264819 - Lapide a nove partigiani fucilati a Villa Santinelli a S. Pietro a Monte di Città di Castello (PG)

Il 27 Marzo 1944 dinanzi alla Villa Santinelli, nei pressi di San Pietro a Monte, militi fascisti agli ordini del Capo della Provincia di Perugia, Armando Rocchi, fucilarono 9 partigiani dopo uno duro scontro a fuoco iniziato fin dal giorno precedente. I partigiani appartenevano alla Banda “Francini”, dal nome del suo giovanissimo comandante Eduino Francini, anche lui tra i giustiziati. Il 27 Marzo 1947 l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (Anpi) di Sansepolcro, città di origine del Francini e di altri due fucilati, inaugurò nel luogo dell’esecuzione una lapide in memoria del tragico evento. Si tratta di una lastra rettangolare di marmo apposta lungo la parete esterna della villa (a destra rispetto all’ingresso dell’edificio), poggiante su due piedini anch’essi di marmo. Oltre alla comune data di morte, l’epigrafe reca incisi i nomi dei 9 Caduti in ordine essenzialmente alfabetico, disposti su due file, una da cinque e l’altra da quattro. Accanto ad ogni nominativo è riportano l’anno di nascita e, sotto di esso, il luogo di provenienza. Tra le due file di nomi è incisa una stella a cinque punte. Nella parte inferiore della lapide è riportato anche l’Ente committente e l’anno di posa. Tutte le iscrizioni e i bordi della stella sono stati riempiti con vernice di colore nero.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
San Pietro a Monte
Indirizzo:
Strada Provinciale 105 di Trestina I Tratto Km. 16, Villa Santinelli
CAP:
06012
Latitudine:
43.335971
Longitudine:
12.194148

Informazioni

Luogo di collocazione:
Parete esterna di edificio privato.
Data di collocazione:
27 Marzo 1947
Materiali (Generico):
Marmo, Altro
Materiali (Dettaglio):
Marmo per la lapide e per i piedini di sostegno. Vernice di colore nero a riempire i caratteri dell'epigrafe e i bordi della stella a cinque punte.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Città di Castello, Anpi sezione di Sansepolcro
Notizie e contestualizzazione storica:
Dalla scheda del prof. Tommaso Rossi per il sito www.straginazifasciste.it:

Il 19 Marzo 1944 ha luogo a Sansepolcro (Ar) un'insurrezione, portata dai partigiani guidati da Eduino Francini con il sostegno della popolazione, che dà luogo alla temporanea liberazione della città. A seguito di questo evento e della prevedibile massiccia rappresaglia, la squadra – rientrata sull'Alpe della Luna – ha l'ordine di portarsi sulle alture di Santa Fiora (Sansepolcro), ma giunti in prossimità proprio di Sansepolcro vengono avvertiti che reparti della G.N.R. (Guardia Nazionale Repubblicana, NdS) vi stanno compiendo scorribande e, non potendo più allertare il resto dei compagni, questi diciassette uomini decidono di intervenire autonomamente. Nella notte fra il 23 e il 24 Marzo entrano in città e mettono fuori uso la centralina telefonica, non riuscendo però a disarmare la caserma. Confidando nell'arrivo di rinforzi dall'Alpe della Luna, proseguono così verso il punto di raccolta convenuto. Dopo un giorno intero di cammino, portando con sé un ferito dal precedente scontro, curato da un medico di fiducia in un casolare della zona, giungono a San Pietro a Monte (frazione di Città di Castello) e decidono di fermarsi nella Villa Santinelli. Appena arrivati fanno allontanare per precauzione donne e bambini, ma sono gli stessi proprietari a sconsigliarli a rimanere ritenendo con certezza che qualcuno nei dintorni abbia già avvisato i militi della loro presenza. È a questo punto che, probabilmente, i partigiani compiono l'errore fatale di protrarre la sosta, ben oltre il tempo necessario, per riposare e rifocillarsi con quel poco che la villa può ancora offrire. Dalle prime ore del 25 Marzo un nutrito reparto della G.N.R. (1) si avvicina ed inizia a fare fuoco sull'edificio, ritenendo di poter risolvere la questione in breve. Ma i partigiani resistono, così il comandante avverte il Capo della Provincia di Perugia, Armando Rocchi, che accorre di persona. Durante la giornata del 26 il fuoco di armi automatiche e mortai si intensifica, ma i partigiani non cedono, mentre stanno finendo le munizioni e il cerchio intorno a loro è sempre più stretto. Scesa la notte la condizione si fa insostenibile e cercano con qualche stratagemma di provare la fuga; sono però infruttuosi sia i tentativi di calare sacchi di farina per vedere se attraggono l'attenzione (e in caso contrario permettano agli uomini di seguire la stessa via), sia il lancio di razzi luminosi per far credere di essere in attesa di rinforzi. Lo scontro va avanti fino al pomeriggio del 27, quando i partigiani sentono il sinistro rumore di due mezzi pesanti tedeschi (2), chiamati da Rocchi per risolvere uno scontro che già gli è costato qualche perdita (3). Mentre i cingolati si avvicinano seguiti dagli uomini, i partigiani comprendono che la fine è ormai prossima e, pur continuando a rifiutare le offerte di resa, si dichiarano reciprocamente le generalità fino allora celate da un numero, in modo che eventuali superstiti possano avvisare le famiglie dei Caduti. Alla cattura segue la violenza sui dieci-undici partigiani rimasti, mentre gli altri sono riusciti a mettersi in salvo fuggendo o nascondendosi in qualche anfratto della villa (4). Finite le sevizie e dopo un sommario interrogatorio, dieci vengono messi al muro, ma proprio in quel momento Rocchi toglie dal gruppo Sergio Lazzerini, che poco prima ha tentato un gesto di ribellione e, proprio in virtù di questo, viene scambiato per il capo del nucleo e quindi elemento da tenere in vita perché prezioso per avere informazioni. È tuttavia costretto a vedere da pochi metri di distanza i suoi compagni cadere sotto la raffica che ne spezza anche il canto (“Bandiera rossa” secondo la testimonianza di Lazzerini) intonato spontaneamente.

I Caduti:

• Giustino Bianchini, classe 1924, da Molin Nuovo, frazione di Arezzo.

• Alvaro Cheli (“30”), nato il 5 Ottobre 1925 a Pieve Santo Stefano (Ar), residente a Sansepolcro; pastaio. Partigiano caposquadra. Riposa nel Sacrario dei Caduti partigiani del Cimitero di Sansepolcro.

• Spartaco Forconi (“4”), nato a Roma nel 1925, residente a Firenze. Medaglia di Bronzo al Valor Militare “alla Memoria”. Riposa nel Sacrario dei Caduti civili e partigiani del Cimitero della Misericordia di Rifredi, a Firenze.

• Eduino Francini (“40”), nato il 17 Dicembre 1925 in provincia di Massa-Carrara, residente a Sansepolcro; studente. Comandante dell'omonima banda. Medaglia d'Argento al Valor Militare “alla Memoria”. Riposa nel Sacrario dei Caduti partigiani del Cimitero di Sansepolcro.

• Giuseppe Gobbi (“3”), nato il 28 Febbraio 1912 a Sansepolcro; muratore. Riposa nel Sacrario dei Caduti partigiani del Cimitero di Sansepolcro.

• Corrado Luttini, nato il 3 Aprile 1924 ad Arezzo, ivi residente; imbianchino. Medaglia di Bronzo al Valor Militare “alla Memoria”.

• Giuseppe Magnani, nato il 23 Settembre 1925 ad Arezzo, ivi residente; studente. Medaglia di Bronzo al Valor Militare “alla Memoria”.

• Mario Mordaci, classe 1924 da Molin Nuovo di Arezzo; colono.

• Donato Sbragi, nato il 24 Febbraio 1924 a Monte San Savino (Ar), residente ad Arezzo; calzolaio.

Il 22 Aprile 1945 i partigiani della vicina Calzolaro, frazione di Umbertide (Pg), vollero porre una lapide all’interno del Cimitero di San Pietro a Monte a segnare la prima sepoltura dei fucilati di Villa Santinelli, dopo che i loro corpi erano stati traslati nei luoghi d’origine.

NOTE:

1. I militi appartenevano al presidio di Città di Castello, inquadrati nella 102a Legione della G.N.R. di Perugia.

2. I mezzi tedeschi appartenevano al Panzer-Aufklärungs-Abteilung 103 della 3a Panzer-Grenadier -Division.

3. Come riferito dal Notiziario G.N.R. del 1 Aprile 1944, negli scontri perde la vita il comandante della II Compagnia “Ordine Pubblico”, capitano Cesare Ceccarani; rimangono feriti il sottotenente Filippo Faro, l'allievo milite Lorenzo Rosati e l'allievo milite Francesco Grassi, che muore successivamente in conseguenza del ferimento.

4. Secondo le ricostruzioni dell'episodio disponibili, cinque partigiani evitano la cattura riuscendo in tempo a fuggire dalla villa, mentre due riescono ad occultarsi in cantina.

FONTI:

• Antonio Curina “Fuochi su monti dell'Appenino toscano”, Tipografia Badiali, Arezzo 1957.

• Alvaro Tacchini “La battaglia di Villa Santinelli e la fucilazione dei partigiani”, Ist. di Storia politica e sociale “Venanzio Gabriotti”, Museo e Biblioteca della Resistenza di Sansepolcro, Collana Quaderni n. 12, Polo Tecnico “Franchetti-Salviani” Grafica e Comunicazione, Città di Castello; Stabilimento tipografico “Pliniana” Selci-Lama (Pg) 2017.

Contenuti

Iscrizioni:
PARTIGIANI
DELLA PATRIA E DELLA SOCIALE GIUSTIZIA EROI INVITTI VINTI DAL NUMERO
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LA BARBARIA NAZIFASCISTA TRUCIDO'
LE GIOVANI VITE SPEGNENDO
NON L'INTERNAZIONALE CANTO
SEMPRE SONANTE
PER SALUTARE IL SOGNATO TRIONFO

BIANCHINI GIUSTINO CL. 1922
DA MOLIN NUOVO

CHELI ALVARO CL. 1925
DA SANSEPOLCRO

FRANCINI EDUINO CL. 1925
DA SANSEPOLCRO

FORCONI SPARTACO CL. 1925
DA FIRENZE

GOBBI GIUSEPPE CL. 1912
DA SANSEPOLCRO


LUTTINI CORRADO CL. 1924
DA AREZZO

MORDACI MARIO CL. 1925
DA MOLIN NUOVO

MAGNANI GIUSEPPE CL. 1925
DA AREZZO

SBRAGI DONATO CL. 1925
DA AREZZO


27 MARZO 1944
NEL TERZO ANNIVERSARIO L'A.N.P.I. DI SANSEPOLCRO POSE
Simboli:
La stella a cinque generalmente è il simbolo delle Brigate Garibaldi, le formazioni partigiane promosse dal Partito Comunista Italiano.

Altro

Osservazioni personali:
Coordinate Google Maps: 43.335971, 12.194148

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