7354 - Lapide agli antifascisti detenuti a Civitavecchia fino al 1943

Lapide di marmo con i bordi irregolari, sostenuta da quattro mensole in travertino, posta a ricordo del sacrificio degli antifascisti di Civitavecchia detenuti in carcere fino al 1943.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
SS1, via Tarquinia
CAP:
00053
Latitudine:
42.099701105177246
Longitudine:
11.787380576133728

Informazioni

Luogo di collocazione:
Apposta sulla parete del penale di Civitavecchia.
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Informazione non reperita
Stato di conservazione:
Sufficiente
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Civitavecchia
Notizie e contestualizzazione storica:
Lapide per ricordare gli antifascisti detenuti nel carcere di Civitavecchia ( testo di Umberto Terracini).

“Le carte della polizia, conservate negli archivi, testimoniano il meticoloso ed opprimente regime di sorveglianza a cui sono sottoposti centinaia di antifascisti a Civitavecchia: sono decine i condannati al confino, gli ammoniti, i diffidati. Su una popolazione residente di 22.592, censimento del 1921, i sorvegliati dalla polizia sono oltre 200, un dato alquanto indicativo, pari circa all’1% degli abitanti.

Ma l’antifascismo a Civitavecchia è soprattutto rappresentato dal carcere di Porta Tarquinia: centinaia di prigionieri politici sono racchiusi nell’antico penitenziario pontificio. I nomi più significativi della resistenza al regime mussoliniano sono qui racchiusi o transitano per le sue celle: Sandro Pertini, Umberto Terracini, Gian Carlo Pajetta, Vittorio Foa, solo per ricordare alcuni dei nomi più rappresentativi fra i detenuti a Civitavecchia. All’ interno del carcere i detenuti politici organizzano una “università” in cui si studia, si discute, si organizza il futuro, si gettano le basi di un’Italia libera, che in quei giorni e in quelle celle appariva solo un sogno irrealizzabile.”
(di Enrico Ciancarini e Odoardo Toti)
http://www.societastoricacivitavecchiese.it/storiacv.htm

50° della Resistenza della Guerra di Liberazione
Mercoledì 11 ottobre 1995.
GLI ANTIFASCISTI NEL CARCERE DI CIVITAVECCHIA E IL LORO CONTRIBUTO NELLA LOTTA DI LIBERAZIONE PER LA RINASCITA DEMOCRATICA DELL'ITALIA.

Aula Magna della Scuola di Guerra
di Civitavecchia - pubblicazione degli atti del convegno indetto
dall' A. N. P. P. I. A. Provinciale di Roma con il patrocinio
del Comune di Civitavecchia

"Città antifascista, si è opposta, con le sue forze migliori al fascismo, ha combattuto e respinto gli assalti delle camicie nere, nel passaggio per Civitavecchia, della marcia su Roma.
Scontri durissimi, durante i quali, furono assassinati tre giovani, mitragliati brutalmente: Pietro Tartaglia, Mario Giovannelli, Umberto Urbani.
Quei sentimenti repressi per anni, ma coltivati nel cuore di tanti combattenti, esplosero, dopo il 25 luglio 1943 e confluirono nelle formazioni partigiane, per la Resistenza armata contro l'invasione tedesca, per l'indipendenza dell'Italia e il ripristino della libertà.
Il bagno penale, di via Tarquinia, dove il regime rinchiudeva centinai di condannati dal tribunale speciale era in quel periodo un particolare punto di riferimento, al quale molti guardarono, con simpatia, perché sapevano quanta sofferenza e quali torture, venivano inflitte ai detenuti politici.
Stappati alle famiglie, al lavoro, agli studi, quei condannati vivevano, sperando nella caduta del fascismo e nella conquista della libertà."
On.Giovanni Ranalli
"Risulta dalla ricerca effettuata, che dal 1932 e fino al maggio del 1943, cioè fino alle evacuazione a seguito del bombardamento di Civitavecchia avvenuto in quel mese, nella casa di pena hanno soggiornato circa mille detenuti politici, ma il numero accertato pecca per difetto."
On. Claudio Cianca

Contenuti

Iscrizioni:
QUESTO MARMO SENZA NOMI
A RICORDO SOLIDALE DEL COMUNE SACRIFICIO
DIETRO LE MURE SERRATE, DENTRO LE CELLE CUSTODITE
PONGONO E CONSACRANO
I CENTO E CENTO E CENTO PRIGIONIERI POLITICI
CHE AL FASCISMO OPPONENDOSI
RISCATTARONO L’UMILIATA DIGNITÀ NAZIONALE
DI FISICHE SOFFERENZE E DI IDEALI CERTEZZE
NUTRENDO LA LORO LUNGA ATTESA
NELLO STUDIO CONTESTATO QUI ATTINSERO NUOVE FORZE
PER MEGLIO SERVIRE NELLE ULTERIORI LOTTE
LA LIBERTÀ E LA DEMOCRAZIA

NOVEMBRE 1926 LUGLIO 1943

(testo di Umberto Terracini)
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Informazione non reperita

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