74186 - Monumento a Don Mario Scarpato – Fossamastra

Statua in bronzo che ritrae il sacerdote Mario Scarpato, che subì la prigionia nel 1944. Presenta una lapide in pietra e cemento sul basamento. L’epigrafe in rilievo con caratteri in bronzo.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Fossamastra
Indirizzo:
Viale S. Bartolomeo
CAP:
19126
Latitudine:
44.105539073064406
Longitudine:
9.857008159160614

Informazioni

Luogo di collocazione:
Area dedicata lato strada, a fianco ingresso principale Chiesa S. Barbara, in prossimità dell'incrocio con Largo Don Mario Scarpato
Data di collocazione:
12 marzo 1987
Materiali (Generico):
Bronzo, Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Busto in bronzo su basamento e lapide in cemento e pietra. Epigrafe con caratteri in bronzo. Portavasi in cemento.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune della Spezia
Notizie e contestualizzazione storica:
Nasce a Spezia (dopo il 21 dicembre 1923 “La Spezia”) il 4 maggio 1914 in una famiglia operaia, da padre maestro d'ascia dell'Arsenale M.M. e repubblicano per antica convinzione. Mario prende la strada del sacerdozio, entra in Seminario a Sarzana (SP) e viene ordinato sacerdote nel 1939.
Mandato pochi mesi dopo nella zona operaia di Pagliari (SP), ha l'incarico di costituire una nuova parrocchia. In questo frangente il segretario del Fascio lo chiama per raccomandargli di non tenere rapporti con Amedeo Sommovigo, noto antifascista del luogo. Tale informazione serve invece a don Scarpato per individuare da subito la direzione in cui vuole muoversi, tanto che il giorno dopo cerca Sommovigo e si inserisce nell'antifascismo locale. A Pagliari il sacerdote esercita un vero e proprio apostolato, il cui punto centrale è l'invito agli uomini perché siano liberi di fare il bene: ciò lo rende esempio presso i lavoratori i quali lo aiuteranno tutti, al di là di ogni convinzione religiosa, quando costruirà, si può dire con le sue mani e con l'opera dei parrocchiani, la chiesa di Santa Barbara a Fossamastra.
Venuta la guerra e iniziata la Resistenza, entra in contatto con i G.A.P ( Gruppi Azione Patriottica) nel cui ambito si incarica di mantenere importanti collegamenti, recandosi tre volte alla settimana a Follo, dove porta viveri e messaggi a don Borelli, cappellano dei partigiani.
Prosegue le riunioni in casa di Amedeo Sommovigo: don Scarpato, preavvertito di un possibile arresto, preferisce però rimanere a Pagliari, temendo che la sua fuga possa causare un incendio della chiesa o ritorsioni contro la popolazione.
Catturato dai nazifascisti il 22 novembre 1944, viene imprigionato, insieme ad un gruppo di preti della provincia della Spezia, dapprima in città nel famigerato carcere posto nella caserma dell'ex XXI° Reggimento e poi trasferito a Genova via mare, con una grossa bettolina, su cui sono fatti salire anche centinaia di spezzini rastrellati nello stesso periodo.
Nel capoluogo ligure è rinchiuso in una cella del carcere di Marassi che potrebbe tenere al massimo quattro detenuti e che, in questa circostanza, ne tiene, tutti ammucchiati, tredici: don Scarpato e, con lui, don Giuseppe Pieroni, don Giovanni Bertoni, Mons. Ferruccio Casabianca, don Renato Reali, Padre Pio Rosso, don Mario Devoto, don Bruno Duchini, don Antonio Mori, don Leandro Spadoni, più tre laici.
Accusato di sostegno alle bande partigiane e di far parte del CLN, vessato e malmenato, non parla e trascorre tre mesi in carcere. Viene liberato, insieme agli altri preti, per intervento del Vescovo di Genova, il Giovedì Santo, 29 marzo 1945.
Avvertito, insieme ai confratelli che, se fosse tornato alla Spezia, i fascisti del luogo, contrarissimi all'avvenuto rilascio, avrebbero provveduto ad ucciderli, rimane a Genova, rientrando nella sua parrocchia, accolto da fervide dimostrazioni di affetto, il 5 maggio 1945.
Muore il 12 marzo 1986. (rif. ISR La Spezia).

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12 3 1987
Simboli:
Non sono presenti simboli.

Altro

Osservazioni personali:
Monumento interessante perché rimanda ad un personaggio molto amato dalla comunità locale.

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