Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Via Nesa
- CAP:
- 24022
- Latitudine:
- 45.7313125
- Longitudine:
- 9.7220625
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Interno del Cimitero comunale
- Data di collocazione:
- Informazione non reperita
- Materiali (Generico):
- Bronzo, Marmo
- Materiali (Dettaglio):
- La lastra è di marmo e le lettere dell'iscrizione sono incise e dipinte.
- Stato di conservazione:
- Buono
- Ente preposto alla conservazione:
- Amministrazione Comunale
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Il 12 aprile 1945 venne segnalata la presenza di “mongoli” a Monte di Nese e nel corso di quella stessa notte avvenne il dispiegamento di truppe tedesche e delle Brigate Nere di Resmini. L'attività partigiana in quei giorni di aprile era molto limitata perché, nel mese di marzo, c’erano stati sanguinosi rastrellamenti nella zona della Busa e perché i più si erano allontanati per aggregarsi alle formazioni partigiane di montagna operanti nella zona della valle Serina. Non esistevano strade che portavano a Monte di Nese e gli assedianti usarono l’unico sentiero esistente (all’incirca l’attuale 531). Alla Busa venne attivata una base operativa sui prati posti alla sinistra del torrente Nesa. Già nel corso della prima mattina vennero portati a valle i feriti nei combattimenti che stavano diventando sempre più cruenti. I feriti furono per la maggior parte delle Brigate Nere che nei primi momenti avevano avuto la peggio, ma col passare delle ore la situazione cambiò a vantaggio dei fascisti e dei tedeschi.
Nel primo pomeriggio del 13 aprile scesero lungo il sentiero di Monte di Nese alcuni prigionieri “mongoli” (ovvero: che dall'aspetto non sembravano europei; n.d.r.); trascinati come bestie fino al campo sottostante la cascina Mologni, furono costretti a scavare una grande buca e poco dopo vennero mitragliati dalle Brigate Nere. Un gruppo di soldati, che dall’aspetto dovevano essere della stessa nazionalità degli uccisi, scese guidato da un ufficiale al luogo della strage, con le armi in pugno e con un gran vociare nei confronti dei militi fascisti che furono messi in fuga, scendendo precipitosamente verso la Nesa e disperdendosi sui prati circostanti. L’ufficiale raggiunto il luogo dell’esecuzione si inginocchiò sui caduti, li abbracciò e lanciò grida di disperazione.
La situazione ritornò sotto controllo dopo il ritorno dei tedeschi e il dispiegamento di truppe per presidiare la zona. Nei giorni successivi alla strage di Monte di Nese, in alcuni negozi del centro di Alzano fu esposto un manifesto che rappresentava due militi fascisti ben vestiti ed armati che accompagnavano un gregge di pecore.
Fonte:
A.N.P.I. di Alzano Lombardo
Sitografia:
http://www.anpialzano.it/2014-07-22-06-27-25/la-strage-di-monte-di-nese/10-monte-di-nese
Contenuti
- Iscrizioni:
- “All’eterna memoria
degli Azerbaigiani che,
aspirando alla libertà,
morirono durante la
Seconda Guerra Mondiale
per mano nazi-fascista
a Monte di Nese”
- Simboli:
- Informazione non reperita
Altro
- Osservazioni personali:
- Censimento a cura di Stefania Amerini, allieva della classe 4DLSA a.s. 2018/19.