Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- 34 Via Don Pietro Corsini
- CAP:
- 54011
- Latitudine:
- 44.175937849182
- Longitudine:
- 9.9154750576721
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- La lastra è affissa alla parete esterna della chiesa parrocchiale di San Martino.
- Data di collocazione:
- Informazione non reperita
- Materiali (Generico):
- Bronzo, Marmo, Altro
- Materiali (Dettaglio):
- La lastra è realizzata in marmo di Carrara, la cornice in ferro battuto e il portafiori in bronzo.
- Stato di conservazione:
- Sufficiente
- Ente preposto alla conservazione:
- Informazione non reperita
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Il 29 settembre del 1944 si verificò ad Albiano una situazione di grande pericolo e difficoltà conclusasi fortunatamente in modo positivo per una serie di concause, ma che avrebbe potuto avere un fine tragico. Alcuni partigiani del Battaglione "Signanini" di Tullio, venuti a conoscenza che nella zona denominata Botranco, sovrastante il paese di Albiano, si insediava quotidianamente una batteria antiaerea semovente, scesero da Viara e con un'azione tipica da commando di guerriglia, uccisero i due tedeschi disposti a guardia della batteria. La pattuglia dei partigiani formata da 12 uomini si impossessò della mitragliatrice, delle munizioni e di alcune armi e fece ritorno a Viara. L'uccisione dei due soldati tedeschi causò una fulminea reazione del comando tedesco, stabilito nel paese. Albiano rappresentava, per la guarnigione tedesca, un luogo strategico poco lontano dal fronte di Montignoso e una base operativa importante perché si potevano utilizzare le officine di Giovanni Signani per la manutenzione dei mezzi. Lo stesso giorno, il 29 settembre, l'ufficiale tedesco Wermacht, comandante del presidio, ordinò un rastrellamento nel quale finirono 23 ostaggi che vennero, momentaneamente radunati nello slargo San Martino, di fronte alla chiesa. Gli odi alimentati dalla guerra e le regole hitleriane che prevedevano la morte di 10 ostaggi per ogni tedesco ucciso, potevano in quel momento risolversi in una fucilazione di massa come successe appena un mese prima, con centinaia di vittime civili, negli eccidi di San Terenzo, di Bardine, di Vinca e di Tenerano. Fu a questo punto che don Pietro Corsini, parroco di Albiano, intervenne, ponendosi tra gli ostaggi assiepati e le armi tedesche minacciose, iniziando a discutere animatamente con il comandante tedesco. Sul momento il parroco ottenne una specie di armistizio e gli ostaggi furono rinchiusi nel locale di esposizione mobili di Signani. Le trattative tra don Corsini e il comandante tedesco giunsero ad un compromesso che il parroco definì per iscritto e fece recapitare ai partigiani. Il messaggio proponeva la liberazione degli ostaggi a due condizioni: che fosse stata riconsegnata la mitragliatrice e che i partigiani rendessero omaggio alle salme dei due soldati uccisi. Dopo cinque di trattative una pattuglia di partigiani scese dal distaccamento, attraversò il Magra e, portando con sé la mitragliatrice, si incontrò con i tedeschi. La vicenda ebbe un esito favorevole, soprattutto per l'azione del parroco don Corsini che seppe, al momento opportuno, proteggere i suoi parrocchiani rischiando in prima persona la propria incolumità.
Contenuti
- Iscrizioni:
- A DON PIETRO CORSINI
CHE NELL'ANNO 1944
SALVO 23 OSTAGGI DA
FUCILAZIONE NAZISTA
IL POPOLO ALBIANESE
XXX DELLA RESISTENZA
- Simboli:
- Informazione non reperita
Altro
- Osservazioni personali:
- Informazione non reperita