230122 - Lastra ai Deportati di Bussoleno (TO)

La lastra ai Deportati di Bussoleno, in Valle di Susa, è collocata sulla facciata di uno degli edifici lungo la Statale 25 che attraversa il centro abitato, edificio attualmente sede della sezione Bussoleno-Foresto-Chianocco dell’ANPI.

Nell’incisione dedicatoria vengono ricordati i 150 civili internati nei lager nazisti in occasione della ricorrenza, il 29 giugno 1994, del cinquantesimo anniversario della loro deportazione.

Sulla parte inferiore della lastra è presente, come unica decorazione ed in segno di memoria e riconoscenza, un portafiori con un mazzo tricolore.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Traforo, 62
CAP:
10053
Latitudine:
45.1385719
Longitudine:
7.150684

Informazioni

Luogo di collocazione:
Parete edificio
Data di collocazione:
29 giugno 1994
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo, Altro
Materiali (Dettaglio):
Lastra in marmo; portafiori metallico; quattro chiodi a testa quadrata. in bronzo. agli angoli della lastra.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Bussoleno
Notizie e contestualizzazione storica:
Seguono alcune notizie reperite in rete sugli eventi che coinvolsero Bussoleno nel giugno del 1944.

Con l'occupazione del Nord Italia il Reich entrò in controllo di una quantità di impianti industriali capace di aumentare di circa un quarto la propria capacità produttiva. Lo sciopero generale del marzo 1944 - l'unico avvenuto nei territori occupati dal nazismo - valse a saldare la lotta operaia e di classe con quella partigiana e di Liberazione.
Il radicamento nelle fabbriche dell'opposizione al nazifascismo dovette tuttavia misurarsi con la recrudescenza della repressione, particolarmente violenta in occasione della deportazione a Mauthausen di 1488 operai genovesi avvenuta il 16 giugno. Fu forse questo drammatico evento a spingere il CLN piemontese ad indire uno sciopero nelle industrie di Torino e provincia a partire dal 19 giugno, con l'obiettivo di ostacolare il trasferimento degli impianti industriali e la deportazione dei lavoratori in Germania, fattisi più intensi dopo lo sbarco in Normandia degli Alleati. Circa 100.000 lavoratori incrociarono le braccia per una settimana.
Nei giorni dello sciopero, il comando delle divisioni Garibaldi in Piemonte decise di lanciare un'offensiva manovrata per allentare la pressione nazifascista sui lavoratori, minacciati da arresti e deportazioni. Nacque così, con il coinvolgimento delle formazioni Garibaldi, Autonome, Matteotti e Giustizia e libertà, il piano di attacco finalizzato a colpire i presidi nazifascisti il 26 giugno in un’area che dall’Eporediese giungeva alla val Sangone passando per le valli di Lanzo e di Susa.
In val di Susa, dove agiva il comando della III divisione Garibaldi che per primo aveva promosso l'offensiva manovrata del 26 giugno, i presidi nazifascisti scelti come obiettivi per le azioni militari furono tre. Questa scelta fu certamente influenzata dall'importanza strategica della valle nel sistema delle comunicazioni interalpine tedesche, un fattore che rendeva impensabile organizzare una “zona libera” partigiana come stava invece accadendo altrove.
Nella media valle, la 42^ brigata Garibaldi “Valter Fontan” attaccò Bussoleno tra le due e le tre di notte. Messe sotto sorveglianza entrambe le strade statali che attraversavano il paese, così da poter impedire sia la fuga dei nemici sia l'arrivo di rinforzi per questi ultimi, i partigiani si addentrarono nell'abitato.
Forse informati in anticipo dell'attacco, i fascisti – che proprio il giorno prima erano stati rinforzati da 200 militi - riuscirono a reagire prontamente, in modo particolarmente deciso alla caserma, alla casa del fascio e tra la stazione ed il deposito ferroviario. All'alba fecero poi uscire un'autoblinda che obbligò il distaccamento partigiano schierato a Sud del paese a lasciare rapidamente la statale e ripiegare nei boschi.
Mentre a Bussoleno gli scontri proseguivano incessanti senza decidere le sorti dello scontro, i partigiani sabotarono la linea elettrica, convinsero un gruppo di 22 SS cecoslovacche a disertare per passare nelle loro file e minarono il ponte ferroviario sul rio Armoné. L'esplosione, che provocò l'interruzione della linea Torino-Modane, segnò il culmine dell'attacco mentre l'avvicinarsi di un'autocolonna corazzata tedesca indusse il comando garibaldino ad ordinare il ripiegamento.
Lo scontro si concluse senza perdite per i partigiani, mentre il nemico dovette contare 15 morti. Il giorno successivo i nazifascisti attuarono tuttavia una feroce ritorsione ai danni della popolazione civile, incendiando tre borgate a monte di San Giorio e di Mattie e soprattutto arrestando circa trecento valligiani, in prevalenza bussolenesi, molti dei quali sarebbero stati deportati in Germania.
Fonte: L'offensiva manovrata del 26 giugno 1944

Bussoleno è tra le città decorate al valor militare per la guerra di Liberazione, insignita il 31 luglio 1984 della medaglia di bronzo al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per l'attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale. La motivazione recita:
«Al centro della lotta partigiana in Val Dora durante l'occupazione nazista, subito dopo l'armistizio la sua popolazione raccoglieva le armi del disciolto Esercito per armare i suoi partigiani che reagivano contro l'invasore. Nel giugno 1944 insorgeva eroicamente contro il nemico subendo in conseguenza rastrellamenti e deportazioni dei suoi figli migliori, mentre le sue case venivano distrutte, senza che ciò potesse piegare l'orgoglio dei suoi figli. Nell'aprile 1945 i suoi partigiani partecipavano validamente all'insurrezione nazionale liberando la zona ovest di Torino, dimostrando che rappresaglie, deportazioni e fucilazioni non piegano un popolo che crede nei valori di libertà. Bussoleno, 8 settembre 1943 - aprile 1945»
Fonte: Bussoleno

Le memorie di uno degli internati civili di Bussoleno nei lager nazisti, Ottavio Allasio, sono state raccolte dalla nipote Giulia nel libro “Sognando di volare”.
Fonte: Memoria: il ragazzo di Bussoleno che si salvò dal lager

Si veda inoltre su 'Pietre della Memoria' anche la scheda 181148 - Monumento ai Cittadini di Bussoleno Caduti nei lager.

Contenuti

Iscrizioni:
DA QUESTO EDIFICIO
IL TALLONE DI FERRO
E LA FURIA NAZISTA DEPORTARONO
IN GERMANIA 150 CITTADINI
CHI CADDE PER LA LIBERTA'
E CHI SEPPE SOFFRIRE
PER UN AVVENIRE MIGLIORE
QUESTA LAPIDE RICORDA
ED E' MONITO
PER LA PACE E PER UNA
ITALIA DEMOCRATICA
29 GIUGNO 1944 - 29 GIUGNO 1994
Simboli:
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Altro

Osservazioni personali:
La visibilità della lastra, per chi percorre la statale, è a volte limitata dalla presenza dei due ombrelloni aperti nel dehors del bar contiguo.

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