Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Via Vincenzo Pancalducci
- CAP:
- 62100
- Latitudine:
- 43.294544904602
- Longitudine:
- 13.464491531501
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Ingresso del Cimitero comunale
- Data di collocazione:
- 1995
- Materiali (Generico):
- Marmo
- Materiali (Dettaglio):
- Lastra in marmo
- Stato di conservazione:
- Sufficiente
- Ente preposto alla conservazione:
- Comune di Macerata
- Notizie e contestualizzazione storica:
- La città di Macerata fu occupata dalle truppe tedesche il 16 settembre 1943. L’azione si svolse senza incontrare una rilevante opposizione: la maggior parte dei soldati erano fuggiti dalle caserme abbandonando armi e munizioni. Alcuni tentarono di far ritorno a casa, altri cercarono rifugio in luoghi collinari e montani, ritenendoli più sicuri. Per di più a Macerata fu posto il comando militare con sovranità su tutta la regione, visto che negli ultimi mesi del ‘43 Ancona era stata soggetta a continui bombardamenti aerei. Da quel momento fino a giugno del 1944 Macerata divenne il principale centro regionale di irradiamento dell’occupazione tedesca. In aprile gli alleati iniziarono i bombardamenti su Macerata con il proposito di colpire il comando tedesco, alleviare la pressione dei rastrellamenti contro i partigiani sulle montagne e permettere la fuga di un gruppo di ufficiali alleati, rinchiusi nel carcere maceratese. Gli obiettivi militari erano decentrati in varie parti della città, in zone molto vicine all’abitato civile. Pertanto anche avendo l’intenzione di colpire esclusivamente zone di interesse militare e di evitare vittime civili, ciò sarebbe risultato praticamente impossibile. I rifugi antiaerei erano dislocati in tutta la città tuttavia, dato che erano situati nei locali bassi di edifici di notevoli dimensioni, la loro sicurezza era piuttosto relativa. Nell’aprile 1944, la capienza totale dei rifugi pubblici fu di cinquemilatrecento persone. Nei primi mesi del 1944 imponenti formazioni di aerei dirette a nord sorvolavano spesso i cieli di Macerata. La città conobbe tuttavia il terrore e la distruzione solo la mattina del 3 aprile. Erano le nove e venticinque quando suonarono le sirene dell’allarme antiaereo. Trentacinque aerei decollati da Campobasso attaccarono la città, mitragliando e sganciando bombe da una quota di circa quattrocentocinquantametri. Alcuni mirarono al palazzo della Prefettura, altri alla Casa del fascio, altri ancora alla Caserma "Castelfidardo", al palazzo Conti, al Distretto militare e alle Casermette. Fu centrato solo uno degli obiettivi: la caserma "Castelfidardo". Eppure, causarono distruzioni in numerose vie cittadine, provocarono ingenti danni e un enorme dolore in tutta la città. Morirono centodieci civili e quindici militari. Sebbene sia stato il più drammatico, il bombardamento del 3 aprile non fu l’unico: seguirono quello del 2 giugno, che provocò la morte di quattro persone, e quello del 14 giugno, in cui vi persero la vita altre undici. Nei giorni immediatamente successivi, le autorità fasciste non mancarono di strumentalizzare l’evento a fini propagandistici, da un lato criticando la barbarie del bombardamento e dall’altro sottolineando l’efficienza dei soccorsi prestati alla città. In seguito al primo bombardamento, si verificò un vero e proprio esodo dal capoluogo verso paesi e località rurali, ritenute più sicure e meno esposte a nuovi attacchi aerei.
Contenuti
- Iscrizioni:
- AI CADUTI NEI
BOMBARDAMENTI DEL 1944.
L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE
NEL CINQUANTENARIO DELLA
LIBERAZIONE DI MACERATA
- Simboli:
- Non sono presenti simboli
Altro
- Osservazioni personali:
- La lastra è stata posta all'interno del telaio di finestra e non si abbina con l'architettura della struttura muraria perchè il muro che la ospita è antico. Il muro è quello dell'ingresso del Cimitero comunale di Macerata. Il Comune di Macerata ha anche dedicato una via ai martiri dei bombardamenti civili e il 3 aprile di ogni anno viene deposta sulla via una corona di alloro.