2609 - Monumento ai Caduti di Città di Castello (PG)

Monumento ai Caduti nelle due guerre mondiali a forma di ara classica, coronata da una lampada votiva. La struttura è in muratura intonacata. Sul frontale è collocato un altorilievo in bronzo, una figura di donna che sorregge un soldato italiano morente. Alla base c’è una lapide marmorea. Sui tre lati, sono apposte lapidi a forma di croce con dei motti. Intorno alla stele sul lato destro è posto un lancia bombe, a sinistra c’è un cannoncino da trincea e sul gradino del basamento è deposta una mitragliatrice. Il monumento si trova al centro del piazzale del Famedio al quale si accede da due ampie scalinate. Sul fianco destro, tra due settori di loculi, nel 1946 fu edificato il Memoriale ai Volontari della Libertà (Pietra 190385)

NOTA STAFF PIETRE: scheda aggiornata in data 10/01/2020

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Città di Castello
Indirizzo:
Via delle Terme n.38 presso Cimitero Monumentale
CAP:
06012
Latitudine:
43.4606875
Longitudine:
12.2533125

Informazioni

Luogo di collocazione:
Famedio del cimitero Monumentale
Data di collocazione:
23 maggio 1931 (Monumento) 1936 due Lapidi marmoree base dell’altorilievo
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo, Altro
Materiali (Dettaglio):
Statua in bronzo, basamento in pietra, lapide di marmo con scritte in ottone poste in rilievo, lanterna in pietra serena con uso di vetro
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Associzione Nazionale fra Mutilati e Invalidi di Guerra
Notizie e contestualizzazione storica:
Il famedio venne ideato per commemorare i morti della grande guerra che furono più di 10 milioni. Si sentì il bisogno di aiutare le popolazioni a superare il dolore attraverso la costruzione del Monumento, il dolore si trasformò così in commemorazione. Nella parete di fondo del piazzale furono costruiti 195 colombai su disegno del capomastro Bernardo Andreoni a cui non mancò la vigilanza e il consiglio dell'Architetto Giuseppe Castellucci. In questi colombai furono raccolte le salme dei Caduti provenienti dai cimiteri bellici, i resti di cinquantadue militari deceduti negli ospedali di Guerra di Città di Castello, le salme di quattro soldati austriaci morti in prigionia nell'ex convento dei Cappuccini e quattro orfani di Guerra della locale "Colonia Giovani Lavoratori" e quivi riposeranno i militi delle vecchie Guerre d'Indipendenza e di quei Reduci della Grande Guerra che vollero nel Famedio procurare un loculo per sè e per i propri cari. Ai lati dei detti colombai furono costruite costruite due cappelline per le Famiglie degli appartenenti all'Associazione dei Combattenti Tifernati Garinei Dino e Lensi Vincenzo.
Fonte: Vincenzo Lensi - Notizie sulla Società Laica del Camposanto e sul Cimitero di Città di castello dal 1855 al 1933.

Nel 1936 dietro iniziativa del Capitano Gaetano Pirazzoli, furono poste nuove grandi lapidi marmoree che riportavano a sinistra il Proclama di Guerra ed il Bollettino della Vittoria di Diaz, che ora è sulla facciata della Cassa di Risparmio in centro e quelle di destra il discorso di Mussolini del 2 ottobre 1913 e del 9 maggio 1914.

Contenuti

Iscrizioni:
(frontalmente)
I REDUCI DELLA GUERRA 1915 - 1918 QUI VOLLERO RACCOLTE LE OSSA DEI COMPAGNI CADUTI QUI VOGLIONO SEPOLTURA ONDE LA TOMBA PERPETUI LA FRATERNITÀ DELLA TRINCEA
QUESTE TOMBE SONO ARE DA CUI SUONA PERENNEMENTE UNA VOCE INCITAMENTO AI GIOVANI AD ESSERE DEGNI DEL PASSATO A CONQUISTARE L’AVVENIRE.
IV NOVEMBRE 1930 - IX

(lato destro)
DEMONI DELLA VAMPA E DEL FRAGORE
ALACRI SINFONETI DELLA GUERRA
TUTTE LE BATTERIE UN SOLO ARDORE
TUTTE LE VOLONTÀ UN NERVO ISTESSO.
D'ANNUNZIO

(lato sinistro)
DICE IL CANNONE - ANCH’IO HO COMBATTUTO CON ARDORE, PASSIONE E SENTIMENTO, HO ACCOMPAGNATO I FANTI NEL CIMENTO, FINCHÉ, COLPITO A MORTE SON CADUTO. NON CANTO PIÙ PEI FANTI COME ALLORA, MA PUR STRONCATO LI PROTEGGO ANCORA.

(mitragliatrice lato sinistro)
LA VOCE ARRABBIATA DELLA MITRAGLIATRICE, LA TERRIBILE RAGANELLA CHE CANTA MAI SAZIA NEI
TEMPORALI DI FUOCO.
VITTORIO LOCCHI (CADUTO IN GUERRA)

(due epigrafi di collegamento recitano)
I REDUCI DELLA GRANDE GUERRA/ 1915 – 1918/ VIGILI CUSTODI DELLA TRADIZIONE EROICA ITALIANA / VOLLERO
INCISE A PERENNE RICORDO / LE DATE GLORIOSE/ DEL COMPIMENTO DEL NAZIONALE RISCATTO./ SEGNO D’INALTERATA DEVOZIONE AL RE SOLDATO / CHE GUIDO’ E
VINSE /QUESTA PIETRA IMPERITURA SIA AMMAESTRAMENTO SOLENNE / ALLE GENERAZIONI NUOVE DEL LITTORIO/ DELLA ROVENTE PASSIONE/ DEI DOLORI DEI SACRIFICI / CHE COSTÒ L’UNITÀ DELLA PATRIA.

AUSPICI / I REDUCI DELLA GRANDE GUERRA 1915 - 1918/ QUESTA PIETRA TRAMANDA/ I DOCUMENTI FATIDICI / DI UN NUOVO RISORGIMENTO NAZIONALE/ CHE IL DUCE CREATORE DELL’IMPERO FASCISTA/ SCRISSE A CARATTERI DI FUOCO/ NELLA STORIA DEL NOSTRO POPOLO./ AMMONIMENTO AGLI STRANIERI IMMEMORI/ GLI ITALIANI DI OGGI E DI DOMANI/ NE TRAGGANO INCITAMENTO E ORGOGLIO/ PER MANTENERE IL GIURAMENTO/ DI DIFENDERE LE CRUENTI CONQUISTE/ COL LAVORO E CON LE ARMI.

REDUCI DELLA GUERRA 1915/1918 - D'ANNUNZIO - COLONNELLO G. PALADINI - POETA V. LOCCHI
Simboli:
L’immagine in bronzo riproduce una donna, una figura di donna angelo, simbolo della vittoria, che vigila sopra tutti i combattenti. La croce in rilievo che fa da sfondo alla figura della madre guerriera "Patria" vuole essere un richiamo alla forte tradizione cattolica. La lanterna in cima ha una funzione di ricordo, la luce eterna simbolo di redenzione e di gloria immortale. Ai lati della croce corone di alloro come significato di trionfo come la corona d’alloro posta sul capo dei vittoriosi, degli eroi.

Altro

Osservazioni personali:
Il monumento presenta un e ffetto di bicromia dovuto alla mu ffa che persiste in alcuni punti.

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