135260 - Lastra a Filippo Corridoni – Reggio Emilia

Di fronte all’antico Palazzo del Capitano del Popolo, all’altezza del primo piano, è posta una lastra commemorativa dell’interventista Filippo Corridoni, caduto combattendo sul Carso durante la Grande Guerra.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Piazza del Monte, Reggio nell'Emilia
CAP:
42121
Latitudine:
44.69852741942249
Longitudine:
10.63123464723867

Informazioni

Luogo di collocazione:
Tra i marcapiani del primo piano sulla facciata dell'edificio di fronte allo storico Hotel Posta di Reggio Emilia (ex Palazzo del Capitano del Popolo).
Data di collocazione:
12-V-.....Non nota perchè come nella sommità anche in asso la lastra è stata abrasa.
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Lastra di marmo con lettere incise
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Amm.Comunale
Notizie e contestualizzazione storica:
Fonte: http://www.museocorridoni.it/filippo.corridoni.html
Filippo Corridoni nasce il 19 agosto 1887 a Pausula (oggi Corridonia) Il padre lavora come operaio in una fornace, la madre in casa. Trascorre un’infanzia in condizioni economiche stentate, ma dignitose. Si forma alle idee repubblicane, legge Mazzini, Pisacane e forse Marx. Operare per il mondo del lavoro diventa la sua idea-forza, la sua cifra, insieme a una forte intelligenza ed un carattere franco, ardito, leale, teso a difendere i deboli, sempre desideroso di apprendere. Aderisce alle idee del sindacalismo e in poco tempo si trova in prima fila a guidare il circolo giovanile socialista rivoluzionario a maggioranza sindacalista
La propaganda interventista di Corridoni continua ad intrecciarsi e a coesistere con la sua attività di complessa e discussa figura di sindacalista. L’ansia di partire soldato prima di tutti gli altri lo spinge a dare l'esempio, benché le sue precarie condizioni di salute lo terrebbero lontano dal fronte. La sua illusione della “guerra rivoluzionaria” lascia nel profondo del suo animo un turbamento senza speranza. Le lettere dal fronte ne sono testimonianza drammatica.  Rincorre la morte eroica e la trova il 23 ottobre presso la Trincea delle Frasche. Il corpo di Corridoni scompare e non viene più trovato; un mistero impenetrabile sembra aleggiare sulla sua fine. Ma è il fascismo ormai al potere, che dopo un periodo iniziale di diffidenza, assume il suo mito come simbolo della propria “rivoluzione”. Il 3 aprile 1925 il Ministro della guerra concede alla memoria di Corridoni la medaglia di Benemerenza per i volontari della Grande Guerra.  Il 15 ottobre dello stesso anno, su proposta del Duce del fascismo Benito Mussolini, il Re concede a Filippo Corridoni la medaglia d’oro al valor militare. Nel frattempo Parma dedica un monumento all’eroe della Trincea delle Frasche. Strenuamente difeso dai correligionari del fronte antifascista il mito e la figura di Corridoni vengono tuttavia definitivamente assunti dal fascismo come propri: nel 1931 il decreto che cambia il nome di Pausula in Corridonia, negli anni del massimo consenso del regime la piazza e il monumento nella città natale. Il ricordo di Corridoni verrà difeso da Giuseppe Di Vittorio, segretario generale della C.G.I.L., anche nel secondo dopoguerra, ma è voce isolata in quegl’anni in cui l’antifascismo identifica interventismo e fascismo. In anni più recenti finalmente la prospettiva storica si fa più chiara. Corridoni è collocato tra le grandi figure del primo novecento.

Contenuti

Iscrizioni:
FILIPPO CORRIDONI
DA CORRIDONIA (MACERATA)
SOLDATO VOLONTARIO- 32°-REGGIMENTO FANTERIA
MEDAGLIA D’ORO
SOLDATO VOLONTARIO E PATRIOTA INSTANCABILE
COL BRACCIO E CON LA PAROLA
TUTTO SE STESSO DIEDE ALLA PATRIA
CON ENTUSIASMO INDOMABILE
FERVENTE INTERVENTISTA PER LA GRANDE GUERRA
ANELANTE ALLA VITTORIA
SEPPE DIFFONDERE LA SUA TENACE FEDE
FRA TUTTI I COMPAGNI
SEMPRE DI ESEMPIO PER CORAGGIO E VALORE
IN TESTA ALLA PROPRIA COMPAGNIA
AL CANTO DI INNI PATRIOTTICI
MUOVEVA FRA I PRIMI
CON SERENO ARDIMENTO
ALL’ATTACCO DI DIFFICILISSIMA POSIZIONE
E TRA I PRIMI L’OCCUPAVA
RITTO CON SUPREMA AUDACIA
SULLA CONQUISTATA TRINCEA
AL GRIDO DI “VITTORIA! VIVA L’ITALIA”
INCITAVA I COMPAGNI CHE LO SEGUIVANO
A RAGGIUNGERE LE META FINCHE’ CADEVA
FULMINATO DA PIOMBO NEMICO

TRINCEA DELLE FRASCHE(CARSO) 23 OTTOBRE 1915
I LAVORATORI REGGIAANI DEL COMMERCIO
12-V-ANNO………

Simboli:
Nella lastra era sicuramente presente, sulla sommità, un fregio metallico che è stato divelto.
In alto inciso

Altro

Osservazioni personali:
Informazione non reperita

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