261074 - Lastra al primo anniversario della Liberazione di Torino

Grande lastra in marmo con incisioni in rosso, collocata nel 1946 sotto la statua del principe Eugenio di Savoia a sinistra dell’ingresso del Municipio di Torino, a ricordo del primo anniversario della Liberazione della città dai nazifascisti.

 

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Piazza Palazzo di Città
CAP:
10122
Latitudine:
45.073070381997
Longitudine:
7.6811285957017

Informazioni

Luogo di collocazione:
Facciata del Municipio
Data di collocazione:
25 Aprile 1946
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Lastra in marmo con incisioni in rosso.
Stato di conservazione:
Sufficiente
Ente preposto alla conservazione:
Amministrazione Comunale
Notizie e contestualizzazione storica:
La fase finale della guerra di Liberazione in Piemonte e a Torino inizia il Il 18 aprile 1945: tutta la città è bloccata dallo sciopero generale che coinvolge le fabbriche, le scuole, i trasporti, i servizi ed il commercio.
I giorni seguenti sono carichi di tensione, anche per l'avvicinamento delle colonne tedesche in ritirata verso il capoluogo, due divisioni completamente efficienti, dotate di mezzi pesanti, accompagnate da truppe della RSI; in tutto circa 75.000 uomini al comando del generale Schlemmer.
Il CMRP, riunitosi in via Saccarelli per poi trasferirsi l'indomani a Villa Pia di via Cibrario, emana l'ordine di insurrezione generale. Sono le 19 del 24 aprile 1945: «Aldo dice 26 x 1. Nemico in crisi finale. Applicate Piano E 27. Capi nemici et dirigenti fascisti in fuga. Fermate tutte le macchine et controllate rigorosamente passeggeri trattenendo persone sospette. Comandi Zona interessati abbiano massima cura assicurare viabilità forze alleate su strada Genova-Torino et Piacenza-Torino»
L'insurrezione ha due soggetti distinti e due fasi: gli operai e i partigiani; la struttura paramilitare costituita dalle Sap che dà l'avvio all'insurrezione e regge soprattutto alla periferia della città l'urto con tedeschi e fascisti tra il 25 e il 27 aprile, le formazioni partigiane foranee che entreranno in città il 27, con una vistosa sfasatura rispetto al piano previsto dal CLN.
In città Sap e Gap, coadiuvati dagli operai, provvedono alla difesa delle fabbriche, degli impianti, dei ponti e dei servizi di pubblica utilità. La sera del 25 si registra l'occupazione delle fabbriche del primo settore (Lancia, Spa, Aeritalia), del secondo (Ferriere e Savigliano) e del quarto (Grandi Motori); l'obiettivo non è raggiunto nel terzo, con Mirafiori e Lingotto ancora in difficoltà. La reazione nazifascista non tarda e, nella notte, la Riv e la Fiat Ricambi sono rioccupate, ma altre officine, come la Lancia e la Spa, rimangono sotto il controllo operaio.
Il 26 aprile i tedeschi e i fascisti, asserragliati nel centro cittadino ed impossibilitati a riprendere il controllo dell'intera città, scelgono la via diplomatica. Mentre i fascisti offrono il passaggio dei poteri, i tedeschi avanzano, attraverso la Curia vescovile, la proposta di sgomberare la città, dichiarandola "aperta", in cambio della concessione del libero transito, per quarantotto ore, alla V ed alla XXXIV divisione, in avvicinamento verso il capoluogo. Entrambe le offerte sono respinte.
Lo stesso 26 aprile, alle prime luci dell'alba, le formazioni partigiane si muovono verso le linee di attestamento. L'avvicinamento alla città avviene alla spicciolata, cercando di evitare il contatto con le truppe germaniche. Verso le ore 11 del 26 aprile lo schieramento è completato e le formazioni attendono l'ordine di entrare in città. A mezzogiorno giunge invece una comunicazione di rinvio: il Comando IV Zona dispone che l’attacco avvenga solo l’indomani, 27 aprile. Il 27, a mezzogiorno, giunge finalmente l'ordine di marciare sulla città.
La prima formazione ad entrare in città si dirige verso il quartiere di Santa Rita. Nel frattempo due brigate entrano alla Fiat Mirafiori unendosi alle formazioni operaie interne; altre due brigate occupano invece il Lingotto. Anche l'Aeronautica viene occupata, catturandone il presidio. Dappertutto vi sono scambi intensi di fucileria con pattuglie di repubblicani costrette a ritirarsi. Verso mezzogiorno del 28 aprile Torino è libera. Tutti i centri del potere, della vita pubblica e militare sono in mano ai partigiani.

Fonti, tra le tante:
- La città della Liberazione, sul sito Istoreto;
- 1945 – 27 aprile: la liberazione di Torino, su Luoghi della Memoria.

Contenuti

Iscrizioni:
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IL COMUNE
NEL PRIMO ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE
25 APRILE 1946
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