Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- lungolago Mafalda di Savoia
- CAP:
- 22100
- Latitudine:
- 45.813583
- Longitudine:
- 9.076563
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- all'interno di una grande area verde sul lungolago
- Data di collocazione:
- 28 maggio 1983
- Materiali (Generico):
- Bronzo, Marmo, Pietra, Altro
- Materiali (Dettaglio):
- Scalinate di pietra, lastre di metallo, parallelepipedi in granito grigio, targa in bronzo bacheca in vetro, pietre provenienti dai campi di sterminio e da Hiroshima.
- Stato di conservazione:
- Sufficiente
- Ente preposto alla conservazione:
- Comune di Como
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Il monumento è stato realizzato dal Comune di Como, su proposta dell’Istituto di Storia del Movimento di Liberazione di Como (oggi Istituto di Storia Contemporanea Pier Amato Perretta), come ammonimento e memoria. Una Commissione di esperti scelse, fra le varie proposte pervenute, il progetto dell’architetto milanese Gianni Colombo (1937-1993) e l’opera d’arte moderna venne collocata in un ampio spazio verde in riva al lago, nei pressi del Monumento ai Caduti. Il monumento fu inaugurato il 28 maggio 1983 dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Le comunità d’Europa presenti in questo monumento sono diciotto. Sono le comunità in cui la Resistenza è stata particolarmente incisiva, in cui più intenso è stato il sacrificio della vita offerta per contrastare la dittatura e il genocidio, per contribuire alla costruzione di un mondo libero e di pace. La Resistenza europea ricorda il sacrificio di coloro che non vollero sottostare alla dittatura nazista, per buona parte giovani, di tutte le classi sociali, di diverse ideologie politiche e fedi religiose, che si sono immolati per il riscatto dell’Europa. Le parole chiave sono AMMONIMENTO E MEMORIA, sono incise nella didascalia del monumento come monito a meditare su ciò che di più tremendo accadde nella nostra storia più recente, ma anche di quale riscatto sono stati capaci i popoli europei che lottarono nella resistenza per ridare all’Europa la libertà e la pace.
Una grande cerimonia commemorativa si è svolta il 6 agosto 2015, in occasione del settantesimo anniversario del lancio della bomba su Hiroshima e Nagasaki, durante la quale il sindaco di Como ha letto la lettera inviata da Matsui Kazumi, sindaco di Hiroshima e presidente di Sindaci per la Pace Mayors for Peace, l’associazione fondata nel 1982 come organizzazione internazionale di città dedicata a promuovere la pace e di cui la città di Como è membro dal 1983.
Il primo cittadino di Hiroshima ha riportato il messaggio degli "hibakusha", i sopravvissuti alle esplosioni atomiche: “Nessuno dovrà più soffrire come abbiamo fatto noi” e il loro invito affinchè le armi nucleari siano abolite in tutto il mondo. La città di Como è membro dell’Associazione Mayors for Peace dal 1983, dell’Associazione comasca per la cooperazione internazionale dal 2004, del Coordinamento Nazionale degli Enti locali per la Pace e i Diritti umani di Perugia e del Coordinamento Comasco per la Pace e nel 1987 è stata insignita dalle Nazioni Unite del titolo di Città Messaggera di Pace. Il messaggio di cordoglio dell'Italia è una riflessione-commento di Pier Amato Perretta, magistrato antifascista morto nel 1944 per mano dei nazifascisti. Aveva partecipato come capitano dei bersaglieri alla prima guerra mondiale, guadagnandosi una Medaglia d'argento al valor militare, nel 1921 era giudice presso il Tribunale di Como e, nel 1924, fece approvare a una assemblea di magistrati lombardi un documento per l'indipendenza della Magistratura. Per questo fu trasferito a Lanciano: chiesta a Vittorio Emanuele la grazia, al rifiuto del re si dimise dalla magistratura. Si trasferì poi a Como cercando di lavorare come avvocato, ma i fascisti ne ottennero la sospensione dall'Albo, gli devastarono lo studio, lo arrestarono due volte e, nel 1926, lo confinarono a Laurenzana. Al confino seguirono 3 anni di vigilanza speciale. Mentre subiva questa persecuzione, uno dei suoi figli cadeva in guerra sul fronte albanese, un altro veniva fatto prigioniero e un terzoveniva deportato in Germania. Nel febbraio del 1944 aderì al Partito comunista, il trasferimento a Milano e un importante incarico nel Comando generale delle Brigate Garibaldi, per il quale assolse delicate missioni in Lombardia e in Piemonte. Sorpreso nel suo alloggio clandestino milanese dai nazifascisti la sera del 13 novembre 1944 Perretta tentò di sottrarsi alla cattura; fu fermato da una raffica di mitra alle gambe. Trasferito all'ospedale di Niguarda, sopravvisse solo tre giorni nel nosocomio. Nella città di Como gli sono state dedicate una via, una piazza e l'Istituto di Storia Contemporanea.
Contenuti
- Simboli:
- Informazione non reperita
Altro
- Osservazioni personali:
- Purtroppo non ci è stato possibile contattare nessuno per avere le traduzioni dei messaggi di cordoglio e dei condannati a morte.
Nonostante la sua evidente importanza, questo memoriale, è stato soggetto negli anni ad atti di vandalismo più o meno gravi, scritte di ogni genere, anche inneggianti al fascismo.