5498 - Lapide a ricordo della strage della Cerreta

La lapide, sorretta da supporti fissati a terra, ricorda il sacrificio di quattro partigiani impiccati il 30 giugno 1944 in località Cerreta (Pievepelago), dopo esser stati catturati dai nazifascisti.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Cerrete
Indirizzo:
SS 12 km 105 e 700
CAP:
41027
Latitudine:
44.222988064088334
Longitudine:
10.625992495306377

Informazioni

Luogo di collocazione:
Lato strada via Giardini
Data di collocazione:
03/06/1984
Materiali (Generico):
Pietra
Materiali (Dettaglio):
Le pertiche di ferro in numero di quattro ed alte circa tre metri ricordano i corpi tristemente soggetti alla forza di gravità, cosi come ricordati dal testimone citato nelle osservazioni personali; la lapide misura centodieci cm per centodieci com circa, completa il monumento/ stele ed è realizzata con materiale naturale di granulometria media dal colore tipico delle areniti; non sono presenti lesioni o faglie, le variazioni cromatiche dovute all'ossidazioni delle lettere e delle cifre, realizzate in ottone brunito ed ivi applicate, pur essendo presenti, consentono ancora la piena leggibilità e avvalorano la solennità testimoniale restituendo l'idea di uno scorrere di lacrime fissato sulla pietra
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Amm. Comunale di Riolunato
Notizie e contestualizzazione storica:
La Pietra che si pone all'evidenza è costituita da quattro pertiche di ferro infisse nel terreno sulle quali vi è fissata una lapide di pietra che ricorda i martiri di questa strage; la testimonianza di questo episodio è riportata nel libro scritto da Luigo Bonaldi intitolato: " don Galli racconta." ma limitatamente a quanto in breve viene di seguito illustrato:

"... il 25 giugno (1944) alcuni partigiani alla Cerreta, sulla via Giardini, a pochi chilometri da Pievepelago, uccisero un soldato tedesco, gravemente ferito durante lo scoppio di un ordigno. Sono ancora atterrito dalla rappresaglia..." il testo poi riporta una fotografia che mostra i corpi dei quattro uomini che dopo la fucilazione sono stati appesi per il collo ad un capestro posizionato nei pressi della Strada Statale n°12

dal sito:" il postalista"
alla pagina http://www.ilpostalista.it/tramonto_009b4.htm
è possibile consultare l'articolo: "il tramonto di un regno" di Giancarlo MAGNONI
ove si ricavano le seguenti notizie:RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
.....Provincia di Modena – A Pievepelago due civili e due partigiani rimasti sconosciuti vengono impiccati per ordine tedesco alla Cerreta.

Piero Fantonini
Nato a Fontanaluccia (Frassinoro) il 17 maggio 1915
Partigiano
Divisione Modena “Armando”, Brigata “Roveda”

Corrado Genasi
Nato a Bologna il 23 luglio 1925
Partigiano
Nome di battaglia “Bruno”
Divisione Modena “Armando”, Brigata “Roveda”

Giuseppe Lambertini
Nato a Piandelagotti (Mo) nel 1906
Partigiano
Divisione Modena Montagna, Brigata “Balducci”

Elio Venturi
Nato a Marzabotto (Bo) il 15 marzo 1924
Partigiano
Nome di battaglia “Cannone”
Divisione Modena “Armando”, Brigata “Roventa”

Fonte: Pubbl. Anpi di Modena “Per non dimenticare” ed. il Fiorino

Contenuti

Iscrizioni:
A PERENNE RICORDO DI
LAMBERTINI GIUSEPPE A. 38
FONTANINI PIERO A, 29
VENTURI ELIO A. 20
GENASI CORRADO A 18
CADUTI PER LA LIBERTA' NAZIONALE
IL 30 GIUGNO 1944
L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI RIOLUNATO
E LE ASSOCIAZIONI DELLA RESISTENZA
3-6-1984
Simboli:
Informazione non reperita

Altro

Osservazioni personali:
La Pietra che portiamo all'evidenza si trova lungo un percorso panoramico che offre una buona visibilità sulla valle del Dragone; la realizzazione di una strada alternativa ultimata decenni or sono per dare risposta al traffico viario pesante, che congiunge Lama Mocogno a Pievepelago, rende di fatto questo percorso ambito dai turisti che possono percorrerlo in tranquillità. Siamo venuti a conoscenza di questa testimonianza nell'ambito della selezione del materiale fotografico raccolto tra gli alunni dell'Istituto G. Marconi di Pavullo; attraverso il riconoscimento della lapide, la figlia di una persona che nel 1944, all'età di 5 anni, ci ha permesso di conoscere un episodio che ha segnato i ricordi dei bambini delle comunità limitrofe i quali, accompagnati dal parroco, su ordine dei militari delle truppe tedesche, vennero obbligati a visitare il luogo dove era posizionato il capestro e restare immobili davanti a quei corpi martoriati dalle pallottole con i colli "allungati " e la lingua che fuoriusciva dalle bocche aperte in maniera innaturale.

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