda" aveva trovato tragica morte, lassù, al Passo. Sentendo il rumore della sparatoria, risali dal fondo del bosco dov'egli stava raccogliendo ancora del materiale del lancio per raggiungere i compagni impegnati nel combattimento. Giunse tardi, in tempo per essere circondato dai tedeschi e ucciso. Lo trovarono con il capo fracassato dal calcio di un fucile. (...)"

"(...) Colpirono anche "Brusco", alla gola. Alcuni compagni riuscirono a trascinarlo via. Ci ritirammo nel più fitto del bosco e per sentieri impervi ci dirigemmo verso la valle Antoja. "Brusco" ebbe un'agonia terribile. Confezionammo una rudimentale lettiga con rami d'abete, e attraversammo la montagna giungendo al limitare del paese di Lozzo, a Treponti. Un camion della ditta Petris di S.Stefano, fermato, lo raccolse e, accompagnato da due coraggiosi compagni, raggiunse la sua casa in Comelico, dove spirò poche ore dopo fra le braccia dei suoi genitori.
Era un ragazzo robusto e taciturno, dagli occhi azzurri e con una testa piena di riccioli biondi. Ho ancora negli occhi quell'enorme foro, in mezzo al collo, senza sangue. (...)"

Staff Pietre: geolocalizzazione approssimativa

Gallery