210812 - Monumento agli Internati Militari Italiani – Perugia

Monumento a perenne ricordo degli Internati Militari Italiani. L’opera, una garitta a pianta quadrata alta circa 7,2 metri, si trova a Perugia, in via Trattati di Roma, al centro di una rotatoria stradale dalle grosse dimensioni (ha un diametro di circa 30 metri). A promuovere la sua realizzazione l’Associazione Nazionale Ex Internati sezione di Perugia “Leopoldo Teglia” presieduta dal dottor Marco Terzetti. A margine, nella limitrofa area verde, un pannello riporta informazioni relative al monumento.

NOTA STAFF PIETRE: Nel pannello illustrativo collocato a margine della rotatoria e del monumento, è stato inserito il QR code che, inquadrato con il telefonino, rimanda direttamente a questa scheda di censimento. E’ la prima volta per una “Pietra” che si trova nel territorio comunale di Perugia.

MONUMENTO IMI PERUGIA

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Trattati di Roma
CAP:
06132
Latitudine:
43.100786607153
Longitudine:
12.321073919302

Informazioni

Luogo di collocazione:
Rotatoria stradale
Data di collocazione:
Aprile 2022 - Inaugurato 07/05/2022
Materiali (Generico):
Altro
Materiali (Dettaglio):
L’opera è costituita da una garitta a pianta quadrata su terreno già consolidato, facente parte della sede stradale. La struttura è realizzata con tubi da cantiere Dalmine del diametro di 48,3 cm, sorretti da profilati HEB140 composti e sagomati, a sezione continua per tutta l’altezza, a formare un’impalcatura a tronco di piramide che supporta un parallelepipedo sormontato da una piramide schiacciata. La struttura è completata, nei lati contrapposti nord sud, ad un’altezza di circa 2,5 metri, da scritte recanti la dicitura “INTERNATI MILITARI ITALIANI 1943 1945”. Le giunzioni ad attrito sono costituite da giunti e morsetti a norma. I nodi di giunzione con il profilato HEB140 sono realizzati con saldature a norma. L’insieme, alto circa 7,2 metri, è posto al centro di una rotatoria di circa 30 metri di diametro, realizzando così condizioni di intrinseca sicurezza in caso di ribaltamento; è perfettamente simmetrico con quattro appoggi fissi sul terreno costituiti da piastre ed elemento di congiunzione inserito con angolatura di circa 82° sul piano orizzontale. Tali appoggi sono ancorati mediante idonei tirafondi annegati in fondazioni di calcestruzzo (plinti) da 60x60x100 cm. L’opera ha una massa complessiva di circa 1600 chilogrammi, è alta circa 7,2 metri. E’ anche priva di ripiani e di superfici verticali continue, con conseguente ridottissima sensibilità al vento. La rigidità torsionale e assiale è assicurata dalla presenza di controventi orizzontali. Le scritte, ancorate ad appositi correnti, sono realizzate in alluminio e non offrono particolare resistenza al vento in quanto prive di superfici continue. L’opera è stata preassemblata in officina e composta in loco.
Dati tecnici dei materiali - Profilati HEB140 (UNI EN 5397-78); Tubi Dalmine diametro 48,3 cm spessore 3,2 (UNI EN 12811-2:2004); giunti e morsetti a norma (UNI EN 74-1:2007); Calcestruzzo magro di sottofondazione classe C20/25. Calcestruzzo di fondazione del tipo S235, spessore minimo mm10. Elettrodi di saldatura rutilici con certificazione.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
La manutenzione ordinaria dell’opera sarà assicurata dall'Anei Sezione di Perugia, soggetto proponente della realizzazione del monumento
Notizie e contestualizzazione storica:
LA VICENDA DEGLI INTERNATI MILITARI ITALIANI - a cura di Associazione Nazionale Ex Internati nei lager nazisti – Sezione di Perugia "Leopoldo Teglia"
In sintesi, si trattò di eventi che portarono sulle prime linee della Resistenza una generazione ingannata e tormentata dalla dittatura. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 centinaia di migliaia di militari italiani furono disarmati dai tedeschi e, successivamente, posti di fronte a una drammatica scelta: continuare la guerra sotto le insegne nazifasciste o essere deportati nei campi di concentramento. La gran parte di loro – circa 650 mila, tra cui 30 mila ufficiali e 200 generali – rifiutarono di continuare a combattere al fianco dei tedeschi e scelsero di non aderire alla Repubblica di Salò.
La conseguenza del loro “no” fu la deportazione e l'internamento nei lager nazisti, non come prigionieri di guerra ma con lo status di IMI, Internati Militari Italiani, voluto da Hitler anche per sottrarli alla Convenzione di Ginevra e sfruttarli liberamente.
Questa pagina della seconda guerra mondiale, della guerra civile tra italiani dal 1943 al 1945, della Resistenza e della Guerra di liberazione italiana ed europea, è stata a lungo trascurata e dimenticata nel dopoguerra fino agli anni 90 del secolo scorso.
I documenti autografi degli Internati, emersi da allora in quantità via via maggiore, mostrano un affresco quanto mai nitido e dettagliato della vita (e della morte) nei campi di concentramento nazisti. Una sorta di storia “dal vivo” e “in presa diretta” della fame, del freddo, del lavoro coatto, delle violenze, dei crimini di guerra e degli altri avvenimenti che costarono la vita a circa 50 mila internati e segnarono per sempre tutti gli altri.
Dagli stratagemmi per aggirare la censura e le riflessioni segrete sui taccuini di fortuna (dalle minuscole agendine tascabili alla carta igienica tenuta insieme con lo spago) emerge inoltre come la scelta di non aderire – compiuta in massa da una generazione nata e cresciuta sotto il fascismo – fu un vero atto di resistenza che contribuì al riscatto dell’Italia e degli Italiani verso la democrazia e la libertà. Il segretario del partito comunista Alessandro Natta, ex internato, parlò di "altra resistenza" ma il suo libro fu rifiutato nel 1954 e pubblicato solo quarantadue anni dopo da Einaudi.
La rivendicazione della Resistenza antifascista si è ridotta per decenni al dibattito politico sulla guerra partigiana. A partire del 1989 registriamo il recupero di una dimensione più ampia delle Resistenze, includendo nel patrimonio culturale altri eventi trascurati, come l’esodo degli Italiani dai Balcani e la resistenza degli Internati Militari Italiani nei lager tedeschi.
Gli Internati Militari Italiani furono probabilmente gli unici tra i milioni di prigionieri in mano ai tedeschi ai quali fu offerto un rimpatrio in massa e che questo rimpatrio rifiutarono in larga maggioranza preferendo onorare il giuramento alla Monarchia.
In seguito a questa scelta gli IMI andarono incontro – “volontariamente”, a venti mesi di prigionia, lavoro coatto, sofferenze e morte come scrisse nel suo diario clandestino Giovannino Guareschi (1908-1968), l’autore di Peppone e Don Camillo, all’epoca
giovane sottotenente. Altri duecentomila fecero invece la scelta opposta e decisero di aderire alla Repubblica Sociale, per motivazioni ideologiche e per fruire di un trattamento meno duro ma anche per paura, ricatto, incertezza e confusione.
L’esperienza dei lager riguardò (e segnò) anche alcuni tra i più importanti esponenti della cultura, dell’arte, della politica e delle professioni del dopoguerra (come gli attori Gianrico Tedeschi, Raffaele Pisu, Luciano Salce, i senatori Paolo Desana e Carmelo
Santalco, lo storico Vittorio Emanuele Giuntella, il manager d’industria Silvio Golzio, l’intellettuale cattolico Giuseppe Lazzati, il pittore Antonio Martinetti, il pittore e caricaturista Giuseppe Novello, il filosofo Enzo Paci, il musicista Mario Pozzi, il poeta
Roberto Rebora, gli scrittori Mario Rigoni Stern e Giovannino Guareschi).
Quella particolare situazione coinvolse un vasto numero di militari: gli eventi sono particolarmente significativi non solo per il numero di esseri umani che vi furono coinvolti, ma anche per le caratteristiche del fenomeno, che lasciano perplessi coloro
che non l'hanno vissuto. Sembra infatti incredibile che certe cose siano accadute, che sia stato possibile sopravvivere senza cedimenti nel campo della dignità e dell'onore militare.

Contenuti

Iscrizioni:
(monumento, ripetuta su due lati)
INTERNATI MILITARI
ITALIANI 1943/1945

(pannello esterno alla rotatoria)
ASSOCIAZIONE NAZIONALE EX INTERNATI NEI LAGER NAZISTI
SEZIONE "LEOPOLDO TEGLIA" - PERUGIA

INTERNATI MILITARI ITALIANI 1943-1945
CANTIERE DELLA MEMORIA
La garitta è l’elemento prevalente nelle numerose rappresentazioni artistiche realizzate dagli Internati Militari Italiani durante la prigionia. Ne è rimasto solo lo scheletro, riprodotto volutamente con strutture essenziali. Anche se ridotta ai minimi termini e in disuso, costituisce una sollecitazione a riflettere e a esaltare la funzione della memoria nella costruzione della Storia per trarre insegnamenti, non ripetere gli errori del passato e condannare ogni forma di discriminazione e di violenza.
L'opera è stata realizzata per mantenere tangibilmente la memoria degli oltre seicentotrentamila Internati Militari Italiani che, dopo l’8 settembre 1943 rifiutando la collaborazione con il nazifascismo, furono costretti a subire le durissime condizioni dei lager fino al 1945. Tale rifiuto realizzò uno dei primi embrioni della Resistenza.
Circa cinquantamila non tornarono. La maggior parte dei reduci, accolti in Patria con la massima indifferenza, preferì non parlare mai di quella tragica vicenda. La garitta, donata alla città di Perugia, è stata collocata in questi luoghi dove, tra il 1941 e il 1943, avevano sede strutture per l'internamento di deportati per motivi politici dalla Slovenia occupata e impiegati nella costruzione della ferrovia Ellera-Tavernelle.
Realizzata dalla Sezione di Perugia dell’Associazione Nazionale Ex Internati nei lager nazisti, Presidente Dott. Marco Terzetti.
Con il contributo di: Ambasciata della Repubblica Federale di Germania, Ministero della Difesa, Opera Pia San Martirio di Fontana, Dott. Michele Bartolini, Assemblea Regionale Umbria.
Con concorso di: Vigili del Fuoco Comando provinciale di Perugia, Decathlon, Comune di Perugia, Generale Prefabbricati SpA.
Progettisti: Dott. Ing. Andrea Campolongo, Dott. Ing. Pierluigi Stampo, Dott. Ing. Bruno Terzetti, Dott. Geol. Marianna Casavecchia, Archema snc.
Ditte esecutrici: Co.Met Srl - Perugia, Erre.Gi Srl - Perugia, Blue Pubblicità Pauselli - Corciano.

Perugia, 7 maggio 2022
Simboli:
Il monumento stesso rappresenta un simbolo, una garitta a pianta quadrata. Nella parte testuale, è presente una stella a cinque punte.
Nel pannello informativo è presente una stella e una banda tricolore, affiancate dai simboli dell’ANEI e dal disegno della garitta.

Altro

Osservazioni personali:
Alla cerimonia di inaugurazione (7 maggio 2022) sono intervenuti, fra gli altri, il vice prefetto vicario Nicola De Stefano, i parlamentari Fiammetta Modena e Walter Verini, il consigliere regionale Eugenio Rondini, Cristian Betti (vice presidente Provincia e sindaco di Corciano), l’assessore alla Cultura del Comune di Perugia Leonardo Varasano (Cultura). Presenti anche l’ambasciata tedesca in Italia con il capo dell’ufficio politico Niklas Wagner, il presidente nazionale Anei Orlando Materassi, il professor Emidio De Albentiis (Accademia Belle Arti), l'associazione Mutilati e Invalidi di Guerra con il presidente regionale Remo Gasperini e della sezione di Perugia Rita Bacoccoli, l'associazione Bersaglieri e Finanzieri. Presenti anche rappresentanti dell'Esercito, dell'Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e dei Vigili del Fuoco, cui è stato consegnato un ricordo per il supporto in fase di realizzazione del monumento.

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