Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- via Canalazzo, 22
- CAP:
- 48024
- Latitudine:
- 44.45960740000002
- Longitudine:
- 11.845585622753901
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Sulla parete esterna di una casa, nel lato che si affaccia sulla strada comunale.
- Data di collocazione:
- Non nota
- Materiali (Generico):
- Marmo
- Materiali (Dettaglio):
- Lapide in marmo affissa al muro. le lettere sono incise e colorate in nero e in oro.
- Stato di conservazione:
- Buono
- Ente preposto alla conservazione:
- Informazione non reperita
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Il 17 ottobre 1944 fu consumato uno dei più feroci e tremendi massacri avvenuti nella provincia di Ravenna in cui furono uccise 23 persone appartenenti alle famiglie Baffè e Foletti insieme ad amici, ospiti occasionali, vicini e dipendenti.
La strage fu un atto di rappresaglia dei nazifascisti contro civili inermi uccisi senza pietà e senza ragione.
Dopo la carneficina le abitazioni dei Baffè e dei Foletti furono incendiate e fatte saltare con mine e i cadaveri delle vittime lasciati alle fiamme.
Nella notte del 16 ottobre 1944 alcuni camion provenienti da Lugo e Sant’Agata si avviaro verso la periferia del paese, più o meno nei pressi di via Martello. All’interno dei mezzi , decine di nazisti e fascisti pronti per un rastrellamento mirato. Il loro obiettivo è casa Baffè.
La famiglia era nota per il suo impegno nella lotta antifascista. Giuseppe era già stato condannato due volte dal tribunale speciale per la sua avversione al fascio. Sua figlia Osvalda (Lalla) era staffetta e caposquadra di un Gap di Massa Lombarda. Alfonso, fratello di Giuseppe, aveva da tempo aperto la sua casa ai partigiani, mentre gli altri membri della famiglia sono impegnati nella lotta e fanno parte del distaccamento “Umberto Ricci”.
Il manipolo nazifascista rastrellò tutta la zona dirigendosi verso la proprietà dei Baffè, ma lungo il percorso venne intercettato da un gruppo di gappisti che li impegnarono tutta notte. Nello scontro morirono un ufficiale tedesco ed il partigiano Giulio Gastone Scardovi, nome di battaglia: Lampo.
Alle 5 di mattina del 17 ottobre i nazifascisti arrivarono a destinazione. I Baffè vennero picchiati, senza distinzione di sesso o età. I nazifascisti volevano avere informazioni sull’organizzazione partigiana, ma nessuno parlò, e allora li caricarono sui camion. Alla casa del fascio di Massa Lombarda i Baffè furono crudelmente torturati, ma nessuno parlò.
Tutti furono ricondotti a casa, dove si consumò la loro fine. I dieci Baffè (Alfonso, Angelo, Davide, Domenico, Federico, Giuseppe, Maria, Osvalda, Pio e Vincenza), i loro garzoni Severino Gallo e Giuseppe Cassani, gli sfollati Germano e Giulio Baldini, l’amico Augusto Maregatti e i coloni Leo e Antonio Landi. Alcuni furono fucilati sull’aia. Gli altri vennero stipati in casa, insieme ai cadaveri dei loro parenti e amici appena spirati. I nazisti fecero esplodere le mine e diedero fuoco alle macerie, sulle quali poi posero il cartello: «Qui abitava una famiglia di partigiani e di assassini».
La loro sete di morte però non era ancora placata. Un’altra casa e un’altra famiglia diventarono vittime del loro massacro. Si tratta dei Foletti. Vennero catturati i fratelli Adamo, Angelo e Antonio, insieme al garzone Giuseppe Cavallazzi. Sull’aia la loro vita fu spezzata da una raffica di mitra. L’ottantenne Giuseppe Foletti, infine, venne infilzato con un forcone e poi arso nel fienile.
Alla morte del partigiano Scardovi, si sono così aggiunte le vite dei Baffè e dei Foletti. In un solo giorno 23 persone sono spirate a causa della spietata rabbia nazifascista.
Contenuti
- Iscrizioni:
- NON LUNGI DA QUESTO SEMPLICE MARMO
IL 17 OTTOBRE 1944
CADDE PER LA PATRIA
IL PARTIGIANO
GIULIO GASTONE SCARDOVI
-LAMPO-
LA BARBARIA NAZIFASCISTA
GLI TOLSE LA VITA
L'AMORE DEL POPOLO
GLI HA DATO LA GLORIA
- Simboli:
- Non ci sono simboli , è presente una foto del martire
Altro
- Osservazioni personali:
- Informazione non reperita