Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Strada Provinciale 7, n. civico 34
- CAP:
- 42033
- Latitudine:
- 44.4632584
- Longitudine:
- 10.537404
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Parete esterna di edificio privato
- Data di collocazione:
- 1° Luglio 1991
- Materiali (Generico):
- Bronzo, Marmo
- Materiali (Dettaglio):
- Granito per la lapide. Bronzo per i caratteri in rilievo che formano l’epigrafe e per i quattro punzoni di sostegno.
- Stato di conservazione:
- Ottimo
- Ente preposto alla conservazione:
- Comune di Carpineti
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Alla fine del mese di Giugno 1944, nel tentativo di debellare l’accresciuta presenza partigiana sull’ Appennino tosco-emiliano, i tedeschi organizzarono una serie di azioni di rastrellamento a vasto raggio che presero il nome di Operazioni “Wallenstein”, seguite dal numero I, II e III a seconda del periodo e della zona in cui si svolsero.
La “Wallenstein I”, che interessa l’episodio a cui fa riferimento la lapide qui censita, si svolse tra il 30 Giugno ed il 7 Luglio 1944, coprendo un territorio posto tra la Strada Statale 62 ad ovest, la Via Emilia tra Parma e Reggio Emilia a nord e la strada Fivizzano-Pontremoli a sud.
In questo contesto, il 1° Luglio 1944, a Poiago e dintorni, i tedeschi uccisero 6 inermi civili:
Giuseppe Amorotti, detto “Jusfin” (*), nato a Carpineti il 13 (o14) Dicembre 1878, ivi residente;
Vincenzo Cavalletti, nato a Carpineti il 4 Aprile 1870, ivi residente, contadino;
Marino Costi (*), nato a Carpineti il 7 Giugno1907, ivi residente, contadino;
Luigia Dori Campani, classe 1894;
Ercole Mazzetto (o Mazzotto), nato il 22 Maggio 1884 (o 1886), residente a Carpineti, operaio;
Ottavio Piagni, nato a Carpineti il 28 Gennaio 1900, ivi residente, contadino.
(*) Vittime uccise a Poiago i cui nominativi non sono riportati sulla lapide.
Una biografia su Giuseppe Amorotti si trova sul sito Valdasta.it, curato da Leandra Carmela Zambonini, accedendo al seguente link: https://www.valdasta.it/giuseppe-amorotti-e-la-stirpe-del-brigante-domenico-damorotto-2/
“Giuseppe Luigi Mario Amorotti detto “Jusfin” nacque a Carpineti il 13 Dicembre 1878 da Domenico Amorotti e Maria Viappiani e, insieme ad altri quattro fratelli (Laura, Francesco, Clotilde e Teresa), costituiva l’ultimo ramo diretto della discendenza di Domenico D’Amorotto, il brigante cinquecentesco le cui vicende storiche in alto Appennino reggiano, modenese e Garfagnana, e le varie leggende che aleggiano intorno alla sua figura sono ben note.
(…) Per ben undici generazioni molti suoi discendenti ricoprirono cariche amministrative e di fiducia, quali pretori ed amministratori di feudi, nonché una lunga schiera di notai, medici e sacerdoti fra i quali ricorre spesso il nome di Domenico.
Giuseppe Amorotti era un uomo di grande bontà d’animo, generoso e altruista. Studiò presso il seminario di Marola, ma poi si dedicò all’amministrazione delle sue terre, appassionandosi di agricoltura, silvicoltura e frutticoltura, inoltre dedicandosi personalmente al restauro del palazzo di famiglia a Carpineti. Amava la natura in tutte le sue forme e galoppare attraverso campi e boschi con i suoi cavalli. Dopo la morte di suo padre avvenuta nel 1913, visse per tutto il resto della sua vita con la sua anziana mamma e le sorelle Clotilde e Teresa nella casa natale a Làmola di Carpineti.
Nel 1905 si candidò alle elezioni comunali nella lista del Comitato Cattolico Costituzionale (Clericali Moderati) e venne eletto consigliere comunale, mentre nel 1908 venne nominato assessore.
Si distinse per il suo estro poetico; non v’era occasione in cui non componesse dei versi: sagre, nozze, avvenimenti importanti, alternando composizioni in italiano e in vernacolo. Era diventato il “cantastorie” di Carpineti, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “aedo”, al pari dei cantori della tradizione epica greca. Inoltre era appassionato di scultura; nel 1905 realizzò una teca in legno scolpito e traforato per ospitare la statua di Sant’Antonio, custodita nella Chiesa di San Prospero a Carpineti.
Il 20 Agosto 1931 salvò una donna caduta accidentalmente in un pozzo, Brigida Tagliani. Si fece legare con una fune al petto e si fece calare nel pozzo per trarla in salvo, ma nella risalita rischiò di soffocare a causa del suo peso e di quello della donna, che strinsero la fune fino a togliergli il respiro. Fortunatamente l’incidente si risolse senza gravi conseguenze per entrambi.
Nel 1941 venne a mancare la mamma di Giuseppe.
Purtroppo ebbe in comune con il suo antenato la tragica fine. La mattina del 1° Luglio 1944 vi fu una rappresaglia dei soldati tedeschi, che dopo alcune raffiche di mitraglia sparate alle 6:30 posizionarono l’artiglieria sotto il paese di Pantano e aprirono il fuoco alle 8:00 con le granate sul valico della strada del castello delle Carpinete, sul castello stesso e sulla Chiesa. Gli abitanti si misero in salvo rifugiandosi al di là del monte. Rimasero in paese solo poche persone, tra cui Giuseppe che, a causa della grave sordità di cui soffriva da anni non udì niente di tutto ciò che stava accadendo, neanche quando una pattuglia tedesca sfondò la porta della sua casetta di Làmola e lo crivellò di colpi lasciando il cantastorie dall’animo buono in una pozza di sangue, come quando Domenico D’Amorotto ebbe la gola squarciata a Corneto quattro secoli prima.
Nel corso del 1945 vennero a mancare per malattia le sue sorelle nubili Clotilde e Teresa, seguite a breve distanza dalla sorella Laura coniugata Bazzani. Nel 1949 si spense nel vecchio palazzo di famiglia anche l’ultimo discendente dell’Amorotto, don Francesco Amorotti, fratello di Giuseppe, curato di Pieve Rossa di Bagnolo in Piano, e poi di Arceto di Scandiano. Si chiude così la storia di una famiglia che ha lasciato un notevole impatto nella storia della nostra montagna, tanto da potersi fregiare di uno stemma araldico in cui campeggia il carpino delle Carpinete”.
FONTI:
Istoreco, Istituto Storico della Resistenza e dell’Età contemporanea, Albi della Memoria (banca dati).
Massimo Storchi “Anche contro donne e bambini. Stragi naziste e fasciste nella terra dei fratelli Cervi”, Imprimatur, Reggio Emilia, 2016
www.straginazifasciste.it
Contenuti
- Iscrizioni:
- NEL 47° ANNIVERSARIO DELLA MORTE
DI
CAVALLETTI VINCENZO ANNI 68
MAZZETTO ERCOLE “ 58
DORI CAMPANI LUIGIA “ 50
PIAGNI OTTAVIO “ 43
TRUCIDATI DALLE SS TEDESCHE
IL 1 LUGLIO 1944
IL COMUNE DI CARPINETI A RICORDO
POIAGO 1 7 1991
- Simboli:
- Informazione non reperita
Altro
- Osservazioni personali:
- Coordinate Google Maps:
44.4561174, 10.5353889