274343 - Monumento agli emigrati caduti nella Grande Guerra – Torino

Monumento a parete inaugurato nel 1923 a ricordo degli emigrati italiani in America Latina che tornarono in Italia per partecipare alla prima guerra mondiale e che persero la vita nel conflitto. L’opera, posta dall’Associazione Latino-Americana, fu realizzata dall’artista Dino Somà. La dedica fu redatta dal politico Paolo Boselli.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Piazza Castello, 199
CAP:
10124
Latitudine:
45.071338912413
Longitudine:
7.6870049706334

Informazioni

Luogo di collocazione:
Sotto i portici del Palazzo della Prefettura.
Data di collocazione:
12 Ottobre 1923
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo
Materiali (Dettaglio):
Il monumento a parete è costituito da due sculture in bronzo a rilievo: una rettangolare superiormente e una a forma di medaglione in basso. Entrambe sono incastonate in una struttura fornata da lastre di marmo rosa. La dedica è incisa sul lastrone che divide le due sculture.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Torino
Notizie e contestualizzazione storica:
Tra i soldati italiani che parteciparono alla Grande Guerra vi furono presenti anche molti emigrati che tornarono da tutti i posti della terra in cui l'emigrazione italiana s'era diretta. I connazionali emigrati che risposero alla chiamata alle armi perché avevano mantenuto la cittadinanza italiana furono ufficialmente 303.919 su oltre un milione in età di leva. Di questi, circa centomila arrivarono dall’America del Nord, cinquantamila dall’Argentina e diecimila dal Brasile. Dal porto di Buenos Aires, si imbarcò anche Fausto Filzi, fratello di Fabio giustiziato insieme a Cesare Battisti dagli austriaci. Fausto, nato a Capodistria il 1° Luglio 1891, si imbarcò per l’Argentina nel 1913, ma ricevuta la notizia della morte del fratello nel 1916 lasciò Buenos Aires per arruolarsi volontario. Fu Sottotenente di M. T. nella 20^ batteria bombardieri. L’8 giugno 1917 morì nel corso di una battaglia sul Monte Zebio e fu decorato con la Medaglia d’Argento al Valor Militare. Dal Brasile tornò anche Amerigo Rotellini, nato a San Paolo il 2 Maggio 1894. Fu Tenente nel 75° Reggimento Fanteria. Cadde sull’Altopiano della Bainsizza il 26 agosto 1917 e fu decorato con la Medaglia d’Argento al Valor Militare. Le sue spoglie riposano nel Sacrario militare di Oslavia. Amerigo era figlio dell’anarchico Vitaliano Rotellini che a San Paolo fondò "Il Fanfulla", testata storica per la collettività italiana in Brasile.

Fonti:
- https://www.cadutigrandeguerra.it
- https://www.genteditalia.org/2019/11/04/la-grande-guerra-dallestero-tornarono-oltre-300mila-italiani-per-combattere-50mila-solo-dallargentina/


Il monumento fu commissionato dall’Associazione Latino-Americana all’artista Dino Somà, nato a Villafalletto (CN) nel 1886. Esso fu inaugurato il 12 ottobre 1923. La dedica patriottica fu redatta dall’uomo politico Paolo Boselli (Savona, 8 giugno 1838 - Roma, 10 marzo 1932) che ricoprì vari incarichi ministeriali e fu Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia dal 18 giugno 1916 al 30 ottobre 1917. Egli fu sepolto nel cimitero monumentale di Torino, che gli dedicò una lapide sempre sotto i portici della Prefettura (vedi foto).

Contenuti

Iscrizioni:
1492 1915-18
A GLORIA PERENNE DEI PRODI CHE ACCORSI DALL'AMERICA LATINA
CADDERO DAL 1915 AL 1919 INTREPIDAMENTE PUGNANDO NELLA GUERRA D'ITALIA
POSE IL 12 OTTOBRE 1923 L'ASSOCIAZIONE LATINO-AMERICANA
COME TESTIMONIANZA EROICA DELL'UNIONE VIGOROSA
DEI LATINI D'ITALIA E D'AMERICA NEI QUALI E'
UNO IL SANGUE, IL GENIO, IL CUORE
PAOLO BOSELLI

A destra in basso della scultura del soldato:
F. RIVA FUSE
TORINO

Sul marmo alla destra del medaglione:
SCULT. DINO SOMA'
Simboli:
La scultura rettangolare a rilievo rappresenta un fante che va all'assalto brandendo il fucile dalla canna a mo' di clave. A terra vicino a lui c'è un soldato esanime. Sullo sfondo un fiume con un ponte.

Il medaglione in bronzo in altorilievo raffigura Cristoforo Colombo in ricordo della sua scoperta dell’America. Il navigatore è intento a misurare con il compasso le distanze su un mappamondo. Sotto il mappamondo ci sono alcuni libri e sullo sfondo il mare con una caravella.

Altro

Osservazioni personali:
Curiosità:
nel medaglione con l’effige di Cristoforo Colombo spicca il dito mignolo del navigatore per il colore dorato rispetto al resto dell’opera. E’ il risultato di tantissimi sfregamenti poiché la tradizione vuole che strofinare il mignolo di Colombo porti fortuna, soprattutto agli studenti universitari prima degli esami. Tale superstizione non è stata priva di conseguenze. Negli anni il dito dell’esploratore fu talmente sfregato che si assottigliò al punto da dover essere sostituito con quello attualmente presente, ormai altrettanto usurato.

Ringrazio l’esploratore Marco Cockings per le foto e le informazioni che mi ha fornito.

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