274232 - Lapide in memoria di Bruno e Adolfo (Fofi) Vigorelli – Milano

La lapide in memoria dei fratelli Bruno ed Alfonso (Fofi) Vigorelli, è una lastra di marmo bianco rettangolare con dimensioni approssimative cm 50 x 75, posta ad oltre due metri di altezza ed illuminata elettricamente. Lungo tutto il perimetro vi è una delicata incisione che rappresenta serti di alloro, con decorazioni geometriche agli angoli. All’interno vi sono le iscrizioni, incise in caratteri capitali smaltati in nero.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Città Studi
Indirizzo:
via Giuseppe Ponzio 48
CAP:
20133
Latitudine:
45.4806503
Longitudine:
9.2303669

Informazioni

Luogo di collocazione:
Parete laterale d'ingresso del caseggiato popolare dove essi abitarono
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Marmo
Stato di conservazione:
Insufficiente
Ente preposto alla conservazione:
A.N.P.I. Milano
Notizie e contestualizzazione storica:

Bruno e di Adolfo Vigorelli erano figli della signora Diana e di Ezio Vigorelli, noto avvocato socialista che dopo l'armistizio dell'8 settembre, essendo membro della Giunta provvisoria di governo della Repubblica partigiana dell’Ossola e ricercato dalla polizia fascista, lasciò Milano per fuggire in Svizzera: i suoi figli, anch'essi di idee democratiche, ben noti ai fascisti, lo seguirono.
Dopo aver conosciuto a Lugano Dionigi Superti, comandante della Divisione partigiana 'Valdossola', lo seguirono e tornarono in Italia per riprendere la lotta.

  • Bruno Vigorelli
    nacque il 26 ottobre 1920 a Milano.
    In Val Grande di Intra, durante il massiccio rastrellamento nazifascista del 20 giugno 1944, lo studente universitario Bruno Vigorelli ed i suoi compagni si scontrarono coi tedeschi. Uno di essi fu ferito e Bruno, nel tentativo di soccorrerlo, cadde in un burrone in Val Vigezzo e morì.
    Gli fu conferita la Medaglia d'argento al valor militare alla memoria.

  • Adolfo Vigorelli
    nacque il 26 ottobre 1921 a Milano.
    Entrato col fratello nella divisione Valdossola, gli fu dato come 'nome di battaglia' lo stesso nomignolo con cui lo chiamavano i familiari: 'Fofi'.
    Prese parte attivamente ad alcune operazioni di sabotaggio delle linee di comunicazione dei reparti tedeschi nella zona del Verbano, assumendosi gravi rischi in azioni per il controllo dei movimenti nemici.
    Nel giugno del 1944, una vastissima operazione di rastrellamento dei nazifascisti nel Verbano in Cannobina e ad occidente dell’Ossola, un reparto di tedeschi che attraversava la Valgrande, raggiunse Fofi e la sua compagnia.

    Dopo l'aspra battaglia riuscì a sfuggire con pochi altri compagni, ma non prima di aver recuperato il corpo di suo fratello Bruno caduto in un burrone.
    A marce forzate, Adolfo col suo reparto si ritirarono in una baita verso l’Alpe Casarola (in Val Grande di Intra), ma il 22 giugno i tedeschi li raggiunsero.
    Dalla baita dove erano rifugiati, i partigiani ingaggiarono una lunga battaglia contro i tedeschi, ma ben presto dovettero arrendersi per l'esaurimento delle munizioni.
    Dopo essersi arresi i partigiani uscirono, ma i tedeschi decisero di fucilarli comunque sul posto.
    Silverio Dinetti, un pastorello di 12 anni, giunse poco dopo all’alpeggio e tra i cadaveri a terra udì un partigiano agonizzante chiedergli di richiamare i tedeschi per ricevere il colpo di grazia.
    I tedeschi non si fecero pregare e ritornati sul posto posero fine alla vita dell'unico sopravvissuto.
    Non paghi d'aver ucciso i partigiani, i tedeschi uccisero anche l'alpigiano che teneva la baita e suo fratello che lo aveva raggiunto dopo aver udito gli spari.

    Dopo la Liberazione, l’Università Cattolica di Milano conferì alla memoria di Adolfo Vigorelli, la laurea honoris causa in Giurisprudenza.
    Gli fu conferita anche la Medaglia d’oro al valor militare alla memoria con la seguente motivazione:

    «Giovane ufficiale di complemento, combatteva subito dopo l’armistizio in Milano. Individuato dalla polizia nazifascista riparava in Svizzera ma presto, insofferente di inazione, rientrava col fratello in Patria, in zona occupata dal nemico mentre si stava svolgendo un duro rastrellamento. Partecipava alla guerra partigiana distinguendosi in numerose e rischiose azioni per alto ardimento, sprezzo del pericolo e capacità di comando. In dieci giorni di aspra peregrinazione in zone impervie, prodigava instancabilmente il suo inesauribile entusiasmo ad animare i compagni come lui sfiniti dai combattimenti e dalle privazioni. Nel corso di un duro combattimento sostenuto in tragiche condizioni, sfuggito con pochi animosi all’accerchiamento nemico, si portava in aiuto del fratello precipitato in un burrone, e dopo averne pietosamente composto la salma, vincendo lo strazio del suo animo, riprendeva la marcia. Sorpreso dall’avversario, con i propri uomini stremati di forze e privi di munizioni, vista vana ogni ulteriore resistenza, piuttosto che arrendersi si faceva incontro al nemico affrontando da prode morte sicura. Caduto ferito, incitava i compagni alla lotta ed esalava l’ultimo respiro sotto nuovi colpi dell’avversario. Nobile esempio di ardimento e di elevato spirito patriottico.»
    Val Grande - Ossola, 22 giugno 1944
    Così morirono Bruno ed Adolfo Vigorelli, rispettivamente di 24 e 23 anni.

    Questa lapide commemora i due giovani partigiani nel luogo dove vissero dopo aver lasciato la casa paterna, mentre la lastra in Corso di Porta Vittoria 17, li ricorda negli anni in cui vissero coi genitori.

    Oltre che da questa lapide, ad essi è dedicata anche una :
  • Lastra in Corso di Porta Vittoria 17 (Milano)
  • Lastra a Portofino (Genova)
    e sono ricordati anche in:
  • Loggia dei Mercanti - Milano
  • Campo della Gloria (campo 64 Cimitero Maggiore - Milano
  • Memoriale ai partigiani di Novara
  • Lastra ai Caduti zona città studi - Milano/

    FONTI:
  • A.N.P.I Verbania: Bruno e Fofi Vigorelli
  • TripAdvisor: Bruno e Fofi Vigorelli
  • TWBiblio: 20 giugno 1944
  • Insubria Historica: Rastrellamento Val Grande
  • Repubblica dell'Ossola: Ezio Vigorelli

    APPROFONDIMENTI:
  • Wikipedia: Armistizio 8 settembre 1943
  • A.N.P.I. : Dionigi Superti
  • ISRN: Divisione partigiana Valdossola
  • Wikipedia: Rastrellamento della Val Grande
  • Approfondimenti sulla ValGrande in: Stele ai martiri di Cicogna - Cossogno (VB)
  • Wikipedia: Repubblica partigiana dell'Ossola
  • Wikipedia: Ezio Vigorelli
  • GolgiRadaelli: Ezio Vigorelli
  • Contenuti

    Iscrizioni:

    PER RICORDARE
    BRUNO E FOFI VIGORELLI
    E QUANTI IMMOLARONO
    LA GIOVINEZZA ARDENTE
    PER LA LIBERTÀ
    PER LA PACE
    IN OGNI FOCOLARE IN OGNI CUORE
    GLI ABITANTI DI QUESTA CASA
    MEMORANDO IL LORO SACRIFICIO
    PER SEMPRE


    Simboli:
    Informazione non reperita

    Altro

    Osservazioni personali:

    La città di Novara


    merita un grande ringraziamento per aver accolto come "SUOI PARTIGIANI" anche i numerosissimi caduti che provennero da altre località.
    In quel tremendo periodo in molti accorsero in Val d'Ossola, in Valle Anzasca, in Val Grande ed in molte altre località prese d'assalto dai tremendi "Rastrellamenti del 1944" operati dai nazifascisti.
    Molti accorsero richiamati dal sentimento patriottico che non poteva soggiacere alla prepotenza nazifascista, ed in molti lo fecero per non accettare il richiamo alla leva imposto della RSI.
    Essi si organizzarono in numerosi gruppi partigiani che difesero quelle terre combattendo e morendovi.
    Provenivano da un po' tutto il nord Italia, ma il maggior numero dalla Lombardia ed in particolare da Milano, sottoposta ad un pesante attacco dei nazifascisti.
    Dopo la Liberazione i corpi dei caduti, furono in gran parte trasferiti ai rispettivi comuni di residenza, altri invece giacciono ancora sui monti, alcuni senza un segno, in punti non noti.
    Ma tutti o quasi i caduti novaresi e non, sono elencati sulle lastre del grande Memoriale di Novara che li unisce definendoli amorevolmente e senza distinzione "SUOI PARTIGIANI".

    La Val Grande, molte altre località e vaste aree che al tempo dei fatti erano in provincia di Novara, in seguito alla sua nascita sono passate in provincia di Verbania-Cusio-Ossola (VB).

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