39991 - Monumento ai Caduti di Cuveglio (VA)

All’interno del Municipio, proprio di fronte all’edificio, è collocato il monumento a cippo, che poggia su un basamento in pietra ed è costituito da lastre in pietra , a montagna, incastrate tra loro in modo apparentemente casuale. Nel punto di congiunzione tra il basamento e il monumento, una lastra in granito grigio ricorda i Caduti nella battaglia del Monte San Martino. La lastra è ornata di rami di ulivo, simbolo di pace.

Sulla parete destra del Municipio è collocata una lapide in marmo sempre a ricordo di questa importante battaglia, con la dedica alla Brigata San Martino.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Battaglia San Martino, lungo la statale 394
CAP:
21030
Latitudine:
45.904558
Longitudine:
8.734664

Informazioni

Luogo di collocazione:
All'interno del parco del municipio
Data di collocazione:
1953
Materiali (Generico):
Marmo, Pietra
Materiali (Dettaglio):
Monumento in pietra, lastra in granito grigio, lapide in marmo bianco
Stato di conservazione:
Sufficiente
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Cuveglio
Notizie e contestualizzazione storica:
La battaglia del Monte San Martino fu la prima battaglia della resistenza italiana e si combattè dal 13 al 18 novembre 1943 sui monti della Valcuvia. Quando giunse la notizia dell'armistizio firmato da Badoglio, il colonnello Carlo Croce fece trasferire i suoi soldati sul Monte San Martino, luogo ritenuto più idoneo alla difesa della valle (nel mese di settembre);
Il Gruppo Militare Cinque Giornate Monte di San Martino di Vallata-Varese raggiunse in poco tempo la consistenza di 150 unità, ottenne il sostegno del CLN di Varese e di buona parte della popolazione dei paesi sottostanti e iniziò gradualmente a realizzare fossati, sbarramenti e postazioni di difesa.
Con l'avvicinarsi dell'inverno, i tedeschi si resero conto che l'azione partigiana avrebbe potuto costituire una seria minaccia, soprattutto in vista dell'arrivo dell'esercito alleato. Nacque così una capillare rete di spionaggio che, già a novembre, permise a tedeschi e fascisti di avere parecchie informazioni sui componenti del gruppo del San Martino e sull'ubicazione delle fortificazioni.
Il 13 novembre il comando tedesco decretò lo stato d'assedio: tutti gli esercizi pubblici furono chiusi fino a nuovo ordine, fu bloccata l'uscita dei quotidiani e, con la collaborazione di carabinieri e della milizia fascista, si diede inizio al rastrellamento della popolazione residente alle pendici del monte.
Fra il 15 e il 18 novembre, centinaia di uomini e donne furono catturati in tutti i paesi della valle. Il colonnello Croce e i suoi uomini iniziarono il 15 novembre a disturbare l'arrivo della pattuglie nemiche, bloccando le strade per Mesenzana, Arcumeggia e Duno. In quello stesso giorno arrivò la risposta tedesca con un attacco della Luftwaffe che sottopose a un durissimo bombardamento le postazioni arroccate sulla montagna. Dopo aver fatto prigionieri 6 partigiani, tedeschi e fascisti attaccarono il resto della formazione con armi di ogni tipo. Scesa l'oscurità, il colonnello Croce si riunì a quel che restava del gruppo partigiano e fuggì verso la Svizzera, raggiunta all'alba del giorno successivo.

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