261483 - Lastra agli Internati Militari Italiani – Desenzano del Garda (BS)

Lastra posta dal Comune di Desenzano e dai Reduci dei campi di internamento per ricordare i 23 Internati Militari desenzanesi che durante il secondo conflitto mondiale furono deportati dai nazisti nei campi di detenzione in Germania e non tornarono a casa.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Piazza Giuseppe Malvezzi
CAP:
25015
Latitudine:
45.470768763777
Longitudine:
10.539756054568

Informazioni

Luogo di collocazione:
Sotto il portico della Galleria Civica G.B. Bosio prospiciente la statua di Sant’Angela Merici.
Data di collocazione:
22 Maggio 1983
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Lastra di marmo bianco venato con iscrizioni incise e verniciate.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Amministrazione Comunale
Notizie e contestualizzazione storica:
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 l’esercito italiano fu lasciato allo sbando dai vertici militari e più di 700.000 soldati italiani furono arrestati dalle forze tedesche e furono trasferiti in campi per prigionieri di guerra gestiti dalla Wehrmacht, distribuiti in 21 distretti militari che coprivano tutto il territorio controllato dal Reich. Oltre quarantamila di loro morirono prima di poter riabbracciare le proprie famiglie per le dure condizioni di prigionia a cui furono sottoposti. Gli uomini catturati dalle truppe naziste furono inizialmente considerati prigionieri di guerra, ma il 20 settembre 1943 Hitler impose che fossero classificati Italienische Militär-Internierte (Internati Militari Italiani, IMI). Sul piano giuridico la categoria di internato militare identifica i soldati catturati durane la guerra in un paese neutrale e non era certo applicabile ai prigionieri italiani, ma fu comunque adottata dai nazisti in seguito a considerazioni politiche, legate all’occupazione della penisola e alla nascita di un nuovo stato fascista nel nord Italia. Inoltre, il cambiamento di status fu ispirato dalla volontà di punire il tradimento dell’8 settembre, eludere i controlli della Croce Rossa Internazionale e soprattutto dalla necessità di aggirare le limitazioni imposte dalla Convenzione di Ginevra, che vieta l’utilizzo di prigionieri di guerra nell’industria bellica. Gli IMI divennero vittime dell’ideologia razzista e, considerati appartenenti a una razza inferiore e inaffidabile, furono relegati ai gradini più bassi della società, appena al sopra di ebrei e sovietici. Le condizioni di internamento furono estremamente dure. I nazisti offrirono a tutti gli internati la possibilità di tornare liberi entrando a far parte delle SS o del nuovo esercito fascista di Salò. Solo circa centomila soldati accettarono il compromesso, mentre oltre seicentomila opposero un netto rifiuto, determinati a continuare volontariamente la propria reclusione pur di non aderire ancora al progetto nazifascista. A seguito del rifiuto la posizione degli Imi subì una nuova svolta. I nazisti ritennero gli italiani più utili come lavoratori che come combattenti e decisero di inserirli nell’apparato produttivo del Reich in vari settori dell’industria tedesca, presso fattorie e miniere.

Fonte: http://www.museodelladeportazione.it/internati-militati/

Contenuti

Iscrizioni:
IL COMUNE DI DESENZANO E I REDUCI
DALL'INTERNAMENTO MILITARE
NEI LAGER NAZISTI
RICORDANO I CONCITTADINI
CHE SUGGELLARONO CON LA LORO VITA
L'IMPEGNO SULLA VIA DELL'ONORE
E DEL RISCATTO DEMOCRATICO
DELLA PATRIA

ARDIGÒ BRUNO
BARBIERI FELICE
BERTAGNA LUIGI
BERTINI MARIO
BONETTI GIOVANNI
FERRANTI LUIGI
GANDOLA DUILIO
GASTALDELLO ANGELO
LONGO LUIGI
LORENZINI BRUNO
MALTAURO GAUDIO
MARAVIGLIA PIETRO
MEDA ALFREDO
MORESCHINI SANDRO
OLIBONI ANGELO
PAPA MENTORE
PEDERZOLI MARIO
PEGORARO FRANCESCO
PICENI RENATO
ROMANO VITTORIO
TROLESE SALVATORE
TURATA ALBERTO
VENDRAMIN MARIO

22 - 5 - 1983
Simboli:
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Altro

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Informazione non reperita

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