262673 - Lastra commemorativa alla Medaglia d’Oro al Valor Civile Antonio Vassallo – Boves (CN)

La lastra, che commemora le motivazioni per le quali ad Antonio Vassallo fu conferita le Medaglia d’oro al Valor Civile, è posta sotto il portico del MUNICIPIO di Boves. E’ fatta con marmo bianco e scritte nere, ed è poggiata su una stretta base orizzontale, supportata da due bugnati affissi al muro. La parte superiore è coronata da un motivo architettonico scolpito nello stesso marmo. Sul fondo, c’è una fotografia in fotoceramica di Antonio Vassallo. La M.O.V.C. gli fu conferita il 26/7/1961 dal Presidente della Repubblica, On. Giovanni Gronchi.

Il 19 settembre 1943, giorno della prima strage nazifascista in Italia, le SS, dopo aver occupata Boves a seguito di azioni partigiane al comando del Capitano Ignazio Vian, convocarono immediatamente il parroco, don Bernardi, insieme al commissario della prefettura. Non trovando traccia di quest’ultimo, il suo posto venne preso dall’ingegnere bovesano Antonio Vassallo, il quale non esitò a mettersi in pericolo per aiutare il suo parroco ad evitare ritorsioni contro civili ed inermi. Ai due venne ingiunto di presentarsi presso il comando partigiano per intimare la restituzione degli ostaggi, pena la rappresaglia su Boves. NONOSTANTE il compimento della missione, con la restituzione degli ostaggi SS, crudele fu la morte vilmente inferta ai dei due ambasciatori per mano tedesca: uccisi (o forse feriti) con arma da fuoco dopo maltrattamenti e torture, ed il loro corpo dato alle fiamme.
Vassallo non aveva cariche pubbliche, ed avrebbe anche potuto non intervenire, invece si prestò da eroe con Don Bernardi per cercare di salvare la città dalla distruzione.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Piazza Italia, 64
CAP:
12012
Latitudine:
44.329739523983
Longitudine:
7.5520493951065

Informazioni

Luogo di collocazione:
Portico del Municipio, su una delle colonne portanti.
Data di collocazione:
Successiva al 26 luglio 1961, data del conferimento della M.O.V.C.
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Lastra in marmo bianco striato di grigio e scritte in carattere stampatello nero.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Amministrazione comunale
Notizie e contestualizzazione storica:
Antonio Vassallo nacque a Tenda (Nizza, Francia), il 24 ottobre 1894. Egli viveva da anni nella città di Boves, dove svolgeva come ingegnere la sua vita di industriale. Dopo il ritrovamento dopo l'eccidio del 19 settembre 1943 dei suoi resti carbonizzati, in uno scantinato dato alle fiamme, la salma fu traslata a Tenda e lì sepolta. Soltanto 75 anni dopo, grazie all’interessamento del Sindaco di Boves Maurizio Paoletti, in accordo con un nipote del Vassallo, anche lui Antonio come l'avo, il 22 settembre 2018 la salma fu riportata a Boves e tumulata nel locale cimitero .
Dopo l’Armistizio firmato l’8 settembre 1943 dal Maresciallo Badoglio, i soldati italiani restano privi di comando e sono allo sbando. I tedeschi ne approfittano per prendere possesso di tutti i territori italiani non ancora in mano agli alleati.
Nel paese di Boves si costituisce una delle prime formazioni partigiane italiane: un reparto di militari italiani, comandati dall'ufficiale della Guardia alla Frontiera Ignazio Vian, dopo l'8 settembre, si rifugia sulle montagne intorno a Boves e inizia un'azione di resistenza contro le truppe tedesche. La domenica 19 settembre un gruppo di partigiani sceso in paese a far provviste si imbatte in un'auto con a bordo due SS tedeschi, catturandoli senza troppe difficoltà e conducendoli prigionieri in montagna, mentre sono già in arrivo da Cuneo mezzi e militari che attaccano le postazioni partigiane.
Nello scontro muore il marinaio Italiano Domenico Burlando (che dopo l’8 settembre si unì alla formazione partigiana di Ignazio Vian) e un soldato tedesco, il cui corpo viene abbandonato dai camerati in ritirata. Le SS, comandate dall’Oberführer Theodor Wisch e dal Sturmbannführer Joachim Peiper, occupano allora Boves, e convocano immediatamente il parroco, Don Giuseppe Bernardi, e il commissario della prefettura. Non trovando traccia di quest'ultimo, il suo posto viene preso dall’ingegnere bovesano Antonio Vassallo. Ai due viene intimato di organizzare un'ambasceria presso i partigiani, chiedendo la restituzione degli ostaggi, pena la rappresaglia su Boves.
Il parroco chiede al comandante tedesco di scrivere su un pezzo di carta che avrebbe risparmiato il paese se l'ambasceria fosse andata a buon fine. Ma il comandante risponde che non ce n'era bisogno e che la parola di un tedesco valeva più di cento firme di italiani. Con un'auto, alla cui guida vi è Vittorio Luigi Dalmasso, e una bandiera bianca don Bernardi e Vassallo risalgono la valle superando vari posti di blocco tedeschi, fino a raggiungere il luogo divenuto base dei partigiani. Dopo una lunga trattativa, pur col dubbio di cedere l'unica garanzia contro la rappresaglia tedesca, i partigiani riconsegnano gli ostaggi con tutta l'attrezzatura e anche la loro auto. Al ritorno in paese del parroco e del commissario con i due ostaggi e, tra l'altro, il corpo del tedesco caduto in battaglia, le SS danno inizio nonostante tutto all'eccidio.
A Boves molti sono fuggiti in campagna nelle ore e nei giorni precedenti, ed è rimasto principalmente chi non era in grado: anziani, invalidi, donne e bambini. Le SS incendiano il paese, circa 350 case la cifra ufficiale, e uccidono 25 persone compresi il parroco don Bernardi e Vassallo i quali, addirittura, vengono bruciati forse ancora vivi dopo essere stati portati in giro per le strade, costretti ad assistere alla distruzione del paese e colpiti con arma da fuoco.

Contenuti

Iscrizioni:
CITTÀ DI BOVES
ANTONIO VASSALLO
MEDAGLIA D'ORO AL VALOR CIVILE

“ACCOGLIEVA SENZA INDUGIO L’INVITO DEL
PARROCO DEL COMUNE E SI UNIVA AD ESSO
PER OTTENERE, SU INGIUNZIONE DI UN UFFICIALE
COMANDANTE DI UN REPARTO TEDESCO DI S.S.,
LA RESTITUZIONE DI DUE MILITARI TEDESCHI
PRIGIONIERI NEL CAMPO PARTIGIANO, DIETRO
FORMALE IMPEGNO CHE SOLO IN TAL MODO
SI SAREBBERO EVITATE SPIETATE RAPPRESAGLIE
AI DANNI DEL PAESE. CONDOTTA A TERMINE
CON SUCCESSO LA MISSIONE, VENIVA PERO'
TRATTENUTO COME OSTAGGIO DAL REPARTO
TEDESCO CHE AVEVA INIZIATO FRATTANTO
LA DISTRUZIONE DELLA CITTÀ ED IL MASSACRO
DI MOLTI CITTADINI. QUINDI, MALTRATTATO E
SEVIZIATO, VENIVA ABBATTUTO CON IL
COMPAGNO A COLPI DI ARMA DA FUOCO NEL
CORTILE DI UNO STABILE DATO ALLE FIAMME.
FULGIDO ESEMPIO DI CORAGGIOSA DEDIZIONE
E DI NOBILE ALTRUISMO SPINTO FINO
ALL'ESTREMO SACRIFICIO."
[FOTOGRAFIA]
BOVES, 19 SETTEMBRE 1943
Simboli:
Informazione non reperita

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