268624 - Lastra commemorativa della ricostruzione di Borgata Podio – San Damiano Macra (CN)

Lastra posta sul muro in pietra grezza di una casa di Borgata Podio di San Damiano Macra(CN).
L’estate del ’44 fu l’estate delle libere repubbliche partigiane. La repubblica partigiana della valle Maira fu una delle prime in Piemonte. Costituita nel giugno del ’44 durerà circa tre mesi, vittima dei rastrellamenti e delle devastazioni compiuti dai tedeschi.
Il 30 Luglio 1944, la rappresaglia nazifascista si fece sentire a San Damiano Macra e nelle sue borgate Podio, Rio e Lottano: incendiò 207 case, cinque furono le vittime civili: Mario Oggero e Giuseppe Volpengo (impiccati sulla piazza principale), Demaria Caterina (allettata e arsa viva in casa sua in via Roma) Paolo Fuffolo (ucciso sopra borgata Torchietto) e Graziano Einaudi (ucciso sopra borgata Rio).
Alla fine della guerra, tenacemente gli abitanti delle borgate passarono alla ricostruzione. La lastra di Podio ricorda la tenacia degli abitanti della borgata, i quali a seguito della azione distruttrice nazifascista, ricostruirono le case distrutte.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Podio
Indirizzo:
Borgata Podio, 1, San Damiano Macra (CN)
CAP:
12029
Latitudine:
44.492591013319
Longitudine:
7.2633800588608

Informazioni

Luogo di collocazione:
Muro di una casa di Podio
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
La lastra è in marmo bianco, apposta sul muro in pietra di una delle case ricostruite. Sorretta da quattro morsetti fissati al muro. La frase dedicatoria è incisa a caratteri in stampatello maiuscolo, ripassati in nero.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
Fin dall’inverno 1943-1944, mentre gran parte degli antifascisti di Dronero vennero arrestati e avviati ai campi in Germania, in Val Maira si organizzarono diverse formazioni partigiane. Nella zona di S. Margherita si stabilì il Raggruppamento “Maira”, un gruppo comandato dal cuneese Detto Dalmastro che fece parte delle formazioni “Giustizia e Libertà”. A tre ore di marcia da Dronero, la borgata fu al centro di tutta l’attività partigiana di Giustizia e Libertà che si svolse sulla destra orografica della valle Maira e nella confinante valle Grana. Intorno al comando di Detto Dalmastro si sviluppò un’organizzazione di avamposti o distaccamenti, e la buona struttura delle bande partigiane della Valle Maira permise agli uomini di Detto Dalmastro di compiere importanti azioni contro i presidi fascisti e tedeschi, ma anche di superare i ripetuti rastrellamenti fatti in valle dai nazifascisti. Le diverse borgate della zona furono teatro di una sempre più complessa organizzazione partigiana: l’osteria del Belvedere a S. Margherita, ad esempio, era il crocevia in cui partigiani e staffette si incontravano e si rifornivano; nella frazione Ghio si trovava il forno utilizzato di notte per panificare; il monte Cauri era il rifugio estremo in caso di attacco nemico. Nel marzo 1944, poi, una baita della borgata Assarti divenne la prima tipografia partigiana, dove Aurelio Verra compose il “Notiziario dei Patrioti delle Alpi Cozie”. Fino al giugno 1944, su tutto il territorio si susseguirono rastrellamenti e imboscate naziste e fasciste ma, nel luglio, i partigiani riuscirono a liberare l’intera valle e a costituire la REPUBBLICA di VAL MAIRA. La borgata Assarti divenne sede della I banda della Brigata Maira che, insieme con la Brigata Varaita, formò la Seconda Divisione Alpina “Giustizia e Libertà” e il Municipio di Cartignano venne attrezzato per ospitare il primo Ospedaletto per i partigiani della zona. Il 30 luglio del '44, però, i tedeschi attaccarono la zona libera: Cartignano e San Damiano Macra con le sue borgate Podio, Rio e Lottano furono bombardate, incendiate e nuovamente occupate. Furono bruciate 207 case, e cinque furono le vittime civili: i partigiani Mario Oggero "Mario" e Giuseppe Volpengo "Ursus" furono impiccati ad una gru sulla piazza principale di San Damiano (resteranno appesi al patibolo per tre giorni); Demaria Caterina, allettata, fu arsa viva in casa sua; Paolo Ruffolo "Pilon" fu ucciso sopra borgata Torchietto e Graziano Einaudi "Rio" fu ucciso sopra borgata Rio.

Contenuti

Iscrizioni:
VIRTU' DI RAZZA
DURO LAVORO TENACE VOLONTA'
DEGLI ABITANTI
RICOSTRUIRONO
QUESTA BORGATA
CHE
CRUDELTA' NAZIFASCISTA
DISTRUSSE CON INCENDIO
IL 30 LUGLIO
1944
Simboli:
Informazione non reperita

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