261625 - Lastra commemorativa della Medaglia d’Oro al Valor Civile conferita alla città di Boves – Boves (CN)

La lastra è posta sotto il portico del MUNICIPIO di Boves, è fatta con marmo bianco e scritte nere, ed è poggiata su una stretta base orizzontale, supportata da due bugnati affissi al muro. La parte superiore è coronata da un motivo architettonico scolpito nello stesso marmo.

L’eccidio di Boves fu il massacro di civili innocenti compiuto dall’esercito nazista il 19 settembre 1943 e poi tra il 31 dicembre 1943 ed il 3 gennaio 1944. Fu un atto di vile repressione contro la popolazione civile nell’ambito della lotta anti-partigiana. Questo è considerato il primo eccidio perpetrato dalle SS dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943. Il 19 settembre 1943, a seguito di uno scontro armato con i Partigiani al comando del Capitano Vian ed in rappresaglia per l’uccisione di un soldato tedesco, le SS compiono un brutale eccidio: 25 persone vengono trucidate e 350 case bruciate. Tra le vittime, il parroco don Giuseppe Bernardi e il suo vice don Mario Ghibaudo, che si erano rifiutati di abbandonare la loro gente, ed Antonio Vassallo, anche lui vittima innocente per essersi prestato con il parroco a parlamentare con i partigiani per la liberazione di due SS cadute nelle loro mani. L’eccidio fu perpetrato NONOSTANTE il successo della missione, con la liberazione delle due SS, e la parola data dal comandante nazista. Tra il 31 dicembre 1943 ed il 3 gennaio 1944, un nuovo rastrellamento anti-partigiano scatena un’altra ondata di violenza: 59 persone vengono uccise e il paese viene nuovamente incendiato. In totale, gli eccidi di Boves causarono la morte di 84 persone, tra cui donne, bambini e anziani, e la distruzione pressoché dell’intero paese (850 case, incluse numerose borgate limitrofe).

Sotto lo stesso portico del Municipio sono apposte numerosi altri attestati di onorificenze: alla città (M.O.V.M.) ed a singole persone (il capitano Ignazio Vian – M.O.V.M., il Parroco Don Giuseppe Bernardi – M.O.V.C. e il civile Antonio Vassallo – M.O.V.C.) che con i loro atti eroici si sono distinte tra il 19 settembre 1943 e il 3 gennaio 1944, quando il piccolo paese di Boves fu teatro di due terribili eccidi nazisti, che segnarono per sempre la sua storia.

La lastra commemorativa è stata apposta a cura del Comitato Centrale dell’ANMIG (Associazione Nazionale fra Mutilati ed Invalidi di Guerra). Come inciso sulla lastra, il 3 dicembre 1960 l’ANMIG proclamava la Città di Boves socio d’onore della Associazione, ed il 16 gennaio 1961 la Presidenza della Repubblica (Presidente Giovanni Gronchi) conferì alla città la Medaglia d’Oro al Valor Militare.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Piazza Italia, 64
CAP:
12012
Latitudine:
44.329718518666
Longitudine:
7.5520413484795

Informazioni

Luogo di collocazione:
Portico del Municipio di Boves, ad una delle colonne portanti.
Data di collocazione:
16 Gennaio 1961
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Lastra in marmo bianco striato di grigio e scritte in carattere stampatello nero.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Amministrazione Comunale
Notizie e contestualizzazione storica:
Dopo l’Armistizio firmato l’8 settembre 1943 dal Maresciallo Badoglio (cui viene affidato il Governo dell’Italia dopo lo sbarco degli Alleati in Sicilia e l’arresto di Mussolini), i soldati italiani restano privi di comando e sono allo sbando. I tedeschi ne approfittano per prendere possesso di tutti i territori italiani non ancora in mano agli alleati.
Nel paese di Boves si costituisce una delle prime formazioni partigiane italiane: un reparto di militari italiani, comandati dall'ufficiale della Guardia alla Frontiera Ignazio Vian, dopo l'8 settembre, si rifugia sulle montagne intorno a Boves e inizia un'azione di resistenza contro le truppe tedesche. La domenica 19 settembre un gruppo di partigiani sceso in paese a far provviste si imbatte in un'auto con a bordo due SS tedeschi, catturandoli senza troppe difficoltà e conducendoli prigionieri in montagna, mentre sono già in arrivo da Cuneo mezzi e militari che attaccano le postazioni partigiane.
Nello scontro muore il marinaio Italiano Domenico Burlando (che dopo l’8 settembre si unì alla formazione partigiana di Ignazio Vian) e un soldato tedesco, il cui corpo viene abbandonato dai camerati in ritirata. Le SS, comandate dall’Oberführer Theodor Wisch e dal Sturmbannführer Joachim Peiper, occupano allora Boves, e convocano immediatamente il parroco, Don Giuseppe Bernardi, e il commissario della prefettura. Non trovando traccia di quest'ultimo, il suo posto viene preso dall’ingegnere bovesano Antonio Vassallo. Ai due viene intimato di organizzare un'ambasceria presso i partigiani, chiedendo la restituzione degli ostaggi, pena la rappresaglia su Boves.
Il parroco chiede al comandante tedesco di scrivere su un pezzo di carta che avrebbe risparmiato il paese se l'ambasceria fosse andata a buon fine. Ma il comandante risponde che non ce n'era bisogno e che la parola di un tedesco valeva più di cento firme di italiani. Con un'auto, alla cui guida vi è Vittorio Luigi Dalmasso, e una bandiera bianca don Bernardi e Vassallo risalgono la valle superando vari posti di blocco tedeschi, fino a raggiungere il luogo divenuto base dei partigiani. Dopo una lunga trattativa, pur col dubbio di cedere l'unica garanzia contro la rappresaglia tedesca, i partigiani riconsegnano gli ostaggi con tutta l'attrezzatura e anche la loro auto. Al ritorno in paese del parroco e del commissario con i due ostaggi e, tra l'altro, il corpo del tedesco caduto in battaglia, le SS danno inizio all'eccidio.
A Boves molti sono fuggiti in campagna nelle ore e nei giorni precedenti, ed è rimasto principalmente chi non era in grado: anziani, invalidi, donne e bambini. Le SS incendiano il paese, circa 350 case la cifra ufficiale, e uccidono 25 persone compresi il parroco don Bernardi e Vassallo i quali, addirittura, vengono bruciati vivi dopo essere stati portati in giro per le strade e costretti ad assistere alla distruzione del paese. Anche il vicecurato don Mario Ghibaudo di appena 23 anni viene barbaramente ucciso mentre aiuta vecchi e bambini a fuggire e nell'intento di dare l'assoluzione ad un anziano mentre sta morendo colpito da un tedesco.
Quello di Boves è stato uno dei primissimi episodi del sistema repressivo tedesco che prevedeva azioni contro la popolazione civile in risposta alle azioni partigiane e dei militari italiani.
Tra il 31 dicembre 1943 ed il 3 gennaio 1944 la città subirà poi una seconda ondata di violenze: in questo caso l'esercito tedesco metterà in atto alcuni rastrellamenti nella zona montana di Boves per coprire la propria ritirata ed evitare i "colpi" dei gruppi partigiani presenti in zona. Il paese, soprattutto nelle frazioni montane, verrà di nuovo dato alle fiamme: 59 i morti tra civili e partigiani.

Sul Portale web della Presidenza della Repubblica Italiana, Onorificenze della Repubblica, si legge:
BOVES COMUNE DI: MEDAGLIA D'ORO AL VALOR CIVILE
Data del conferimento: 16/01/1961
Motivazione:
"Sopportava con eroico comportamento e stoico coraggio, per ben due volte, la rappresaglia crudele del nemico invasore, subendo la distruzione di numerose abitazioni e sacrificando la vita di molti suoi figli all'ideale patriottico. 1940-1945."
Le medaglie al valor civile sono state istituite dal Re Vittorio Emanuele II con Regio Decreto n.1168 del 30 aprile 1851. La finalità è quella di premiare atti di eccezionale coraggio che manifestano preclara virtù civica e segnalarne gli autori come degni di pubblico onore. Le medaglie al valor civile sono conferite con Decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell'Interno.

Contenuti

Iscrizioni:
CITTÀ’ DI BOVES
MEDAGLIA D’ORO
AL VALOR CIVILE

SOPPORTAVA CON EROICO COMPORTAMENTO
E STOICO CORAGGIO, PER BEN DUE VOLTE
LA RAPPRESAGLIA CRUDELE
DEL NEMICO INVASORE
SUBENDO LA DISTRUZIONE DI NUMEROSE ABITAZIONI
E SACRIFICANDO LA VITA DI MOLTI SUOI FIGLI
ALL’IDEALE PATRIOTTICO 1940 – 1945

ASSOCIAZIONE NAZIONALE
FRA MUTILATI ED INVALIDI DI GUERRA
COMITATO CENTRALE
ROMA

IL COMITATO CENTRALE
NELLA SUA RIUNIONE DEL 3 DICEMBRE 1960
A TERMINI DELL’ART. 6 DELLO STATUTO SOCIALE
HA ACCLAMATO
LA CITTÀ’ DI BOVES
SOCIO D’ONORE
DELL’ASSOCIAZIONE
Simboli:
Informazione non reperita

Altro

Osservazioni personali:
Si ringrazia il Sig. Guido Peano per il materiale fotografico concesso.

Sotto il portico del Municipio è anche collocata una lastra marmorea a ricordo dell'Anno Internazionale della Gioventù 1985 e dell'Anno Internazionale della Pace 1986, in cui "I Giovani di Boves affidano alle Genti del Mondo l'impegno per la nascita di una Civiltà della PACE". E' presente anche una scritta che ripercorre la storia del Municipio di Boves (vedi fotografie allegate).

Riferimenti:
Giorgio Bocca: Storia dell'Italia Partigiana, Settembre 1943 - Maggio 1945. Feltrinelli Editore, 2012

Wikipedia: Eccidio di Boves

Presidenza della Repubblica Italiana: Medaglia d'ora al Valor Civile e Medaglia d'oro al Valor Militare, conferite alla città di Boves

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