6836 - Monumento agli IMI caduti nei lager – Bologna

Il monumento presenta due strutture verticali nell’atto di comprimere un reticolo al di sotto del quale è posto l’iscrizione IMI. Davanti, affossata nel prato e ricoperta da una lastra di vetro, un’urna contiene le ceneri raccolte nel lager di Hamburg– Ojendorf (dove sono sepolte le salme dei Caduti dei Campi del nord della Germania) e la terra con uno spezzone di filo spinato del campo di Wietzendorf. Sulla destra, sempre nell’aiuola, una lastra collocata su un supporto approssimativamente cubico, riporta l’iscrizione.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Quartiere Saragozza
Indirizzo:
Via della Certosa
CAP:
40134
Latitudine:
44.4984282
Longitudine:
11.307004600000027

Informazioni

Luogo di collocazione:
Tra via della Certosa (che costeggia il cimitero monumentale) e il Largo Vittime dei Lager Nazisti
Data di collocazione:
25/10/1986
Materiali (Generico):
Marmo, Altro
Materiali (Dettaglio):
Marmo per la piccola lastra, cemento armato per realizzare le due colonne, vetro per l’urna e ferro per il reticolo.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Bologna
Notizie e contestualizzazione storica:
“Internati Militari Italiani” (IMI) fu il nome ufficiale dato dalle autorità tedesche ai soldati italiani catturati, rastrellati e deportati nei territori del Terzo Reich nei giorni immediatamente successivi alla proclamazione dell'Armistizio di Cassibile (8 settembre 1943). Dopo il disarmo, soldati e ufficiali vennero posti davanti alla scelta di continuare a combattere nelle file dell’esercito tedesco o, in caso contrario, essere inviati in campi di detenzione in Germania. Solo il 10 per cento accettò l’arruolamento. Gli altri vennero considerati “prigionieri di guerra”. In seguito cambiarono status divenendo “internati militari” (per non riconoscere loro le garanzie della Convenzione di Ginevra), ed infine, dall’autunno del 1944 alla fine della guerra, “lavoratori civili”, in modo da essere sottoposti a lavori pesanti senza godere delle tutele della Croce Rossa loro spettanti.
Leone Pancaldi è coinvolto in prima persona nella vicenda di cui l'opera è memoria: dopo aver svolto studi nei campi dell’arte e dell’architettura, prese parte, come soldato, alla Seconda guerra mondiale. Fu fatto prigioniero dai tedeschi quando l’Italia abbandonò l’alleanza con Hitler e fu internato in una serie di campi di concentramento: Oberlangen, Sandbostel, Wietzendorf.
Nei campi di concentramento tedeschi fece conoscenza con diversi artisti e intellettuali. Rientrato a Bologna nell’estate del 1945, Leone Pancaldi riprese a insegnare e a dipingere e si unì agli sforzi per la ricostruzione. Continuò la sua carriera di architetto e pittore fino alla sua morte, nel 1995.

Contenuti

Iscrizioni:
A FUTURA MEMORIA
DEGLI
INTERNATI MILITARI ITALIANI
CADUTI NEI LAGER NAZISTI
NEGLI ANNI 1943/1945

QUESTO MONUMENTO E’ STATO ERETTO
PER INIZIATIVA DELLA
ASSOCIAZIONE NAZIONALE EX INTERNATI
FEDERAZIONE DI BOLOGNA
IL 25 OTTOBRE 1986 SU PROGETTO
DELL’ARCHITETTO LEONE PANCALDI
Simboli:
Non sono presenti simboli

Altro

Osservazioni personali:
Informazione non reperita

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