Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Via Provinciale, 49
- CAP:
- 10040
- Latitudine:
- 44.978720784328
- Longitudine:
- 7.3801714673489
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Parete edificio
- Data di collocazione:
- Informazione non reperita
- Materiali (Generico):
- Bronzo, Marmo, Pietra
- Materiali (Dettaglio):
- Lapidi affiancate in granito con iscrizioni a lettere in bronzo; altare, vaso portafiori e pavimentazione in pietra; recinzione in ferro battuto. E' presente un'asta portabandiera.
- Stato di conservazione:
- Ottimo
- Ente preposto alla conservazione:
- Comune di Cumiana
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Per informazioni complete sull'eccidio, si vedano anche le due schede sulle Pietre:
- Sacrario dei cinquantuno Martiri del 3 Aprile 1944, eretto al Cimitero;
- Monumento ai cinquantuno Martiri del 3 Aprile 1944, posto lungo la via Provinciale all'altezza della cascina.
A partire dall’autunno 1943 Cumiana è al centro di una attiva presenza partigiana. Essa si intensifica nell’inverno, favorita dalla particolare conformazione del territorio, a metà strada fra l’alta montagna e la grande città.
All'alba del 30 marzo 1944 giungono a Cumiana consistenti reparti del VII Battaglione Milizia Armata, le cosiddette SS italiane: un centinaio di uomini in tutto, comandati da ufficiali tedeschi, da qualche giorno accasermati all'Istituto Agrario delle Cascine Nuove, a 7 km dal centro del paese, per un periodo di addestramento.
La presenza delle SS a Cumiana indica una volontà di controllo che preoccupa i partigiani perché rende impraticabili i collegamenti col pinerolese, essenziali per le puntate in pianura, dove ci sono depositi e ammassi, giacché le altre direttrici sono controllate dai presidi GNR di Avigliana e Sangano. Riuniti alle prime luci dell'alba, i capi partigiani decidono un'azione per la mattinata successiva. Verificata la consistenza dei presidio (una quarantina di SS, sparse fra piazza Vecchia, via Giaveno e via Chisola), i partigiani decidono una manovra d'accerchiamento.
Il grosso del presidio, trentadue SS italiani e due sottufficiali tedeschi, si consegna prigioniero. Nella mezz'ora di fuoco i nazifascisti hanno avuto diciannove feriti, uno dei quali morirà all'ospedale di Pinerolo il giorno stesso; tra i partigiani sono caduti Andrea Gaido, 23 anni, di Carmagnola e Lillo Moncada, un siciliano della banda “Nicoletta”. La rappresaglia tedesca non si fa attendere. Alle due del pomeriggio del 1° aprile, qualche ora dopo il conflitto di Piazza Vecchia, Cumiana è occupata da reparti tedeschi e repubblicani fatti affluire dalle caserme di Pinerolo e di Torino: le case dalle quali i partigiani hanno aperto il fuoco vengono incendiate coi lanciafiamme. Mentre le abitazioni bruciano, i tedeschi rastrellano il paese metro per metro prendendo in ostaggio tutti gli uomini: circa centocinquanta persone vengono concentrate al collegio salesiano delle Cascine Nuove, dove le SS hanno il loro comando.
La minaccia di fucilare gli ostaggi se non verranno restituiti i trentaquattro prigionieri si diffonde nella mattinata del 2 aprile. La discussione tra i partigiani è accesa e anche Giulio Nicoletta, chiamato dal fratello, scende a Forno per dare il proprio contributo. Verso le 15.00 si giunge alla votazione e la maggioranza risulta favorevole allo scambio. Il medico condotto di Cumiana, Michelangelo Ferrero, viene ufficialmente incaricato della mediazione. Con lui sale a Forno il parroco, don Pozzo.
Ma i tedeschi non hanno aspettato l'esito delle trattative. Verso le due del pomeriggio 58 uomini scelti a caso fra gli ostaggi sono avviati verso il paese. Nel prato a fianco della cascina Riva di Caia, al tramonto, inizia il massacro. Mentre le SS italiane, con i fucili puntati, impediscono tentativi di fuga, il maresciallo Rokita prende gli ostaggi a gruppi di tre, li conduce dietro l'angolo della cascina e li fredda uno dopo l'altro a colpi di Luger calibro 9. Ubriaco di cognac, il sottufficiale continua le esecuzioni sino a che uno degli ostaggi, Vincenzo Ambrosio, negoziante in ferramenta, cade all'indietro, alla vista dei superstiti, che capiscono e tentano la fuga. Anche le SS italiane sparano contro i fuggitivi e dei cinquantotto ostaggi trascinati alla cascina Riva di Caia ben cinquantuno giacciono morti quando l'auto del dottor Ferrero, passando da Bruino e Piossasco, arriva a Cumiana, un'ora dopo l'eccidio. Nicoletta incontra all'albergo della stazione il tenente Renninger, il quale, solo dopo molte esitazioni, lo informa che la condanna dei civili è già stata eseguita.
I morti, per ordine del comando tedesco, sono seppelliti in una fossa comune. Un mese dopo, il 3 maggio, sono riesumati da una squadra di carcerati delle Nuove di Torino scortati da un reparto di SS italiane. Le salme sono spruzzate di acidi e sostanze caustiche perché siano rese irriconoscibili e quindi riseppellete in una fossa più profonda. Per Cumiana la vicenda si conclude con cinquantuno vittime, quarantacinque orfani, trentatré vedove e quasi metà del paese incendiato.
Anton Renninger, divenuto dopo la guerra dirigente di un'industria alimentare, viene rinviato a giudizio dal tribunale militare di Torino nel 1999. Non si presenta al processo e muore il 6 aprile del 2000 nella città di Erlangen, nelle vicinanze di Norimberga, dove era vissuto indisturbato per decenni.
Fonti:
- La strage di Cumiana. Cenni., su memorialcumiana.it;
- 1944 – 3 aprile: l’eccidio di Cumiana, su I Luoghi della Memoria, La Resistenza in Val Sangone.
Si vedano anche:
- Cumiana, 03.04.1944 (Torino - Piemonte), su Atlante delle stragi Naziste e Fasciste in Italia
- Strage di Cumiana, su Wikipedia
- L’ECCIDIO DI CUMIANA – 3 APRILE 1944, su valchisone.it, Portale della Val Chisone e Germanasca Pinerolese
Contenuti
- Iscrizioni:
- I NOMI GLORIOSI DEI MARTIRI TRUCIDATI IL 3 APRILE 1944
GIA' SCRITTI NEL CUORE DI TUTTI
PERCHE' FOSSERO ETERNATI NEL MARMO
I CUMIANESI SCRISSERO
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AIRASCA CELESTINO D'ANNI 28 / GASTONE ANSELMO D'ANNI 66
AMBROSIO VINCENZO 63 / GATTONE ENRICO 46
AME' MARCELLO 42 / GIACOMINO MARIO 22
AME' MICHELANGELO 38 / GIORDA MICHELE 37
AMEDEO DOMENICO 47 / MAGO GIUSEPPE 33
AMEDEO FORTUNATO 47 / MALETTO GIUSEPPE 45
BAUDINO CESARE 49 / MALLI UMBERTO 54
BIANCO IGNAZIO 52 / MOLLAR LUIGI 50
BURDINO GIOVANNI 42 / MOLLAR CESARE 43
BURDINO LORENZO 16 / MORATTO GIOVANNI 30
CAMUSSO GIUSEPPE 61 / MORELLO LEONILDO 70
CANALE GIACOMO 35 / OLMO MICHELE 65
CANALE GIOVANNI 39 / PACCHIOTTI FRANCESCO 40
CARELLO ANGELO 49 / PIZZIGATI ERMENEGILDO 30
CARELLO GIOVANNI 38 / PONZO MICHELE 27
CARELLO MICHELE 40 / RECROSIO VALENTINO 41
CHIANTORE ANGELO 40 / ROLANDO ENRICO 31
CHIANTORE MARIO 40 / ROMERO GIOVANNI 43
DAGHERO DARIO 35 / ROMERO VINCENZO 42
DAGHERO GIACOMO 44 / RUFFINATTO ALESSANDRO 43
DAGHERO GIOVANNI 42 / RUFFINATTO GIOVANNI 18
DAGHERO RICCARDO 25 / RUFFINO CLEMENTE 47
DAGHERO SILVIO 65 / TRAVERSA LUIGI 43
DURANDO LUIGI 43 / UGHETTI FELICE 32
FASSETTA ERALDO 34 / VAGLIO GIOVANNI 38
FAVRO GIUSEPPE 31
- Simboli:
- Non sono presenti simboli
Altro
- Osservazioni personali:
- I nomi dei 51 uomini fucilati a cascina Riva di Caia sono ricordati, insieme ad altri, anche su una lastra posta sul monumento ai Caduti di Cumiana, nei giardini in vicinanza del Municipio.