178177 - Lapide in memoria di Augusto Picutti, antifascista ucciso l’8 luglio 1944

Lapide rettangolare in memoria di Augusto Picutti, antifascista ucciso la notte dell’8 luglio 1944.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Sestiere di Cannaregio
Indirizzo:
Campiello Augusto Picutti già del Magazin, Cannaregio 1651, Venezia
CAP:
30100
Latitudine:
45.443602077199
Longitudine:
12.327785111639

Informazioni

Luogo di collocazione:
Sul muro d’una casa privata
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Pietra
Materiali (Dettaglio):
Informazione non reperita
Stato di conservazione:
Sufficiente
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
Tra la notte del 5 luglio e la mattina del 6 luglio 1944 un commando di gappisti veneziani uccise tre militi fascisti (due nel sestiere di Dorsoduro e uno in quello di Cannaregio). La Guardia nazionale repubblicana organizzò subito una sanguinosa rappresaglia di tipo squadristico, con una spedizione punitiva nella notte dell’8 luglio per le calli e i campielli di Cannaregio, sestiere popolare e antifascista, dove era stato compiuto l’attentato che più a essi bruciava (l’uccisione del maresciallo di Marina Bartolomeo Asara, al quale sarebbe stata intestata la Brigata nera cittadina). Il pomeriggio del 6 luglio durante una riunione presieduta dal comandante provinciale della Gnr colonnello Salvatore Morelli venne stilata una lista con i nomi di dieci antifascisti e furono organizzate varie squadre a cui vennero assegnati i nominativi; identico il rituale: un invito a seguire i fascisti in Questura, pochi passi, un colpo di pistola alla nuca, il cadavere lasciato a terra per due giorni, a monito corale.
Ai campanelli di quattro case i sicari suonarono invano. In altre sei si aprì loro la porta. Caddero così Bruno Crovato, 41 anni, meccanico, in campo San Canciano; Luigi Borgato, 37 anni, calzolaio, al ponte dei Sartori; Ubaldo Belli, 50 anni, maestro elementare, in fondamenta di san Felice; Augusto Picutti, 26 anni, cameriere, in campiello del Magazen, a San Leonardo; Pietro Favretti, 60 anni, capostazione, in calle Colombina a San Marcuola. Singolare fu la vicenda di Giuseppe Tramontin, 41 anni, meccanico motorista, colpito in calle Priuli a Santa Sofia: il proiettile gli sfiorò il cervello, ed egli riuscì a ritornare a casa, e quindi fu portato in ospedale, dove medici e infermieri riuscirono a sottrarlo alle ricerche dei fascisti; guarito, fu nascosto in una casa amica e si fece spargere la voce che era morto. Sui masegni aveva scritto con il dito bagnato nel sangue la parola Cafiero.
Vedi: http://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/schede/SESTIERE%20DI%20CANNAREGIO,%20VENEZIA,%2007-08.07.1944.pdf e https://www.anpive.org/wordpress/2013/04/09/i-martiri-di-cannaregio-2/

Contenuti

Iscrizioni:
QUI LA NOTTE DELL’ OTTO LUGLIO 1944 *
AUGUSTO PICUTTI
CADEVA SOTTO I [CO]LPI DELLA BARBARIE
FASCISTA * TESTIMONIANDO CON LA MOR=
TE * L’IDEA IMMORTALE DI LIBERTA’ *
PER SOTTOSCRIZIONE DI POPOLO IL COMUNE *

[* - piccolo fiore]
Simboli:
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