Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Piazza Caduti per la Libertà, 15
- CAP:
- 48125
- Latitudine:
- 44.415118504782264
- Longitudine:
- 12.199593906745917
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Colonnato antistante l'ingresso di una scuola.
- Data di collocazione:
- 1964
- Materiali (Generico):
- Bronzo, Marmo
- Materiali (Dettaglio):
- Lapide in marmo scolpito, con elementi in rilievi, e busti in bronzo opera dello scultore Angelo Biancini
- Stato di conservazione:
- Sufficiente
- Ente preposto alla conservazione:
- Comune di Ravenna
- Notizie e contestualizzazione storica:
- I busti, realizzati da Angelo Biancini e collocati nell’atrio esterno della scuola nel 1964, celebrano il ricordo di tre medaglie d'oro: il ravennate Mario Pasi, medico, militare e partigiano, fu impiccato al Bosco delle Castagne, sulle colline sopra Belluno, il 10 marzo 1945, quale rappresaglia per l'uccisione di tre soldati. Ravennate anche Primo Sarti, tenente di vascello, ucciso il 10 aprile 1944, nel mar Tirreno, a bordo del MAS 505, durante un ammutinamento di marinai fascisti. Il terzo, Agamennone Vecchi, nato a Cremona, capitano del 28° Reggimento di fanteria del 2° Battaglione “Brigata Pavia” di stanza a Ravenna, fu ucciso il 16 agosto 1916 sul Podgora (Gorizia).
Mario Pasi
Nato a Ravenna il 21 luglio 1913, ucciso a Belluno il 10 marzo 1945, medico, Medaglia d'oro al valor militare alla memoria."Fin dall'8 settembre impugnava valorosamente le armi contro l'invasore. Ricercato dalla polizia tedesca quale organizzatore della lotta di liberazione, si arruolava nelle formazioni partigiane della montagna di cui divenne animatore fecondo e combattente audace. Commissario di brigata e poi di Zona partigiana, valoroso fra i valorosi, sosteneva durissimi combattimenti infliggendo gravi perdite al nemico. Apostolo di bene e di carità, prodigava la sua opera di medico a lenire le sofferenze dei feriti, senza mai risparmiarsi nei pericoli e nei sacrifici. Catturato per delazione, affrontava e sosteneva con sereno stoicismo le sevizie che solo la più efferata crudeltà poteva immaginare. Bastonato a sangue, con le membra fracassate, trovava ancora la forza di porre fine al martirio tagliandosi le vene, ma il bieco nemico impediva che la morte lo strappasse alla sua sadica barbarie e poi lo finiva a colpi di bastone. Il suo cadavere, impiccato per estremo oltraggio, restò esposto per due giorni e, circondato dall'aureola del martirio, fu faro luminoso che additò ai superstiti la via da seguire per raggiungere la vittoria". Questa la motivazione della massima onorificenza al valor militare concessa alla memoria di Mario Pasi, che ha combattuto nel Veneto la sua battaglia per la libertà e la democrazia. Pasi aveva conseguito all'Università di Bologna, nel 1936, la laurea in medicina e chirurgia. L'anno dopo aveva frequentato a Firenze la Scuola di applicazione della Sanità militare e, posto in congedo, aveva cominciato ad esercitare la professione all'Ospedale Santa Chiara di Trento. Nel 1940 il richiamo alle armi e la mobilitazione sul Fronte occidentale e poi su quello greco-albanese. Collocato in congedo per ragioni di salute, il medico riprese il suo impegno al "S. Chiara" e in quel periodo conobbe Ines Pisoni, sua coetanea. Uniti anche dagli stessi ideali, i due giovani si separarono quando lui, comunista, entrò nella Resistenza spostandosi nel Bellunese per organizzarvi le prime formazioni partigiane, mentre Ines si impegnava contro i nazifascisti in Romagna, terra d'origine di Pasi. Molto apprezzato per le sue doti politiche e militari, "Montagna" (questo il nome di battaglia del giovane medico), divenne commissario di Brigata, poi di Divisione e infine di Zona, alternando l'attività di direzione politica a quella di medico. Quando i tedeschi catturarono "Montagna", rifiutarono ogni proposta di scambio e, dopo averlo ucciso ne impiccarono il cadavere in località Bosco delle Castagne. Dopo la Liberazione, una piazzetta nel centro storico di Trento è stata intitolata a Mario Pasi, mentre a Ravenna gli hanno dedicato una scuola. (fonte ANPI)
Primo Sarti
tenente di vascello della Marina militare, Medaglia d'oro al Valor militare alla memoria.
Aveva conseguito il diploma di capitano marittimo presso l'Istituto nautico di Genova, quando decise di frequentare il Corso allievi ufficiali di complemento presso l'Accademia Navale. Nominato guardiamarina nel 1928, l'anno successivo Primo Sarti diventava sottotenente di vascello e con questo grado veniva congedato per fine ferma nel dicembre 1933. Nel suo curriculum militare sono registrati il richiamo in servizio nel gennaio del 1935, la partecipazione alla campagna italo-etiopica, le missioni speciali durante la guerra di Spagna, la nomina a tenente di vascello nel 1937, la partecipazione alle operazioni militari in Albania nell'aprile del '39, il comando, nel 1940, della torpediniera "Cesare Abba", con la quale fu impegnato nella scorta di convogli, che gli valse il passaggio in servizio permanente effettivo per meriti di guerra. Nel giugno del 1941, il giovane ufficiale, che era stato decorato di Medaglia di bronzo, comandava a Napoli, dalla plancia dell'"Umanitas", il Gruppo motonavi veloci. Colto dall'armistizio nel porto di Bastia, Primo Sarti chiese di combattere contro i nazisti. Rimasto ferito in uno scontro con i tedeschi, quando questi tentarono inutilmente di impossessarsi della sua nave, Sarti fu ricoverato prima a Bastia e poi a Luras. Ristabilito e decorato di Medaglia d'argento, il tenente di vascello fu destinato, era il 6 novembre del 1943, alla flottiglia MAS di base a La Maddalena. Fu poco distante dall'isola che, nell'aprile del 1944, mentre il MAS 505, con a bordo il capitano di fregata Marcello Pucci Boncambi, navigava verso Bastia per una missione presso le autorità marittime francesi, l'equipaggio si ammutinò. I marinai fascisti, per impossessarsi del natante e passare con i tedeschi, uccisero proditoriamente l'ufficiale più alto in grado e con lui il sottotenente di vascello Carlo Sorcinelli, che comandava il mezzo; offrirono a Sarti di arrendersi, ma lui affrontò i rivoltosi pistola in pugno e fu stroncato da una raffica di mitragliatrice. Per questo suo gesto, alla memoria di Primo Sarti è stata conferita la massima decorazione militare con questa motivazione: "Ufficiale già distintosi per coraggio ed abnegazione in precedenti fatti d'arme, imbarcato con compiti di servizio su MAS che si trasferiva in base navale avanzata, veniva aggredito insieme ad altri due ufficiali da elementi faziosi, che con le armi alla mano intimavano di cedere al loro intendimento di consegnare l'unità al nemico oppressore. Benché la Patria fosse divisa in due campi, gli spiriti e le coscienze tormentati da una dolorosa situazione, si univa senza titubanza alcuna all'ufficiale più anziano, affrontava coraggiosamente gli aggressori e cadeva colpito al petto nell'impari, violenta lotta. Sacrificando se stesso riaffermava le più nobili tradizioni dell'onor militare e della Marina cui apparteneva". A Primo Sarti, l'amministrazione della sua città natale ha intitolato una strada. (fonte ANPI)
Contenuti
- Iscrizioni:
- PRIMO SARTI AGAMENNONE VECCHI MARIO PASI
MEDAGLIE D'ORO
MORIRONO PER LA PATRIA E PER LA LIBERTA'
IN PUREZZA DI SACRIFICIO
- Simboli:
- Nel marmo della lapide sono sbalzati i simboli delle tre medaglie d'oro conferite ai tre martiri
Altro
- Osservazioni personali:
- Per informazioni ulteriori vedi:
http://resistenzamappe.it/ravenna-ra_liberazione-la_resistenza_lontana.all