260755 - Lapide ai Caduti degli eccidi di Argelato e delle Larghe – Argelato (BO)

La lapide è dedicata ai tragici fatti che sconvolsero Argelato, cittadina della pianura bolognese, il 9 Agosto 1944 quando, per reazione all’attentato dinamitardo contro la locale Casa del Fascio che aveva causato la morte di 5 persone, oltre alla distruzione dello stesso fabbricato, i fascisti delle Brigate Nere fucilarono sulle sue rovine 6 tra partigiani ed antifascisti: Luigi Fariselli, Nello Gamberini, Enrico Landuzzi, Walter Scorzoni, Oreste Vancini e Giorgio Zanotti, Oreste Vancini. Nello stesso giorno incendiarono le case della borgata delle Larghe dove, nel Fondo “Casino” assassinarono anche i fratelli Attilio e Luigi Chiarini. La lastra marmorea di forma rettangolare è collocata sopra l’ingresso di un grande edificio ad uso abitazione privata, sostenuta alla parete da quattro ganci di ferro. L’epigrafe che vi è incisa riporta la data dell’eccidio ma, curiosamente, non i nomi delle 8 vittime. I caratteri sono stati riempiti con vernice di colore nero che il trascorrere del tempo ha parzialmente eroso.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Frazione Funo, località Casette di Funo
Indirizzo:
Via Larghe n. 71
CAP:
40050
Latitudine:
44.609915511881
Longitudine:
11.361444572353

Informazioni

Luogo di collocazione:
Parete esterna di edificio privato.
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Marmo, Altro
Materiali (Dettaglio):
Marmo per la lapide. Ferro per i quattro ganci di sostegno. Vernice di colore nero a riempimento dei caratteri dell’epigrafe.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Argelato
Notizie e contestualizzazione storica:
Dalla scheda della prof.ssa Roberta Mira per il sito www.straginazifasciste.it

La notte del 5 Agosto 1944 i fascisti organizzarono un’azione repressiva nella zona di Argelato, dove i partigiani della 7ª Brigata Garibaldi G.A.P. “Gianni”), Distaccamento di Castel Maggiore (Bo), quello stesso giorno avevano ucciso il reggente del fascio di Argelato Giuseppe Cavicchi (e secondo alcune fonti – vedi Elio Cicchetti - un militare tedesco che viaggiava con lui). Perquisirono e saccheggiarono le abitazioni di persone che ritenevano vicine alla Resistenza nella borgata Larghe di Funo, incendiarono alcuni edifici e aprirono il fuoco con le armi; inoltre radunarono gli uomini e, dopo averli caricati su un camion, li portarono alle Scuole di San Giorgio di Piano (Bo), dove li rinchiusero. I fascisti furono a Argelato anche nei giorni successivi e operarono fermi. In quelle azioni fu arrestata anche Irma Bandiera staffetta della 7ª Brig. Garibaldi G.A.P. “Gianni” di Bologna che si trovava a Funo a casa di suo zio Giuseppe Marzocchi. Irma Bandiera fu uccisa a Bologna dopo lunghe torture e sevizie e il suo corpo senza vita fu abbandonato nei pressi della sua abitazione a Bologna il 14 Agosto 1944.
I partigiani reagirono e nella notte tra l’8 e il 9 Agosto i gappisti della 7ª Brig. Garibaldi G.A.P. “Gianni” appartenenti al Distaccamento di Castel Maggiore fecero esplodere la Casa del Fascio di Argelato provocando cinque morti (fra cui una donna moglie di un milite e custode della Casa del Fascio) e 14 feriti, di cui alcuni gravi, tra i fascisti. A loro volta questi organizzarono per il giorno 9 una seconda azione nella zona di Funo e Argelato, dove incendiarono e distrussero completamente la borgata delle Larghe di Funo. I prigionieri trattenuti nelle scuole di San Giorgio di Piano furono interrogati (secondo la testimonianza di Dino Cipollani da una sorta di tribunale fascista) e tre di loro, Giorgio Zanotti, Walter Scorzoni e Nello Gamberini, furono prelevati e portati ad Argelato per essere fucilati sulle macerie della Casa del Fascio (dove oggi vi è la Biblioteca comunale, in Via Centese n. 48 NdS). Nello stesso luogo vennero fucilati anche Oreste Vancini, Enrico Landuzzi e Luigi Fariselli che furono prelevati nelle loro abitazioni e portati per essere interrogati nella sede del Comune di Argelato. Secondo un altro testimone, Amedeo Cipollani, un Tribunale fascista giudicò tutti e sei gli uomini che poi vennero fucilati all’interno del palazzo comunale di Argelato. Il milite delle Brigate Nere Walter Tartarini affermò che i fermati furono interrogati all’interno del Comune di Argelato da una commissione presieduta dal federale Pietro Torri, cosa confermata da Cesare Grazia che fu tra i fermati e interrogati.
Sempre il 9 Agosto 1944, in occasione delle operazioni, i fascisti uccisero i fratelli Attilio e Luigi Chiarini nei pressi della loro abitazione nel Fondo “Casino” vicino alla borgate Larghe di Funo. Secondo le testimonianze dei familiari, i fascisti ordinarono loro di abbandonare il lavoro nei campi, di andare a casa a cambiarsi e poi di seguirli. Li uccisero dietro una siepe poco dopo.
In seguito a questi avvenimenti i gappisti del Distaccamento della 7ª Brig. Garibaldi G.A.P. “Gianni” di Castel Maggiore incrementarono la propria attività e organizzarono altri due attacchi alle Case del Fascio di Bentivoglio (Bo) e San Giorgio di Piano.

• Attilio Chiarini, nato a Minerbio (Bo) il 28 Ottobre 1900, residente a Argelato; colono. Fratello di Luigi. Trucidato nei pressi della propria abitazione in borgata Larghe il 9 Agosto 1944. Riconosciuto partigiano appartenente al Battaglione “Renato Tampellini” della 2ª Brigata Garibaldi “Paolo” (*). Per L. Arbizzani, in “Antifascismo e lotta di Liberazione”, i fratelli Chiarini furono uccisi a bruciapelo non appena i fascisti li videro.

• Luigi Chiarini, nato a Minerbio il 7 Novembre 1904, residente a Argelato; colono. Fratello di Attilio. Trucidato nei pressi della propria abitazione in borgata Larghe il 9 Agosto 1944. Riconosciuto partigiano appartenente al Btg. “R. Tampellini” della 2ª Brig. Garibaldi “Paolo” (*). Per L. Arbizzani, in “Antifascismo e lotta di Liberazione”, i fratelli Chiarini furono uccisi a bruciapelo non appena i fascisti li videro.

• Luigi Fariselli, nato a Bentivoglio (Bo) il 6 Giugno 1891, residente a San Giorgio di Piano (Bo); colono. Militante socialista prima dell’avvento del fascismo e padre di 10 figli. Fucilato sulle macerie della Casa del Fascio di Argelato il 9 Agosto 1944. Riconosciuto partigiano appartenente al Btg. “R. Tampellini” della 2ª Brig. Garibaldi “Paolo” (*).

• Nello Gamberini, nato ad Argelato il 1° Aprile 1913, ivi residente; falegname. Fucilato sulle macerie della Casa del Fascio di Argelato il 9 Agosto 1944. Riconosciuto partigiano appartenente al Btg. “R. Tampellini” della 2ª Brig. Garibaldi “Paolo” (*).

• Enrico Landuzzi, nato ad Argelato il 19 Febbraio 1912; ivi residente; bracciante. Fucilato sulle macerie della Casa del Fascio di Argelato il 9 Agosto 1944. Riconosciuto partigiano appartenente al Btg. “R. Tampellini” della 2ª Brig. Garibaldi “Paolo” (*).

• Walter Scorzoni (o Scurzoni), nato ad Argelato il 3 Novembre 1924, ivi residente. Fucilato sulle macerie della Casa del Fascio di Argelato il 9 Agosto 1944. Riconosciuto partigiano appartenente alla 2ª Brig. Garibaldi “Paolo” (*). Il Dizionario dei partigiani bolognesi e Luigi Arbizzani in “Antifascismo e lotta di Liberazione” indicano Walther Scurzoni, forse dal soprannome “Scurzèn”; le testimonianze di Amedeo Cipollani e Emo Tartarini e l’intervista a Dino Cipollani indicano Scorzoni Walter.

• Oreste Vancini, nato a Cento (Fe) il 22 Gennaio 1879, residente a Bologna o Argelato; maestro e poi professore di scuola media. Iscritto al Partito socialista, fu eletto consigliere comunale a Granarolo Emilia (Bo) nel 1907 e nel 1914 a Bologna. Fu assessore al Comune di Bologna dal 1914 al 1920 nella giunta guidata da Francesco Zanardi; nel 1920 fu eletto nel Consiglio provinciale di Bologna. Diresse la rivista del Comune “Vita cittadina” e l’Università popolare. Fucilato sulle macerie della Casa del Fascio di Argelato il 9 Agosto 1944. Riconosciuto partigiano della 1ª Brig. Garibaldi “Irma Bandiera”. Al suo nome venne intitolato un Battaglione della Brigata “Matteotti-Città”.

• Giorgio Zanotti, nato ad Argelato il 21 Marzo 1918, ivi residente; ferroviere. Prestò servizio militare nel Regio esercito in un reparto d'artiglieria, dal Marzo 1940 all'8 Settembre 1943, a Nettuno (Rm), conseguendo il grado di caporale. Fucilato sulle macerie della Casa del Fascio di Argelato il 9 Agosto 1944. Riconosciuto partigiano appartenente al Btg. “R. Tampellini” della 2ª Brig. Garibaldi “Paolo”.

(*) Ricordato anche nel Sacrario dei Caduti della Guerra di Liberazione in Piazza del Nettuno, a Bologna.

Estremi e note penali:

• Procedimento penale davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Giuseppe De Polo conclusosi con condanna ad 11 anni e 7 mesi di reclusione per collaborazionismo e concorso in incendio con sentenza del 2 Luglio 1945. Ricorso. Il 17 Agosto 1946 la Corte di Cassazione annullò la sentenza per amnistia.

• Procedimento penale davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Giuseppe Giovetti (accusato di una serie di reati tra cui gli arresti e le fucilazioni di Argelato) conclusosi con condanna a 30 anni di reclusione per collaborazionismo, omicidio continuato (anche nel caso di Argelato) e ricettazione con sentenza del 19 Giugno 1946. Giovetti presentò ricorso, ma scontò l’intera pena.

• Procedimento penale davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Walter Tartarini (accusato di una serie di reati tra cui le operazioni di Funo di Argelato del 9 Agosto 1944) conclusosi con sentenza del 22 Giugno 1946 con la condanna per collaborazionismo a 18 anni di reclusione; nel caso delle operazioni di Argelato del 9 Agosto 1944 la Corte giudicò Tartarini colpevole per gli incendi di Funo, mentre riconobbe che l’imputato non partecipò, neppure indirettamente, alla fucilazione dei sei uomini alla Casa del Fascio di Argelato. Nell’agosto 1946 Tartarini fu amnistiato.

• Procedimento penale davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Anselmo e Eleuterio Maccaferri, accusati dell’uccisione dei fratelli Chiarini e assolti con sentenza del 1 Luglio 1946 per insufficienza di prove (altro procedimento era stato avviato dalla Corte d’Assise straordinaria di Milano perché i due fratelli Maccaferri avevano lasciato la provincia di Bologna per stabilirsi a Novate Milanese (Mi), ma la Corte nell’Agosto 1945 dichiarò la sua incompetenza per motivi territoriali e il procedimento si trasferì a Bologna).

• Procedimento penale davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Enrico Cacciari, accusato di una serie di reati, fra cui la partecipazione alla fucilazione di Argelato; Cacciari fu condannato a 15 anni di reclusione per diversi reati e in seguito amnistiato e riabilitato (1959), ma fu assolto relativamente alla fucilazione di Argelato per insufficienza di prove con sentenza del 23 Dicembre 1946.

Note sulle fonti:

Nel sito internet “Storia e memoria di Bologna” gli avvenimenti del 9 Agosto 1944 compaiono in due voci: “Fucilazione alla Casa del fascio di Argelato” e “Eccidi di Funo”, redatte entrambe sulla base di Nazario Sauro Onofri “Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945)”, vol. I, Bologna dall’antifascismo alla Resistenza, Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini” (Isrebo), Comune di Bologna, Bologna, 2005 (pp. 83 e 139). Nella prima voce sono indicati i fucilati del 9 Agosto 1944 sulle macerie della Casa del Fascio (Fariselli, Gamberini, Landuzzi, Scorzoni, Vancini e Zanotti); nella seconda sono descritti insieme gli eccidi di Funo di Argelato del 9 Agosto e del 9 Ottobre 1944, ma relativamente alla fucilazione alla Casa del Fascio si dice solo che furono fucilate sei persone senza indicarne i nomi. Nell’elenco delle vittime compaiono sei uomini tutti dati per uccisi il 9 Agosto 1944, ma, eccetto i fratelli Attilio e Luigi Chiarini, uccisi il 9 Agosto nei pressi della propria abitazione alle Larghe di Funo, vengono indicate erroneamente come uccise il 9 Agosto le vittime del 9 Ottobre 1944: Alfonso Marchesini, Adelmo Bernardi, Cesare Grazia e Renato Tampellini. Non risultano indicate vittime per il 9 Ottobre 1944.
Nella versione cartacea delle voci nel I vol. del “Dizionario dei partigiani bolognesi”, Nazario Sauro Onofri, in quella relativa alla Casa del Fascio (la sola firmata da lui tra le due voci) scrive che Marchesini, Bernardi, Grazia e Tampellini furono uccisi il 9 Agosto 1944 come le altre vittime che indica correttamente; la voce sugli eccidi di Funo, invece, colloca al 9 Agosto 1944 la fucilazione di 6 persone per rappresaglia in seguito all’attacco partigiano alla Casa del Fascio di Argelato e l’uccisione dei fratelli Chiarini, e sotto la data del 9 Ottobre 1944 l’uccisione di Marchesini, Bernardi, Grazia e Tampellini.
Negli altri volumi del “Dizionario dei partigiani bolognesi” alle voci relative a Marchesini, Bernardi, Grazia e Tampellini la data di morte indicata è corretta: 9 Ottobre 1944.

Contenuti

Iscrizioni:
IL 9 AGOSTO DEL 1944
UNA BRIGATA NERA
PER SELVAGGIA VENDETTA
VERSO IL POPOLO DI QUESTA CONTRADA
FIERO DI RESISTERE AL REGIME FASCISTA
IRRUPPE NELLA BORGATA LARGHE DI FUNO
SPARSE IL TERRORE FRA GLI ABITANTI
BRUCIO’ A STERMINIO TUTTE LE CASE
UCCISE PARTIGIANI
E INERMI CITTADINI

A MEMORIA DI QUEL GIORNO
ARGELATO
POSE QUESTO RICORDO
AUSPICANDO PER LE GENERAZIONI VENTURE
LA FINE DEGLI ODII TIRANNICI
LA GIUSTIZIA E LA LIBERTA' DEGLI EGUALI
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