3484 - Monumento ai Caduti di Piediripa e stele a Salvo D’Acquisto

Un monumento ricorda i Caduti della frazione maceratese di Piediripa nella prima e seconda guerra mondiale. Posizionato su un piano rialzato su tre gradini, al centro presenta una pietra con un elmetto di soldato e ai lati ci sono due cannoni della seconda guerra mondiale. La parte posteriore del monumento è chiusa con una spessa parete concava in marmo recante una scritta con caratteri metallici. Ai lati dei cannoni ci sono due aste per bandiera e una catena chiude la parte anteriore del monumento. Sulla parte sinistra una stele commemora il sacrificio del Carabiniere Salvo D’Acquisto, rappresentato in maniera stilizzata sulla lapide marmorea fissata alla stele; in alto a sinistra è il fregio distintivo dei Carabinieri e a destra è una stella a cinque punte..

NOTA STAFF PIETRE: il monumento e la stele sono stati censiti anche dall’IPSIA Corridoni di Macerata nell’ambito del concorso “Esploratori della Memoria” a.s. 2014-2015.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Piediripa
Indirizzo:
Borgo Piediripa, 76
CAP:
62100
Latitudine:
43.274611952333
Longitudine:
13.485438815344

Informazioni

Luogo di collocazione:
Piazza principale
Data di collocazione:
04/11/1973 (monumento) - 04/11/1977 (stele)
Materiali (Generico):
Bronzo, Pietra
Materiali (Dettaglio):
Monumento con basamento in pietra, decorazioni e scritte in bronzo, lapide in marmo.
Stele mistilinea in conglomerato con lapide di marmo. Figura in bronzo e simboli in metallo.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Macerata
Notizie e contestualizzazione storica:
Salvo D'Acquisto
Salvo D'Acquisto nacque a Napoli, a Villa Alba. Si arruolò giovanissimo nei Carabinieri come volontario il 15 agosto 1939. Il 15 dicembre 1942 divenne vice brigadiere e fu destinato alla stazione dei Carabinieri di Torrimpietra, all'epoca una zona rurale extraurbana a qualche decina di chilometri da Roma, lungo la via Aurelia, oggi frazione del comune di Fiumicino. Dopo il proclama Badoglio, un reparto di truppe tedesche delle SS si era accasermato presso alcune vecchie postazioni precedentemente in uso alla Guardia di Finanza, nelle vicinanze della località Torre di Palidoro, che rientrava nella giurisdizione territoriale della stazione Carabinieri di Torrimpietra. Qui, il 22 settembre del 1943, alcuni soldati tedeschi che ispezionavano casse di munizioni abbandonate furono investiti dall'esplosione di una bomba a mano, probabilmente per imperizia nel maneggio degli ordigni. Due dei soldati morirono e altri due rimasero feriti. Il comandante del reparto tedesco attribuì la responsabilità dell'accaduto ad anonimi attentatori locali e richiese la collaborazione dei Carabinieri della locale stazione, temporaneamente comandata da Salvo D'Acquisto per l'assenza del maresciallo comandante: minacciarono la rappresaglia se entro l'alba non fossero stati trovati i colpevoli. La mattina seguente, D'Acquisto, assunte alcune informazioni, provò a ribattere che l'accaduto era da considerarsi un caso fortuito, un incidente privo di autori, ma le SS insistettero sulla loro versione e richiesero la rappresaglia, ai sensi di un'ordinanza emanata dal feldmaresciallo Kesselring pochi giorni prima.
Il 23 settembre 1943 furono dunque eseguiti dei rastrellamenti e catturate 22 persone scelte a caso fra gli abitanti della zona. Lo stesso D'Acquisto fu forzatamente prelevato dalla caserma, da parte di una squadra armata di SS, e fu condotto nella piazza principale di Palidoro, dove erano stati radunati gli ostaggi. Fu tenuto un sommario "interrogatorio", nel corso del quale tutti gli ostaggi si dichiararono ovviamente innocenti. Nella piazza venne anche condotto un altro abitante ritenuto un carabiniere, Angelo Amadio, che sarà l'ultimo testimone del sacrificio del brigadiere. Nuovamente richiesto di indicare i nomi dei responsabili, D'Acquisto ribadì che non ve ne potevano essere, perché l'esplosione era stata accidentale, gli ostaggi e gli altri abitanti della zona erano dunque tutti quanti innocenti. Durante l'interrogatorio dei rastrellati, il sottufficiale fu tenuto separato nella piazza, sotto stretta sorveglianza da parte dai soldati tedeschi e, "quantunque malmenato e a volta anche bastonato dai suoi guardiani, il D'Acquisto serbò un contegno calmo e dignitoso", come ebbe a riferire in seguito Wanda Baglioni, una testimone oculare. Gli ostaggi e D'Acquisto vennero quindi trasferiti fuori dal paese. Agli ostaggi furono fornite delle vanghe e furono costretti a scavare una grande fossa comune nelle vicinanze della Torre di Palidoro, per la ormai prossima loro fucilazione. Le operazioni di scavo si protrassero per alcune ore; quando furono concluse fu chiaro che le SS avrebbero davvero messo in atto la loro terribile minaccia. A quel punto, secondo la testimonianza di Angelo Amadio: « all'ultimo momento, però, contro ogni nostra aspettativa, fummo tutti rilasciati eccetto il vicebrigadiere D'Acquisto. ... Ci eravamo già rassegnati al nostro destino, quando il sottufficiale parlamentò con un ufficiale tedesco a mezzo dell'interprete. Cosa disse il D'Acquisto all'ufficiale in parola non c'è dato di conoscere. Sta di fatto che dopo poco fummo tutti rilasciati: io fui l'ultimo ad allontanarmi da detta località. » Amadio infatti era creduto dai tedeschi un carabiniere e pertanto inizialmente ritennero di trattenerlo per farlo assistere alla esecuzione. Evidentemente, Salvo D'Acquisto si era autoaccusato del presunto attentato, addossandosi la sola responsabilità dell'accaduto e chiese l'immediata liberazione dei rastrellati. I 22 prigionieri furono lasciati liberi e immediatamente si diedero alla fuga, lasciando il sottufficiale italiano già dentro alla fossa, dinanzi al plotone d'esecuzione. Alla fuga si unì immediatamente dopo Amadio, quando riuscì a dimostrare, presentando i suoi documenti, che in realtà era un operaio delle ferrovie e non un carabiniere. Come raccontò nella sua testimonianza resa nel 1957, fece in tempo però mentre correva, a sentire il grido "Viva l'Italia" lanciato dal carabiniere, seguito subito dopo dalla scarica di un'arma automatica che portava a termine l'esecuzione. Si girò e vide un ulteriore colpo sparato da un graduato tedesco al corpo già riverso per terra. Vide i soldati ricoprire il corpo con il terriccio, spostandolo con i piedi. Il comportamento del militare aveva infatti colpito le stesse SS, che il giorno dopo, secondo quanto riferito nella testimonianza della Baglioni, le riferirono: "Il vostro Brigadiere è morto da eroe. Impassibile anche di fronte alla morte." Salvo D'Acquisto fu fucilato all'età di nemmeno 23 anni. Le sue spoglie sono conservate nella prima cappella sulla sinistra, adiacente all'ingresso, della Basilica di Santa Chiara di Napoli. Attualmente è assegnato a salvo D'Acquisto dalla Chiesa il titolo di Servo di Dio. La sua figura fu ricordata dal papa Giovanni Paolo II, che in un discorso ai Carabinieri del 26 febbraio 2001 ebbe a dire: « La storia dell'Arma dei Carabinieri dimostra che si può raggiungere la vetta della santità nell'adempimento fedele e generoso dei doveri del proprio Stato. Penso, qui, al vostro collega, il vice-brigadiere Salvo D'Acquisto, medaglia d'oro al valore militare, del quale è in corso la causa di beatificazione.>>

Contenuti

Iscrizioni:
(monumento)
AI CADUTI DI TUTTE LE GUERRE

(stele)
23-9-1943
TORRE DI PALIDORO
ROMA
VICE BRIG. C.C.
SALVO D'ACQUISTO
MEDAGLIA D'ORO AL V.M.

ESEMPIO LUMINOSO D'ALTRUISMO SPINTO
FINO ALLA RINUNCIA SUPREMA DELLA VITA
SUL LUOGO STESSO DEL SUPPLIZIO DOVE
PER BARBARA RAPPRESAGLIA
ERA STATO CONDOTTO DALLE ORDE NAZISTE
INSIEME CON 22 OSTAGGI CIVILI
DEL TERRITORIO DELLA SUA STAZIONE
PURE ESSI INNOCENTI NON ESITAVA
A DICHIARARSI UNICO RESPONSABILE
DI UN PRESUNTO ATTENTATO
CONTRO LE FORZE ARMATE TEDESCHE
AFFRONTAVA COSI' DA SOLO IMPAVIDO
LA MORTE
IMPONENDOSI AL RISPETTO
DEI SUOI STESSI CARNEFICI
E SCRIVENDO UNA PAGINA INDELEBILE
DI PURISSIMO EROISMO
NELLA STORIA GLORIOSA DELL'ARMA
A RICORDO
I COMBATTENTI MACERATESI POSERO
4-11-1977
Simboli:
Monumento: Elmetto di soldato, due cannoni della seconda guerra mondiale.
Stele: Figura stilizzata di uomo morente; una stella a cinque punte; fregio distintivo dei Carabinieri.

Altro

Osservazioni personali:
NOTA STAFF PIETRE: il monumento e la stele sono stati censiti anche dall'IPSIA Corridoni di Macerata nell'ambito del concorso "Esploratori della Memoria" a.s. 2014-2015.

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