Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Via Egidio Forcellini
- CAP:
- 35128
- Latitudine:
- 45.394721726324
- Longitudine:
- 11.910239597098
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Area verde lato strada
- Data di collocazione:
- 5 Ottobre 2008
- Materiali (Generico):
- Altro
- Materiali (Dettaglio):
- Ferro, acciaio corten, cemento armato
- Stato di conservazione:
- Ottimo
- Ente preposto alla conservazione:
- Amministrazione Comunale
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Dal 5 ottobre 2008, la città di Padova, attuando un progetto avviato nel novembre del 1999, ospita un giardino in cui si onorano i Giusti di tutti i genocidi a partire dal XX secolo. A differenza degli altri Giardini dove si commemorano i Giusti legati a uno specifico genocidio (Shoah a Gerusalemme, genocidio armeno a Erevan, bosniaco a Sarajevo), Padova ha voluto creare una Casa (Padua - Home of the Righteous) che ricordi le persone che, nelle varie parti del mondo, si sono opposte ai genocidi.
In questo senso il Consiglio comunale di Padova ha approvato all'unanimità il progetto Padova - Casa dei Giusti e il relativo Giardino dei Giusti del Mondo.
Il Giardino dei Giusti del Mondo celebra ciascun Giusto con una pianta, proprio perché l'idea di piantare un albero, e quindi il concetto di generare una vita, riprende quella di aver dato la possibilità a un uomo di salvarsi, di poter vivere, di poter testimoniare il bene ricevuto davanti alle successive generazioni.
Fonte: https://www.padovanet.it/informazione/il-giardino-dei-giusti-del-mondo
Contenuti
Ingresso
GIARDINO DEI GIUSTI DEL MONDO
GARDEN OF THE RIGHTEOUS OF THE WORLD
Muro laterale
SI PUÓ SEMPRE DIRE UN SÌ O UN NO
Stele a destra:
Comune di Padova
Giardino dei Giusti del Mondo
Padova Casa dei Giusti
Padua Home of the Righteus
Stele 1 - 2
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
AL
GIARDINO DEI GIUSTI DEL MONDO
TESTIMONIANAZA DI APCE
AUSPICIO DI DIALOGO
E RICONCILIAZIONE FRA LE GENTI
PADOVA, NOVEMBRE 2009
Giardino dei Giusti del Mondo
Gli alberi qui piantati ricordano coloro che, anche col rischio della propria vita, hanno operato, in qualsiasi parte del mondo, per salvare le persone minacciate di genocidio, Che siano di esempio per tutti noi.
Dallo statuto del Giardino dei Giusti del Mondo di Padova (Deliberazione di C.C. n. 13 del 19 febbraio 2007 – Art. 1)
Con il nome di “Giusti” si intendono persone esemplari che, dovendo sottostare a condizioni di patente ed imperante ingiustizia ed operando in qualsiasi campo o schieramento, si sono attivate, anche con rischio della vita, per contrastare un genocidio in atto o la cultura del genocidio, con l’intento di vanificarne, anche in parte, gli effetti. Il “Giusto” si è adoperato in modo concreto per la salvezza dei perseguitati o è intervenuto a favore della verità storica contro i tentativi di giustificare il genocidio o di occultare le tracce dei misfatti e le responsabilità dei carnefici.
Per “Genocidio” si intende l’intenzionale e sistematica soppressione di un gruppo nazionale, etnico o religioso in quanto tale, senza alcun reale riferimento a ciò che i suoi membri fanno o pensano. Prova evidente di un piano genocidario è l’intenzionale e sistematica soppressione dei bambini, gli innocenti per antonomasia.
Stele 3 - 4 - 5
Metz Yeghern (Genocidio degli Armeni) 1915-1916
Lo sterminio degli Armeni in Anatolia fu pianificato e realizzato dai Turchi del partito “Unità e Progresso”, al potere nell’allora Impero ottomano dal 1908. Il genocidio iniezione La primavera del 1915 con l’eliminazione degli uomini validi e il rastrellamento, a partire dal 24 aprile dell’èlite armena di Costantinopoli; infuriò nelle sette province orientali fino all’autunno del 1916 con la deportazione di anziani, donne e bambini costretti a marciare verso i deserti siriani e sottoposti a massari a violenze inimmaginabili Pochi sopravvissero. La quasi totalità degli Armeni scomparve dalla terra dove l’identità e la cultura di quel popolo si erano sviluppate nel corso di più di duemila anni.
La Shoah (genocidio degli Ebrei) 1939-1945
Preparato con la negazione dei diritti civili in Germania nel 1933, è stato eseguito sistematicamente dai nazisti durante l’occupazione dei paesi europei nel corso della seconda guerra mondiale spesso con la collaborazione dei governi loro alleati.
Lo sterminio è stato attuato con l’arresto e la fucilazione immediata di intere famiglie, con la deportazione in campi di concentramento, con l’internamento in ghetti in condizioni subumane e la successiva soppressione dei sopravvissuti. Nei paesi più colpiti è morto il 95% della popolazione ebraica. La cultura ebraica dell’Europa orientale (jiddish) è praticamente scomparsa.
Genocidio in Bosnia Bosnia (1992-1995)
Nel marzo nel 1992, in seguito a un referendum, la Bosnia si dichiarò Stato autonomo.
La risposta dei serbi bosniaci del governo centrale jugoslavo fu feroce: l’esercito serbo-bosniaco, appoggiato da unità paramilitari serbe, iniziò la pulizia etnica della parte orientale settentrionale della Bosnia. Vi dovevano restare solo popolazioni serbe. Si infierì soprattutto sui musulmani bosniaci. Gli uomini furono rinchiusi in campi di concentramento sottoposti a brutalità di ogni tipo. Le donne subivano sistematiche e programmate violenze, ristrette in veri e propri campi di stupro.
I musulmani sterminati costituiscono circa il 70% del totale delle vittime delle guerre nella ex Jugoslavia.
Stele 6
Genocidio in Ruanda (aprile-luglio 1994)
Il genocidio in Ruanda si compì tra aprile e luglio del ’94 quando gruppi militari e paramilitari di etnia Hutu, appoggiati anche da civili, sterminarono a colpi di armi da fuoco, machete, bastoni chiodati, gran parte della minoranza di origine Tutsi.
A innescare il massacro fu l’abbattimento dell’aereo nel precedente ruandese Habyarimana, che tornava con il presidente del Burundi dalla Tanzania, dove si cercavano soluzioni di pace a una guerra civile che imperversava in Ruanda da quattro anni. Le cause remote delle atrocità sono da scrivere alla complessa situazione sociale, cui non fu estraneo il ruolo del dominio coloniale europeo nell’esaltare le divisioni etniche tra Hutu e Tutsi. Il genocidio non risparmiò la componente moderata della stessa popolazione Hutu, e fu accompagnato da stupri e torture nei confronti di donne e bambine.
Stele nominative
GIACINTO E MARIA ALBERONI
HELENA ESTER
E SILVIO MACERANI
HASAN AMCA
DRAGAN ANDRIC
CARLO ANGELA
ELSA E GINO BELLIO
GIUDITTA DRIGO
SUOR MARGUERITE BERNES
PADRE ANTONIO DRESSINO
GIOVANNI E REGINA BETTIN
TULLIO CENTURIONI
PADRE PLACIDO CORTESE E IL SUO GRUPPO
Belfina Borgato
Maria Borgato
Franca Decima
Delia Fasolato Mazzucato
Parisina Lazzari
Carla Liliana Martini
Lidia Martini
Teresa Martini
Milena Zambon
MBAYE DIAGNE
HRANT DINK
ELIO GALLINA
GIACOMO GORRINI
DURO IVKOVIC
JAN KARSKI
ZURA KARUHIMBI
JAKOB ED ELIZABETH KÜNZLER
IDA LENTI BRUNELLI
PIETRO E GIULIANA LESTINI
ANTONIA LOCATELLI
GERTRUD LUCKNER
VARIAN MACKEY FRY
EMILIA MARINELLI VALORI
HENRY MORGENTHAU
GIOVANNI PALATUCCI
GIORGIO PERLASCA
IRENA SENDLER
CHIUNE E YUKIKO SUGIHARA
IVANKA ŠUĆUR
ALBERTO VASIO
RAOUL WALLENBERG
ARMIN THEOPHIL WEGNER
AYSE NUR ZARAKOLU
RAGIP ZARAKOLU
- Simboli:
- Informazione non reperita
Altro
- Osservazioni personali:
- Informazione non reperita