
Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- CAP:
- 32040
- Latitudine:
- 46.455308803812
- Longitudine:
- 12.518477668825
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Area boschiva
- Data di collocazione:
- 26 settembre 2009
- Materiali (Generico):
- Pietra, Altro
- Materiali (Dettaglio):
- Lapidi in cemento e croci in ferro battuto.
Sull'albero è posta una targa in metallo.
- Stato di conservazione:
- Insufficiente
- Ente preposto alla conservazione:
- ANPI Sezione Cadore - Giovanna Zangrandi
- Notizie e contestualizzazione storica:
- La Resistenza in Cadore venne pianificata nel 1944, quando il veneziano Alessandro Gallo "Garbin" fu incaricato dal Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) di Belluno, responsabile dell’organizzazione della Resistenza in provincia, di organizzare militarmente la zona cadorina. Il 25 aprile del 1944 si formò il primo gruppo partigiano, inizialmente composto da sei cadorini con a capo "Garbin", che decise di salire in montagna, presso l'attuale rifugio Tita Barba. Nei mesi successivi si sarebbe ampliato costituendo la Brigata Calvi, formata da tre Battaglioni: Striss, Cadore e Oberdan. Dal mese di maggio i Partigiani erano in attesa di un primo lancio di armi, viveri e vestiario da parte degli Alleati presso la Val de Palù sul Passo della Mauria. Il luogo sarebbe stato segnalato al momento opportuno con tre fuochi, dopo la comunicazione dell'arrivo dell'aereo attraverso il messaggio segreto "Bracciano è un lago", che doveva venire trasmesso su 'Radio Italia Libera'. Questo avvenne tra il 12 e il 13 giugno e gli uomini preposti salirono immediatamente verso il Passo, sentirono il rombo dell'aereo e accesero le cataste ma il paracadute non si vide. Il lancio era finito sul versante carnico del passo, presso la Val di Rave e i colli dovevano essere recuperati. Gli autisti Velio Zandanel e Giacinto Bianchi trasportarono nel cassone, basso e senza alcuna copertura, di un camion della ditta 'Ciotti' di Nebbiù di Cadore, i partigiani, tra cui "Max", "Stris", "Tom", "Brusco" e "Linda". Quando passarono a Lorenzago di Cadore vennero visti e riconosciuti sia da alcuni tedeschi alla finestra della gendarmeria, anche perché indossavano gli inconfondibili fazzoletti rossi al collo e detenevano una mitragliatrice e altre armi, sia dai Carabinieri, perché obbligarono il comandante del posto di blocco a sollevare la stanga in località 'Ramaiò'. Giunti nel luogo del recupero del materiale venne sconsigliato agli autisti di ritornare verso il Centro Cadore subito o per lo meno senza il mezzo di trasporto, che poteva essere intanto nascosto in qualche strettoia, ma questo non avvenne e persero la vita nella cabina del camion, trucidati dai tedeschi.
Nel frattempo, la notte tra il 13 e il 14 giugno, i partigiani impegnati sul Mauria avevano cercato un posto più sicuro per occultare il materiale paracadutato dagli alleati.
La mattina del 14 giugno i partigiani sentirono sopraggiungere due camion tedeschi e si prepararono al combattimento. Una volta che i nemici furono a tiro aprirono il fuoco, anche utilizzando le armi appena recuperate dai colli alleati. Lo scontro fu cruento e i partigiani combatterono con vigore, ma prevalsero i tedeschi che avevano posizionato una mitragliatrice sulla strada del Miaron e dei tiratori scelti. I partigiani colpiti furono: Renato Frescura "Max", Giuseppe Gandin "Stris" e Arrigo Papazzoni "Linda", mentre il comelicese Pio Peis Sparin "Brusco" venne colpito mortalmente alla gola. Viste le perdite, il Comandante Giampaolo Gallo "Paolo" decise di mettere in atto la ritirata. I partigiani fuggirono lungo la valle del Piova, portando con loro "Brusco”, gravemente ferito. Passarono la notte a Piniè e poi cercarono riparo verso Pian dei Buoi.
Arturo Fornasier "Volpe" descrisse così quei terribili momenti nel suo libro "Il nonno racconta":
"(...)Per circa un'ora durò la sparatoria, la valle del Mauria ne rimbombava tutta e per il momento i tedeschi non fecero un passo di più, malgrado il loro numero e la loro forza. Vedevo "Max" alzarsi d'improvviso e sventagliare con la mitraglia d'intorno e "Bepi Stris" veloce nel servire le munizioni. Trattava l'arma con una perizia incredibile. Non aveva paura di nessuno. Capii che alla distanza la mia arma era poco più di niente, solo rumore per farmi tirare addosso le ire dei loro mauser. Improvvisamente cadde nella valle il silenzio. Vidi l'amico riverso sul terreno, immobile, con a fianco "Bepi Stris" anche lui colpito a morte.(...)"
I due partigiani vennero colpiti a morte dove portavano il fazzoletto rosso.
Contenuti
- Iscrizioni:
- Lapide:
RENATO FRESCURA
MAX
- - 1923 14.6.1944
Lapide:
1921 + 1944
GANDIN GIUSEPPE
STRISS
LA FAMIGLIA
Targa:
PASSO DELLA MAURIA 26/09/2009
MONUMENTO PARTIGIANO
RIPRISTINATO DALL'A.N.P.I.
ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D'ITALIA
Sez. "Cadore - Giovanna Zangrandi"
ONORE AI CADUTI PER LA LIBERTA'
- Simboli:
- Croci
Altro
- Osservazioni personali:
- Staff Pietre: geolocalizzazione approssimativa