8152 - Lastra e cippo ai Partigiani di Ostra

Lastra commemorativa a tre partigiani di Ostra morti per mano del nemico il 6 febbraio 1944, posta sul muro dove avvenne la loro fucilazione. Qui ogni anno, in occasione dell’anniversario della loro morte, si tiene una sentita manifestazione. A fianco della lastra è un cippo a forma di parallelepipedo sormontato da colonna frammentaria; nella parte antistante sono due colonnelli scanalati.

NOTA STAFF PIETRE: la lastra è stata censita anche dall’I.C. Paladini Treia nell’ambito del concorso “Esploratori della Memoria” a.s. 2015-2016.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via dei Partigiani
CAP:
60010
Latitudine:
43.61148600000001
Longitudine:
13.156990800000017

Informazioni

Luogo di collocazione:
Lato Strada
Data di collocazione:
25/04/2009
Materiali (Generico):
Laterizio, Marmo
Materiali (Dettaglio):
Lastra e colonne in marmo; muro in mattoni
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Ostra
Notizie e contestualizzazione storica:
Nel territorio di Ostra si costituì uno dei primi distaccamenti partigiani, il quarto, della V Brigata Garibaldi Marche, che fu a sua volta una delle prime in Italia. Contro di esso furono mobilitati la mattina del 6 Febbraio 1944 in un massiccio rastrellamento, secondo quanto attestato da documenti ufficiali, “un battaglione di S.S. tedesco e un battaglione misto di militi repubblichini, volontari fascisti in borghese, agenti della Questura di Ancona, carabinieri ed alpini, in tutto circa 1.400 uomini” che batterono la campagna “perquisendo casa per casa alla ricerca di partigiani, di sbandati e di renitenti alla leva”. Furono rastrellate circa 200 persone radunate presso il Comune, alcune delle quali furono poi condotte in prigione a Jesi e tre individuate con l’ausilio di spie quali maggiori responsabili furono condannate a morte e fucilate. Costoro andarono incontro alla morte eroicamente, al canto dell’inno della brigata “Garibaldi” e gridando in faccia al plotone d’esecuzione dei traditori fascisti: “Viva l’Italia” .
I loro nomi sono ben noti:
PIETRO BRUTTI nato ad Ostra in famiglia numerosa di mezzadri, 38 anni, sposato con figli, era il comandante della formazione;
ALESSANDRO MAGGINI vent’anni, di Ancona, famiglia di tradizioni patriottiche dal Risorgimento, della formazione era divenuto il commissario politico, dopo aver frequentato la scuola per commissari organizzata a Sappanico dal partito comunista;
AMEDEO GALASSI figlio di un piccolo coltivatore diretto di Ostra, 21enne, diplomato perito agrario, che aveva maturato già nel ’42-’43 una ferma avversione per il regime del fascismo.
Con decreto del Presidente della Repubblica Maggini e Brutti sono stati insigniti di Medaglia d’argento e Galassi di Medaglia di bronzo al valore militare alla memoria.

I.C. Paladini Treia:
Partigiani Caduti nella lotta di liberazione di Ostra.
Brutti Pietro (26/02/1906 – 06/02/1944) – anni 38
Partigiano combattente nella lotta di Resistenza, Pietro nacque in una famiglia contadina patriarcale di inizio ‘900 da Michele e da Maria Orazietti che, si dice, ebbero 21 figli. Subito al lavoro frequentò la scuola limitandosi alle prime classi. Dopo il servizio militare il 26 aprile del 1928 si sposò con Elisa Chiaraluce da cui ebbe 6 figli. Lasciato il lavoro di muratore, si diede al lavoro della terra prima ad Ostra, poi dal dicembre 1930 a Corinaldo, successivamente nel 1932 Settebagni e infine dal 1934 a Roma. Qui vendeva i propri prodotti prima al mercato, poi aprì un negozio. Ebbe corrispondenza con il cugino Sante Brutti che nel 1930 era emigrato a Brignoud in Francia, dove aveva abbracciato la lotta antifascista diventando segretario di partito. In una lettera a Pietro affermava “ora vado sopra i banchi a fare dei discorsi”. Pietro fece poi ritorno ad Ostra in concomitanza con il secondo conflitto bellico. Gli ideali di uguaglianza e l’opposizione al regime fascista, sino ad allora espressi teoricamente, si concretizzano nella sua Città natale, tanto che nella lotta antifascista divenne il maggiore esponente e guidò il Distaccamento d’Assalto “Garibaldi” che fu uno dei primi distaccamenti della brigata Garibaldi Marche, a sua volta tra le prime riconosciute in Italia: la quinta. Vari sono stati gli avvenimenti che lo hanno visto partecipe in prima persona.
Nel 1969 Pietro Brutti venne decorato con medaglia d’argento al Valor Militare alla memoria.
Questo il testo della lettera scritta alla famiglia il pomeriggio del 6 febbraio 1944 poco prima dell’esecuzione capitale.
"Cara Elisa, perdonami l’abbandono della tua compagnia. Iddio ti aiuterà: te e i nostri cari figli. Baci caldi a te, a Vito, Eliuccio, Marino e Delia. Iddio vi benedica. Non piangere per me. Moro felice. Nemmeno una lagrima mi cade. Il cuore si spezza pensare te. Perdonami. Baci cari. Per ultima parola ti dico: Iddio ti benedica.Fratello caro, pensa i figli miei. Controlla i miei ossia i loro affari. Pietro. Baci cari."

Amedeo Galassi (Ostra 8/2/1922 – Ostra 6 febbraio 1944) – anni 21
Forse fu vice-comandante dei partigiani di Ostra. Morì a 21 anni. Nacque ad Ostra l’8 febbraio 1922, nono figlio di Paolino e Palmira Bartolini, piccoli proprietari terrieri che avevano fatto fortuna negli Stati Uniti d’America nelle piantagioni di cotone di Sunny Side nell’Arkansas, lungo la piana del Mississippi. Diplomato Perito Agrario, con la prospettiva di un brillante avvenire professionale, si distingueva dai popolani per l’abbigliamento ricercato e alla moda. Era considerato in paese un buon partito. Tutta la famiglia era filogovernativa. Il 6 febbraio 1944, nel corso del rastrellamento, Amedeo venne fermato poco lontano dalla sua abitazione e trovato in possesso di una pistola e quindi arrestato. Fatto salire su un camion con altri rastrellati venne portato in comune, dove, dopo un sommario processo, venne fucilato insieme ad altri due compagni. Nel 1947 Amedeo riceve il riconoscimento alla memoria per aver partecipato con onore alle Brigate d’Assalto “Garibaldi”. Poi nel 1969 la Medaglia di bronzo al Valor Militare.
Questo il testo della lettera scritta alla famiglia il pomeriggio del 6.2.1944 poco prima dell’esecuzione capitale.
"Mamma mia e babbo caro,
chi per la sua idea muore non muore mai;
chi per la sua idea muore vissuto è assai.
Iddio che atterra e suscita mi perdonerà.
Cari, tutti:non versate una lacrima.
Mi hanno percosso, debbo morire.
Io muoio contento.
Cercate di dar comunicazione a Bolzano.
Amate e soccorrete a quanti io ho voluto tanto bene
Non escludete fra le persone care la Signorina Luisa.
Addio mamma e babbo. Amedeo"

Alessandro Maggini (Ancona 1° marzo 1924 – Ostra 6 febbraio 1944) – anni 20
Nato ad Ancona il 1° marzo 1924, fucilato ad Ostra il 6 febbraio 1944, studente, Medaglia d’argento al Valor militare alla memoria. Nato in una famiglia operaia, aveva frequentato le Magistrali e si era così iscritto a Magistero all’Università di Urbino. Alternando il lavoro allo studio, aveva avuto modo di collegarsi agli ambienti antifascisti clandestini marchigiani. Fu così che, dopo l’armistizio, il giovane studente s’impegnò nella resistenza armata. Nel novembre del ’43 partecipò alle lezioni presso la scuola di formazione per commissari politici a Sappanico. Nominato commissario politico (con il nome di battaglia di Doro), nella seconda decade di gennaio 1944 venne assegnato al distaccamento del G.A.P. di Ostra dove Maggini si distinse in varie azioni; la prima azione fu quella dell’assalto alla caserma dei carabiniere di Serra de Conti. La zona di Ostra era molto pericolosa, perché “la popolazione aveva una lunga tradizione di obbedienza filo cattolica, voleva rimanere “tranquilla” e i gerarchi fascisti locali godevano di una solida accettazione sociale” (Fazzoletti rossi: tre vite diverse una scelta comune: “ribelli”, 2008, p. 135); inoltre proprio lì era stato ucciso un ufficiale tedesco, ed essi volevano a tutti i costi vendicare l’amico caduto. La situazione si era ulteriormente aggravata dopo l’assalto alla caserma locale. Durante un rastrellamento condotto in forze dai nazifascisti la delazione di un paio di amici gli fu fatale. Catturato con Pietro Brutti e Amedeo Galassi, fu sottoposto assieme ai suoi compagni a un sommario processo. Fatti salire su una camionetta con le mani legate dietro la schiena, li condussero, passando per la via principale del paese, al Mercatale dove furono fucilati. Morì il 6 febbraio 1944 e inizialmente fu sepolto ad Ostra; il 20 ottobre 1945 la salma fu portata ad Ancona.
Motivazione della ricompensa al Valor militare: “Entrato all’ armistizio nel movimento della resistenza della sua zona portandovi entusiasmo e fede, Alessandro Maggini si dedicò ad un’attiva opera organizzativa e con una formazione partigiana partecipò a numerose azioni distinguendosi per audacia e spirito d’iniziativa. Nel corso di un violento rastrellamento nemico, effettuato con grande impiego di uomini e mezzi, cadde prigioniero. Sottoposto a duri interrogatori, non rivelò nulla che potesse nuocere alla sua formazione. Condannato a morte, affrontò il plotone di esecuzione con grande fierezza e cadde cantando un inno patriottico”.

Contenuti

Iscrizioni:
OSTRA E L' A. N. P. I.
RICORDANO I GIOVANI PARTIGIANI
COMBATTENTI PER LA LIBERTA'

PIETRO BRUTTI
AMEDEO GALASSI
ALESSANDRO MAGGINI

UCCISI DAI NAZIFASCISTI
IL 6 FEBBRAIO 1944

OSTRA, 25 APRILE 2009
Simboli:
Non sono presenti simboli

Altro

Osservazioni personali:
NOTA STAFF PIETRE: la lastra è stata censita anche dall'I.C. Paladini Treia nell'ambito del concorso "Esploratori della Memoria" a.s. 2015-2016.

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